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110° anniversario della nascita del Carabiniere Bonavitacola

110° anniversario dellla nascita del Carabiniere Bonavitacola - il 3 marzo a Cassano Irpino  hanno ricordano a l’eroe Filippo Bonavitacola. M.O.V.M. alla memoria, in occasione del 110° anniversario della sua nascita.

L’Arma dei Carabinieri
Alla commemorazione i familiari del decorato,  la partecipazione di Autorità civili, militari e religiose nonché di una rappresentanza delle Associazioni Carabinieri in congedo e di alcune vedove e orfani dei militari dell’Arma.

Dopo la deposizione di una corona di alloro nel cimitero diCassano Irpino, nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie un concerto della Fanfara del 10° Reggimento Carabinieri Campania, unitamente alla proiezione di un video storico che ha riportato i momenti salienti dell’arrivo dei resti mortali di Bonavitacola a Montella e della loro tumulazione a Cassano Irpino, nonché la premiazione degli alunni delle scuole primarie (classe quinta) vincitori di borse di studio a Lui intitolate. Il tutto in una solenne cornice composta da Carabinieri in Grande Uniforme.

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“La fuga dei giovani ” di Nico Drago

“La fuga dei giovani " Terra da bellezza inestimabili, terre prodigiose che danno vita a materie prime di ccellenza come il Fiano di Avellino e la Castagna di Montella, mare che irrompe nelle strade, negli animi e negli sguardi.
Sole che scada con prepotenza le giornate, alleviando ogni brutta emozione, meta ambita nelle vacanze di un’Italia che spesso tende a metterla da parte, per poi farsi riconquistare dalla cristallina acqua salata dei nostri amati mari, che purifica corpo e anima dagli inverni gelidi e freddi appena passati. I ragazzi del Sud; NOI ragazzi del Sud con sogni troppo grandi, costretti a lasciare l’amata terra per concretizzare quegli amati sogni e a non farli infrangere.

Perché il Sud che è dannatamente bello e pieno di sfaccettature, ma vergognosamente precario. La fuga dei giovani del sud è un fenomeno storico che ha radici antiche, legate soprattutto ai cambiamenti intercorsi con l’Unita d’Italia. Esso purtroppo non fa marcia indietro, anzi come dimostrano i numeri importanti a quanti hanno un’età compresa tra i 25 ei 34 anni . Le persone che lasciano il SUD, sono sempre di più in aumento e l’età si è addirittura, abbassata ovvero da i 17-18 anni a salire , esso rappresenta un fattore che segna un cambiamento non indifferente rispetto al passato anzi più passa il tempo è più questo fattore aumenta.
Una precarietà che ti costringe a lasciarlo “ e mentre scrivo ciò mi viene da piangere solo a pensarci” anche quando senti che non riesci e non vuoi farlo. Una precarietà che ti porta ad affermarti in diverse città. Soddisfatto di una semplice vita lavorativa ma vuota, piena di nostalgia fatto di mancanze familiari, del tuo posto a tavolo vuoto che si riempie solo nelle feste, di compleanni persi, e il continuo senso di colpa e la costante domanda “PERCHE” perché ho lasciato il mio amato sud e la mia dolce Irpinia, e di non riuscire a usare la tua professionalità per migliorare il posto in cui sei nato e vorresti stare. Perché miei cari è facile dire “VOGLIO RESTARE AL SUD; VOGLIO FAR SENTIRE LA MIA VOCE” MA “ME LO CONSENTIRANNO DI RESTARCI? O DOVRO’
RIPARTIRE E ANDAR VIA? Chi sono le persone che vanno via dal SUD Italia ?
Le persone che vanno via dal sud sono innumerevoli , dai giovani compresi tra un’età di 17-18 anni anni a salire come già detto prima , ma si sta assistendo ad un fenomeno che  colpisce anche persone di una certa età che è compresa tra i 34 anni a salire fino ad arrivare a chi ha 50 anni o più.
Quali sono i motivi per il quale tante di questi “Giovani “ vanno via?
C’è da rispondere a questa domanda con una parola sembrerà brutta da dire ma è SFRUTTAMENTO: molti giovani vanno via, sottopagati, stressati dalle troppe ore di lavoro, dai turni che ti portano allo sfinimento sia emotivo che psicologico; tanti giovani che anche facendo stage appena gli viene proposto di restare, fanno le valigie e vanno via, in cerca di condizioni migliori di lavoro.
Turni regolari, pause meritate e riposo senza il telefono che vibra. Troppe urla troppe grida, persone che non vogliono ascoltare e non vogliono sentire la voce dei giovani e per loro sono solo braccia da sfruttare.
Le ragioni di una scelta….
Spesso chi lascia casa e si trova ad affrontare un trasferimento, spostarsi per lavoro o per l’università non trova condizioni di vita semplici non è tutto rosa e fiori, anzi si trova ad affrontare condizioni di precarietà, legate all’aumento dei prezzi in stagione ad esempio si divide un bagno in 30 persone, e nelle grandi città c’è un aumento di prezzo per gli affitti e i costi sono troppo elevati;
Quando i giovani decidono di andar via?
Beh noi giovani decidiamo di andar via quando nei paesi capiamo che siamo costretti ad emigrare, e ci sentiamo a disagio. Sono colpevoli, a chi appartiene a una generazione che non è stata in grado di costruire un Paese accogliente, che sapesse dar loro opportunità e prospettive per il lavoro e per un futuro migliore, invece che un Paese vuoto, desolato, abbandonato a se stesso.
Quali sono le regioni dove vanno?
Le regioni in cui i giovani decidono di emigrare sono diverse si parla soprattutto dal Lazio, Lombardia, Firenze, Venezia e l’Emilia – Romagna. Fino a salire anche spostandosi in diversi stati come la Svizzera, la Germania, la Francia. Quindi ci troviamo in due elementi che sicuramente trainano i flussi migratori, come le aree ricche e i centri urbani. E ciò non rappresenta una sorpresa. Si tratta di due elementi che mancano attualmente nei nostri paesi.
Le città che un tempo erano capitali di regno come Napoli e Palermo, non riescono a competere con Milano, Bologna o Roma. Il Sud, quindi, manca di città attraenti e di aree ricche.
LETTERA AI GIOVANI
Questa lettera e per voi cari giovani , per tutti voi, voi che oramai stanchi di cercare
di realizzare i Vostri sogni siete costretti ad abbracciare una valigia riempirla dei vostri sogni e speranze per partire, lasciare quella amata terra, quelle amate feste del paese che non vedrai più da giovane ma solo da persona adulta, perdere tante giornate trascorse con gli amici a sorseggiare una bevanda al bar, o una classica passeggiata a lo varo re la spina, lasciare il paese per destinazioni che spesso non vorremmo.
Questa amata terra fa si che sempre più giovani come me vanno via lasciandoli scappare, perché vedono quei sogni infrangersi, buttati dentro un secchio dell’immondizia e si miei cari giovani ci tocca lasciare questa terra.

Ora però scrivo a voi proprietari di locali, bar, pasticcerie e ristoranti, voglio far sentire la mia voce e dirvi “BASTA” si BASTA , basta allo sfruttamento, basta a sentirci dire che non valiamo nulla, basta sentire le vostre cantilene a disco rotto che qualcun altro vi riempiva il locale, basta con quel sorriso del cavolo stampato sul viso per far capire che non ci volete nei vostri locali per fare uno stage, basta troppe ore di stage non retribuito.
Ora si sono felice di farvi sentire la mia voce e quella di molti giovani che state facendo scappare, miei cari gestori di locali a voi fa bene vedere solo ciò che piace a voi ma spesso come si dice “vi mettono le fette di prosciutto davanti agli occhi” e basta di farvi mandare foto di cosa facciamo dietro al bancone del bar e come sempre gli attimi prima dove vi pulivamo la merda del vostro locale non vi interessava, se vi chiedevamo di fare lo stage da voi e ci avete chiuso la porta in faccia “ giusto dopo vi rubiamo il lavoro guardando” , basta sfruttarci per 10-12 ore al giorno e basta sentirvi urlare e lamentarvi che i giovani non hanno voglia di lavorare; ma vi siete mai chiesti il perché , perché vi piace sfruttare la gente e pagarla quattro spicci.
Ora però vi dico anche grazie quel grazie mai detto che per voi non valiamo nulla e ci date quattro spicci come paga da altre parti lavoriamo, corriamo, ridiamo durante il servizio e in tutto ciò proprietari e clienti sono felici, ci meritiamo ogni pacca sulla spalla che ci danno e forse si anche ogni tanto una “cazziata”. Siamo oramai in un paese morente e basta lamentarvi coi giovani, basta sfruttarci, basta mettervi tutto ciò che guadagnate sotto il cuscino, BASTA. Questa invece la dedico a voi giovani a NOI miei cari ragazzi basta valigie in mano, vogliamo restare qui nella nostra terra, vogliamo lavori che ci soddisfano, vogliamo turni ragionevoli, vogliamo stipendi che ci meritiamo e contratti fatti come si deve, e facciamo si che nessuno vada via, siamo noi il futuro di queste terre e se partiamo resterà solo una landa desolata.

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Le matinée di "Una Storia Diversa", Palatucci

Museo della Memoria e della Pace - Centro Studi "Giovanni Palatucci" Le matinée di "Una Storia Diversa", la performance multilinguaggio ideata e curata da Teatro dei Dioscuri, hanno fatto conoscere in maniera non consueta le vicende del campo di internamento e dei Palatucci ai ragazzi delle classi quinte della primaria e alle classi della secondaria dei due Istituti Comprensivi di Campagna.

 

 

 

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Come si viveva a Montella negli anni 40-50 del XX secolo di Graziano Casalini

Come si viveva a Montella negli anni 40-50 del XX secolo - Quali erano le condizioni di vita del popolo montellese dopo il 24 settembre 1943, giorno della liberazione del paese, quando sbarcati a Salerno, arrivarono gli eserciti americani e quelli dei paesi alleati a cacciare le truppe degli invasori tedeschi? Certo non si può dire delle migliori, ma accettabili rispetto alle condizioni generali disastrose della intera nazione, attraversata dallo tusnami della guerra, dichiarata e affrontata con scellerata presunzione dal governo Mussolini a fianco della Gemania di Hitler.
Montella non subì tutto quello che subirono tanti altri paesi e città italiane, a causa dei combattimenti fra le truppe tedesche e i corpi degli eserciti alleati. Vi furono paesi e interi rioni di città, quasi rasi al suolo, con intensi bombardamenti, nel tentativo degli anglo-americani di sloggiare le truppe tedesche dalle loro linee di fronte che a loro volta ritirandosi, distruggevano fabbriche, infrastrutture, vie di comunicazione, minando tutti i ponti sui vari fiumi, con l'intento di bloccare o ostacolare in ogni modo l'avanzata e la forza d'urto alleata.
A seguito della ritirata, i tedeschi, sequestravano tutti gli uomini validi, trovati liberi, si appropriavano di tutti i beni e cose delle popolazioni, compresi i capi di bestiame, per il loro aiuto e sostentamento. La morte di alcuni militari tedeschi, veniva vendicata per rappresaglia con uccisioni e fucilazioni di cittadini inermi e innocenti, nella proporzione di uno a dieci, cioè, ogni soldato tedesco ucciso avrebbe comportato l'eliminazione di dieci uomini civili italiani. In alcuni casi, come a Marzabotto, i tedeschi fecero stragi di vecchi, donne e bambini.
Gli orrori della guerra toccarono solo marginalmente la cittadina di Montella, causando comunque danni economici, comuni un po' ovunque in Italia. Il contingentamento dei generi alimentari di prima necessità, con distribuzioni limitate e a tessera, mettevano in sofferenza molte famiglie, in particolare quelle numerose e quelle che non possedevano terreni agricoli produttivi. In quel periodo a Montella, nonostante tutto, molte famiglie, vivevano dei proventi della vendita dei raccolti della frutta, delle castagne, e di tutti i prodotti agricoli della terra, grano, granoturco, patate, fagioli, ecc. ecc. eccedenti al loro fabbisogno.

Chi non possedeva terreni, cercava di sostentare le famiglie allevando animali da cortile, capre, pecore, maiali, mucche podoliche, producendo anche discrete quantità di latticini, caciocavalli, ricotte, scamorze, e mozzarelle, eccellenti risorse alimentari. Altre famiglie si potevano avvantaggiare disponendo di terreni e allevamenti vari.
Chi proprio si trovava in povertà, non aveva altro che sperare in alcune giornate di lavoro bracciantile, nel periodo dei raccolti, necessarie a chi ne aveva bisogno, ma solo per brevissimi periodi. In paese esistevano negozi di tutti i generi, da quelli alimentari dislocati anche nei vari rioni, alle tabaccherie, ai negozi di tessuti e confezioni, casalinghi, ferramenta, elettrodomestici, Montella aveva anche numerose botteghe artigiane di: sarti, calzolai, barbieri, falegnami ecc. Nel dopoguerra le famiglie con scarse risorse economiche, non riuscivano quasi mai a pagare le spese all'acquisto, per cui molti esercenti in special modo quelli che vendevano gli alimentari facevano credito, usando il sistema di un libretto su cui venivano segnati gli importi delle spese, che comunque venivano regolarmente pagati dai debitori solo in determinati periodi dell'anno, quelli della vendita dei raccolti e quelli in cui c'erano più giornate di lavoro da fare.
Qualche piccola industria, legata alla produzione del legname, e alla fabbricazione delle bibite dava lavoro solo a pochissime persone. Di queste condizioni, nessuno si lamentava e cercava, tutti i modi possibili per riuscire autonomamente a sbarcare il lunario. Nei vari rioni la socialità era una delle cose più belle che in quei tempi esisteva, ognuno si preoccupava e condivideva in vari modi, le difficoltà, i problemi, le disgrazie degli altri, come se il rione fosse tutta una famiglia. Le abitazioni, molte delle quali erano state danneggiate dai ripetuti terremoti del passato, erano per lo più fatiscenti, quasi inabitabili, durante i freddi inverni la vita in quelle case, era ancora più dura.

Quando la neve ricopriva tutto per intere settimane, in ogni casa, per fortuna non mancava mai un grande camino sempre acceso e nemmeno la legna da ardere, gli ambienti principali venivano riscaldati a sufficienza. Molto peggio si trovavano gli abitanti delle città grandi come, Napoli, Salerno, Avellino ecc. dove anche le famiglie ricche non riuscivano ad acquistare generi alimentari prima necessità, per questo dovevano sottostare ai prezzi esosi e speculativi di un mercato nero fiorente. Alle famiglie povere cittadine, non rimaneva che mandare dignitosamente a mendicare i loro figli nelle campagne, come succedeva in quei tempi a Montella, dove si vedevano bambini davanti ai portoni a chiedere un pezzo di pane, una frutta, qualcosa da mangiare per combattere la fame e andare avanti.

Si può dire che a Montella, la guerra negli anni successivi, portò, come ovunque in Italia, i problemi comuni di un paese che quella guerra aveva persa, ma con conseguenze meno pesanti per i suoi abitanti, per la posizione favorevole, per le risorse naturali e soprattutto per l'operosità di tutti, mai venuta meno. Purtroppo, non ci fu lo sviluppo previsto, come quello verificatosi nelle zone dove si trattava di ricostruire tutto quello che durante la guerra era stato distrutto. La mancanza di lavoro, causa di disoccupazione e di conseguenza di povertà, costrinse o indusse tanti uomini validi e poi le loro famiglie, ad abbandonare il paese. Andavano ad ingrossare le file di quelli che emigravano, per ragioni economiche, in nazioni europee, oltreoceano e al centro-nord Italia, a fare là i peggiori lavori di cui quelle comunità avevano bisogno. In quei tempi i migranti, contribuirono con le loro rimesse in denaro, ma anche inviando capi di abbigliamento, ad aiutare un numero importante di familiari paesani rimasti.

Col tempo la situazione economica di Montella, per diverse ragioni, comuni a tutto il sud, è rimasta legata all'agricoltura, alla castanicoltura, all'allevamento, e dopo il terremoto del 1980 al rinnovo, al recupero e alla ricostruzione del patrimonio edilizio.

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Giovanni Palatucci dalla scuola primaria al diploma di maturità classica (1915–1928 )”.

Si tratta di uno scritto , sotto forma di quaderno di circa 40 pagine sul percorso scolastico di Giovanni Palatucci, così identificato: “dalla scuola primaria al diploma di maturità classica (1915–1928 )”.
Nello specifico abbiamo realizzato e metteremo in distribuzione circa 500 copie, a seguito di un dibattito/conferenza ( date da definire nel 2024/2025 ), proprio presso le scuole che il Palatucci frequentò. ( Scuola elementare di Montella; Ginnasio Dionisio Pascucci in Dentacane di Pietradefusi in provincia di Avellino; Liceo classico Pietro Giannone di Benevento e infine nel prestigioso liceo Torquato Tasso di Salerno, dove il giovane Palatucci, conseguì il diploma di maturità classica, rilasciato il 23 novembre 1928, come privatista ).

 

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Antibiotico-Resistenza di Peppino Volpe

ANTIBIOTICO-RESISTENZA  L’Influenza è una malattia stagionale che in Italia si manifesta soprattutto nel periodo invernale che colpisce milioni di persone. L’esordio della malattia è caratterizzato da brividi, febbre che aumenta fino a raggiungere e a volte superare i 39°C, tosse, faringite, raucedine dolori articolari, spossatezza,ecc. Le suddette manifestazioni, di solito, si risolvono nel giro di pochi giorni (1 settimana circa) anche se vi sono casi che hanno anche una maggiore durata. In pochi casi vi possono essere complicanze cardio-polmonari che necessitano di ricovero.
I farmaci da usare in queste malattie virali sono sostanzialmente sintomatici (antiinfiammatori, antipiretici ecc) senza dimenticare i classici rimedi dei nonni che consistevano nel riposo (non contemplato in questa frenetica società), nel brodino caldo e nel miracoloso “tiolo mbietto “(mattone riscaldato). La predetta terapia è valida anche per il covid anche se in quest’ultimo caso, nei pazienti ad alto rischio, può essere somministrato il Paxlovid (farmaco antivirale).
Molto utile per prevenire l’influenza è la vaccinazione che non è obbligatoria ma è fortemente raccomandata nelle persone anziane e nei pazienti giovani affetti da patologie a rischio (oncologici- diabetici, cardiopatici ecc-ecc). Bisogna ricordare, tuttavia, che anche chi si è sottoposto a vaccinazione può ugualmente contrarre l’infezione anche se con una sintomatologia molto sfumata.
Gli antibiotici NON sono efficaci contro le infezioni causate da virus come il normale raffreddore, l’influenza, il covid ecc., anzi, l’uso eccessivo e inappropriato negli uomini e negli animali sta contribuendo ad accelerare drammaticamente il fenomeno dell’antibiotico-resistenza che rappresenta una delle principali minacce alla salute pubblica.
Si stima che in Italia (seconda solo alla Grecia) in un elenco di 29 paesi, per 100000 abitanti vi sono almeno 19 decessi/anno attribuibili ad infezioni di microorganismi multiresistenti. In Olanda, ultima dell’elenco è di 2 decessi/anno ogni 100000. Si prevede che nel mondo, nel 2050, le infezioni batteriche causeranno circa 10 milioni di morti all’anno, superando ampiamente i decessi per tumore (8,2 milioni), diabete (1,5 milioni) o incidenti stradali (1,2 milioni). Il problema, pertanto, non appartiene ad un futuro lontano ma è dietro l’angolo.
È bene sottolineare che il rischio di essere infettati da batteri antibiotico-resistenti riguarda non solo la persona che prende gli antibiotici in modo improprio ma anche coloro che saranno successivamente contagiati da quegli stessi batteri, quindi, l'antibiotico-resistenza non è un problema solo individuale ma sociale. Pertanto, è una battaglia importante che possiamo vincere solo se c’è la consapevolezza della gravità del problema ed ognuno, nel proprio piccolo, può dare un contributo evitando il “fai da te” e rispettando le indicazioni terapeutiche dei medici. Anche l’AIFA, in collaborazione con il Ministero della Salute, ha cercato di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla gravità del problema promuovendo spot sui vari mass media nazionali.
Anche quest’anno tra la fine del 2023 e l’inizio del 2024 c’è stato un vero tsunami di contagiati tra influenza e covid che ha rischiato di travolgere il già traballante sistema sanitario nazionale, dalla medicina territoriale a quella ospedaliera. Noi medici abbiamo faticato non poco a tranquillizzare i pazienti e a limitare al minimo la prescrizione di antibiotici scontrandoci, qualche volta, con la richiesta insistente del paziente apprensivo o con le teorie bizzarre di qualche “virologo” di noi altri. A volte il paziente rimbalza tra i vari servizi medici (Medico di famiglia- guardia medica- pronto soccorso, medico ospedaliero e/o privato) intasandoli, fino a quando qualcuno, stremato, non gli prescrive qualcosa.
Anche nel settore veterinario, è necessario evitare il “fai da te” e attenersi scrupolosamente alle indicazioni terapeutiche del medico veterinario, che prescriverà l’antibiotico “quando serve e quanto serve”. Pericolosissimo è l’uso scriteriato degli antibiotici negli allevamenti intensivi.
La scoperta degli antibiotici è stata una conquista che ha cambiato la storia dell’essere umano salvando milioni di persone da morte sicura, cerchiamo di non renderli inefficaci.

                                                                                                                                                     Peppino Volpe

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Una donna originaria di Montella Perde il controllo dell'auto e finisce in una cunetta dell'ofantina

I< Vigili del Fuoco del distaccamento di Montella, questa mattina  18 febbraio sono intervenuti  sull'Ofantina, per un incidente stradale che ha visto coinvolta una  autovettura la quale sbandava e finiva nella cunetta.

La donna alla guida di 30 anni originaria di Montella, rimaneva incastrata nell'abitacolo e i primi soccorsi sono stati prestati da un Vigile del Fuoco  La donna  è stata liberata ed affidata ai sanitari del 118 intervenuti, e trasportata alla Città ospedaliera di Avellino . Per il recupero del veicolo si è reso necessario l'intervento dell'autogru dalla sede centrale di Avellino, e per i rilievi di loro competenza sono intervenuti i Carabinieri del nucleo Radiomobile di Montella.

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A Montella, una giornata insieme per conseguire l'importante certificazione BLS-D.

A Montella, una giornata insieme per conseguire l'importante certificazione BLS-D. Fondamentale al giorno d'oggi conoscere bene le tecniche di primo soccorso. Impara anche tu a salvare una vita!
Largo Giulio Capone Montella AV.

 

0827 197017 351 7659471
www.istitutobisogno.it

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Furti nelle chiese di Cassano e Montella, 27 indagati

La banda che agiva in tutta la Campania rubando opere d’arte e oggetti religiosi di valore per poi rivenderli  è stata sgominata- ventisette le persone indagate per furto e ricettazione di opere d’arte da chiese e palazzi storici in varie città.

Irpinia rubata anche una statua in gesso raffigurante "Tobia", una scultura in legno raffigurante "Pesce", due medaglioni in argento e due corone in argento, trafugati il 21 dicembre 2016 dalla chiesa "San Bartolomeo Apostolo" di Cassano Irpino. E ancora un dipinto su ceramica di “San Francesco d’Assisi” e una scultura in legno raffigurante "Ecce homo", sottratti il 17 febbraio 1970 dal Convento "San Francesco a Folloni" di Montella.

I carabinieri hanno notificato il provvedimento di chiusura delle indagini preliminari emesso dal pubblico ministero Daniela Pannone della Procura di Santa Maria Capua Vetere.

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Bando di concorso premio Sabino Dello Buono

Bando di concorso per l'assegnazione del premio Sabino Dello Buono . Realizzazione di un opera avente ad oggetto la Raffigurazione del SS. Salvatore  nella fede popolare.

 

 

 

 

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Antonio Lepore da Montella alla Gloria Michelin

Antonio Lepore da Montella alla Gloria Michelin Il percorso gastronomico di Antonio Lepore è un racconto di passione, esplorazione e una ricerca incessante dell'eccellenza culinaria. Dalle umili origini a Montella, in Campania, fino al prestigioso riconoscimento delle stelle Michelin, la sua storia è un esempio della potenza trasformativa della dedizione e della creatività in cucina. La Biografia
L'avventura culinaria di Antonio Lepore inizia a soli 14 anni, quando lascia la sua Montella natale in Campania per intraprendere un percorso di formazione alberghiera a Roccaraso, in Abruzzo. Terminati gli studi, decide di approfondire le sfumature delle cucine regionali e nazionali sotto la guida di Michele Casciato al Grande Albergo. La sua ricerca della raffinatezza culinaria lo porta poi oltre i confini italiani, alla Tutton's Brasserie di Londra, arricchendo il suo repertorio con sapori internazionali.

Tuttavia, il richiamo delle montagne e dei laghi italiani è irresistibile. Antonio ritorna alle sue radici, unendosi al team del Ristorante Verbano sull'Isola dei Pescatori del Lago Maggiore. Qui inizia a comprendere veramente l'importanza del piatto, la qualità delle materie prime e l'importanza dei prodotti stagionali.

Nel 2018, il percorso di Antonio lo porta da David Cattoi al Lido Palace di Riva del Garda. Questa esperienza accende la sua curiosità per le tradizioni e i sapori trentini. Gestisce abilmente il suo tempo tra la cucina innovativa ma anche un po' mediterranea di David sul lago e periodi stagionali nelle montagne di Madonna di Campiglio.

L'inverno del 2019 segna un momento cruciale nella carriera di Antonio quando entra a far parte della cucina di Giovanni D’Alitta al Bio Hotel Hermitage di Campiglio come sous chef. Questa collaborazione è fondamentale per la sua crescita professionale, sviluppando una profonda comprensione culinaria. Il suo potenziale viene presto riconosciuto dalla famiglia Maffei, che lo porta a fare un'importante esperienza con Enrico Crippa al Piazza Duomo di Alba. Qui, la sua fascinazione per i vegetali e l'arte del foraging fioriscono, ulteriormente perfezionati durante il suo tempo con la Chef stellata Antonia Klugmann all'Argine a Vencò.

Ritornando al Bio Hotel Hermitage come Chef nel dicembre 2022, il viaggio di Antonio si completa con uno stage nella cucina dello Chef stellato Nino di Costanzo presso DanìMaison ad Ischia. Nino gli trasmette una profonda apprezzazione per i sapori casalinghi e l'eleganza del gusto e della presentazione, enfatizzando la disciplina e l'attenzione ai dettagli.

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Montella saluta Gianluca Fatale

Montella saluta Gianluca Fatale Chiesa Madre 22 Febbraio 2024

 

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Gianlù

Caro Staffs,       così ti chiamavamo fin dai tempi di “Tele C” ed a te piaceva tanto. E’ troppo facile dire bene di te, sei stato un combattente indomabile ed hai sempre eccelso in qualsiasi attività ti sia dedicato.
Il tuo capolavoro assoluto è stato l’ aver generato tua figlia Diletta ma anche ad ognuno di noi hai dato tanto.
Amavi Montella e con la tua inseparabile compagna, la telecamera, hai lasciato documenti storici al tuo paese, le riprese alla famosa Via Crucis di Nanzi Corte, i vari servizi giornalistici di Tele C, le dirette di tanti eventi civili e religiosi e tanto altro ancora.
Con la tua tenacia sei poi “salito di grado” e sei diventato il regista della squadra esterna “Montella 1” per le dirette streaming di montella.eu.
Eri preciso, professionale, a volte pignolo ma potevi permettertelo perché sapevi il fatto tuo.
L’ ultima volta che ci siamo visti, una settimana fa, abbiamo discusso della prossima diretta dal Santuario del Santissimo Salvatore del quale eri devotissimo, devozione che hai trasmesso a tua figlia.
Non abbiamo potuto fare nulla per te, nessuno ha potuto far nulla.
L’ unico modo per onorarti è quello di dedicarti una diretta che siamo sicuri apprezzerai tantissimo.
Domani alle 9 saremo in Chiesa per una diretta streaming e tu sarai il nostro regista e lo resterai per sempre Gianlù, mai nessuno ti sostituirà, te lo promettiamo.
Ciao Staffs.

 

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Gianluca non è più tra noi

Sei stato uno di noi.....Anche durante la tua malattia, non hai mai perso il tuo sorriso.  Un autentico lupo, esempio di vita vera.

Montella ti ricorderà come meriti. Con gli occhi gonfi di lacrime, ti facciamo una promessa :  NON TI DIMENTICHEREMO MAI! ❤

 

Le esequie avranno luogo Lunedì 12 Febbraio 2024 alle ore 09,00 nella Chiesa Madre.

 

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Plastimontella su Italia Green

Italian Green su Rai Due  La puntata è stata registrata direttamente a Montella (AV) il 9 febbraio 2024 pressol'azienda  Plastimontella. un'occasione imperdibile per scoprire lo splendore di Montella e le iniziative green sostenibili https://fb.watch/q7BrBfmGLA/

 

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Modena commemora Giovanni Palatucci, funzionario di Polizia, Questore di Fiume

In occasione del 79° anniversario della morte di Giovanni Palatucci, funzionario di Polizia, già Questore di Fiume, morto il 10 febbraio 1945 nel campo di concentramento nazista di Dachau, questa mattina è stata deposta una corona di alloro dinanzi alla stele a lui dedicata nel piazzale antistante la Questura. Presenti alla cerimonia le massime Autorità cittadine e le rappresentanze dell’A.N.P.S. di Modena e Sassuolo.

Palatucci nasce a Montella (AV) il 31 maggio 1909. Si laurea in Giurisprudenza nel 1932 presso la Regia Università di Torino. Nel 1936 vince il concorso e si reca a Roma per frequentare il 14° corso per Funzionari della Pubblica Sicurezza al termine del quale viene assegnato alla Questura di Genova. Il 15 novembre 1937 viene trasferito presso la Questura di Fiume, dove assume l'incarico di responsabile dell'Ufficio stranieri.

Dall’8 settembre del 1943 fu reggente della Questura di Fiume e, dopo un anno, il 13 settembre 1944 viene arrestato dalla Gestapo e portato nel carcere "Coroneo" di Trieste con l'accusa formale di cospirazione ed intelligenza con il nemico. Qui viene condannato a morte dalle autorità tedesche per la sua attività a favore delle migliaia di profughi ebrei che riuscì a sottrarre alle persecuzioni naziste. Il 22 ottobre 1944 viene deportato nel campo di concentramento di Dachau, vicino a Monaco di Baviera (matricola 117826). Il 10 febbraio 1945, a poche settimane dalla Liberazione, muore a soli 36 anni dopo quattro mesi di stenti e sevizie.

Durante la sua permanenza a Fiume, come Funzionario di Pubblica sicurezza, Giovanni Palatucci aiutò gli oppressi dal nazifascismo salvando molte vite. Già nel 1937, quando era responsabile dell’Ufficio stranieri di Fiume, distrusse moltissimi fascicoli di cittadini di religione ebraica per sottrarli alla deportazione nei campi di sterminio nazisti.

È stato un esempio e portatore di quei valori di giustizia e servizio in favore dei cittadini. Per tale motivo Giovanni Palatucci, nel 1990, è stato dichiarato Giusto tra le nazioni dallo Yad Vashem, l’Ente nazionale per la memoria della Shoah dello Stato di Israele, nel 1995 è stato insignito della medaglia d’oro al merito civile e, dal 2004, lo Stato del Vaticano lo ha proclamato “Servo di Dio”, titolo attribuito alle persone per le quali è stato avviato il processo di beatificazione.

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Il campo base regionale dei vigili del fuoco a Montella

A Montella il campo base regionale dei vigili del fuoco. Il Comune sigla l’intesa col Ministero Un'area da 4.500 metri quadrati nell'area Pip di Contrada Baruso è stata destinata a sede di coordinamento delle attività dei caschi rossi, calamità ed emergenze. Firmato il protocollo con il Ministero dell'Interno e il coordinamento regionale del Dipartimento dei Vigili del fuoco

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Chiediamo la grazia al Presidente della Repubblica per il Dottor Iannace Carlo

Il Dottor Iannace Carlo è un medico di grande competenza e dedizione, che ha dedicato la sua vita alla terapia e alla prevenzione. È un uomo che ha fatto del suo lavoro una missione, permettendo a tantissime donne di poter continuare il percorso della vita. Questo è il Dottor Iannace, sempre al suo fianco carissimo dottore.

La sua professionalità ed umanità sono state fondamentali nel campo della medicina in Italia. Nonostante le sue numerose realizzazioni, si trova ad affrontare ingiustizie che minano la sua reputazione e la sua carriera.

Chiediamo giustizia per il Dottor Iannace Carlo. La sua dedizione al lavoro merita rispetto e riconoscimento, non ostacoli o diffamazione. Sosteniamo questo medico eccezionale nella lotta contro l'ingiustizia.

Firmate questa petizione per sostenere il Dottor Iannace Carlo nella lotta contro le ingiustizie che sta affrontando.

Non si deve fare nessuna donazione.

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