Notizie su Montella
Inaugurato il Primo Plesso dell’Istituto Comprensivo “G. Palatucci” Domenica 27 aprile 2025, alle ore 16:00, si è tenuta l’inaugurazione ufficiale del Primo Plesso dell’Istituto Comprensivo “G. Palatucci”. Alla cerimonia hanno partecipato le istituzioni locali, il corpo docente, il Preside Bosco, la Dirigente delle scuole della provincia di Avellino, dottoressa Pagliuca, insieme agli alunni e alle loro famiglie.
L’evento, organizzato dal Comune di Montella, si è svolto presso la nuova sede scolastica in Via Francia (Campo dei Preti). È stato un momento di grande significato per l'intera comunità, che ha voluto celebrare con entusiasmo l’impegno verso l’istruzione e il futuro delle nuove generazioni.
Una nuova, splendida soddisfazione per Montella e per tutti i montellesi: Antonio Pizza ha conseguito la laurea in "Discipline Musicali" con specializzazione in Basso Elettrico Pop-Rock! Un traguardo importante che riempie d’orgoglio la sua famiglia e tutta la comunità. Antonio, giovane musicista dal talento brillante, ha coronato un percorso di studio intenso e appassionato, portando avanti la sua vocazione artistica con determinazione.
Alle sue spalle, una famiglia che ha sempre creduto in lui e che oggi condivide con entusiasmo questo successo: il papà Amedeo Pizza, la mamma Salli Rota, la sorella Elvira e i suoi adorati nipotini Helena e Antonio. Ma la gioia è ancora più profonda se si pensa alla soddisfazione dei nonni, in particolare del nonno Antonio Pizza, conosciuto in tutto il paese come "l’organista di Montella", e della nonna Elvira Pizza.
Antonio porta avanti una tradizione musicale che, grazie a lui, guarda ora con rinnovato entusiasmo al futuro.
Tutta Montella applaude questo bellissimo traguardo. Complimenti, Antonio
La religiosa 93 enne ha conosciuto da vicino il Pontefice già dai tempi dell’Argentina e quando veniva a Roma lasciava nella Casa del suo Istituto le vesti talari: "Nella direzione spirituale raccomandava sempre la sincerità e la verità”
“Uomo della verità, della spiritualità e della rettitudine”. Così ricorda Papa Francesco, suor Caterina Garofalo, di 93 anni, religiosa dell’Istituto delle Suore Povere Bonaerensi di San Giuseppe. Nel passato prima di essere eletto Papa, quando veniva a Roma, Jorge Mario Bergoglio si recava in visita nella Casa dell’Istituto dove lei, allora, era superiora. In questa Casa peraltro si trovava anche suor Maria Bernardetta dell’Immacolata, che è stata amica del Papa per tanti anni già dall’Argentina. Lo stesso Papa Francesco ha ricordato questa suora che si è spenta nel 2001, per il suo “carisma di essere vicina ai sacerdoti e ai seminaristi”. Di questa religiosa peraltro è in corso la fase romana della causa di beatificazione e canonizzazione.
Suore Povere Bonaerensi di San Giuseppe ROMA
Il racconto di suor Caterina
“L’ho conosciuto la prima volta a Buenos Aires quando lui non era ancora vescovo e poi sono stata superiora a Roma e l'ho ricevuto ogni volta che è venuto, da vescovo, da cardinale”, racconta ai media vaticani la suora. “Fra noi c’era una grande amicizia e una grande stima. Lui ha conosciuto le nostre suore a Buenos Aires. Veniva a Roma, soprattutto quando è stato fatto cardinale per le riunioni in Vaticano e lasciava le sue vesti talari nella Casa. Le veniva a prendere quando arrivava a Roma e le riportava quando partiva”. Si avverte nella religiosa molta commozione e affetto. “Quando veniva a Roma nella direzione spirituale mi raccomandava la sincerità, la verità, la rettitudine” e poi dava sempre una raccomandazione spirituale.
Suor Pierina con Papa Francesco
Direzione spirituale
La stessa suor Caterina ricorda il legame che Papa Francesco aveva con suor Maria Bernardetta che aveva cosciuto già in Argentina. “Molte volte, quando i seminaristi avevano qualche difficoltà spirituale, lui li mandava da suor Bernardetta: la chiamava la mamma dei seminaristi. Per qualunque consiglio mandava i seminaristi da lei, aveva una grande stima per la suora, hanno collaborato”, ricorda la religiosa. E quando suor Bernardetta si trovava a Roma, i seminaristi venivano a trovarla e lei procurava di tutto e di più, specialmente per quelli poveri: suor Bernardetta “aveva il carisma di guidare spiritualmente i seminaristi. A noi ha dato tanto buon esempio”. Fu tra l'altro l'allora cardinale Bergoglio a impartirle il sacramento dell'Unzione degli infermi.
Le vesti del cardinale Bergoglio ancora conservate
La religiosa ricorda anche che le vesti talari del cardinale Bergoglio sono ben conservate nella loro Casa a Roma. “Lui - rammenta - mi domandava molte volte come andava l’istituto e mi raccomandava soprattutto la rettitudine, perché Papa Francesco è stato soprattutto l’uomo della verità, della spiritualità e della rettitudine. Ci incitava a essere sincere e rette in tutti nostri comportamenti e quando veniva era sempre molto gioioso, dava sempre a tutte un messaggio di amicizia, amore e rettitudine”.
Buone notizie per Montella: a breve prenderanno il via i lavori di recupero della storica "Casetta Rossa" al Varo della Spina. Grazie a un finanziamento di circa 400.000 euro, il Comune potrà finalmente mettere in sicurezza, rendere funzionale e valorizzare un edificio che per anni era rimasto in stato di abbandono.
Questo intervento non riguarderà solo la struttura, ma si estenderà anche alle aree di ristoro circostanti e al sentiero che conduce alla suggestiva cascata del Fascio, migliorandone la sicurezza e l'accessibilità.
Nusco – Tutti hanno bisogno di un sorriso, di un abbraccio, di una carezza, di uno sguardo amorevole. Le emozioni belle fanno sentire vivi e vengono percepite anche da chi soffre, da chi vive un disagio. Gli ospiti della RSA di Nusco sono stati allietati dai volontari della Onlus “Teniamoci per mano” che celebra l’arte del clown e il suo potere di trasformare il mondo con un sorriso. A volere fortemente questa iniziativa è stata la sociologa della Residenza per anziani nuscana, Graziana Rossi che ha voluto rimarcare l’opera di volontariato di alto valore morale e sociale dell’associazione presieduta dal dottor Rodolfo Matto, a Nusco insieme alle volontarie Carla Di Lascio e Mena. L’idea è stata supportata da Rotary Club Alta Irpinia, con il presidente Rosario Maglio promotore di varie iniziative di sensibilizzazione sulle tematiche sociali. Tanti i sorrisi regalati attraverso il gioco e la fantasia agli anziani della struttura nuscana. Il sindaco di Nusco, Antonio Iuliano ha ricordato che le Rsa non sono solo luoghi di cura, ma sono soprattutto spazi umani in cui si costruiscono relazioni ed in cui si rinnova il valore della dignità della persona. Presenti all’evento il dottor Pasquale Monda, responsabile della Rsa di Nusco e tutti gli operatori sanitari della struttura che quotidianamente si prendono cura degli anziani ospiti, ha portato il suo saluto il parroco don Valentino Di Napoli. E’ intervenuta inoltre la presidente del distretto di Sant’Angelo dei Lombardi, Imma Giusto che si è augurata che l’associazione “Teniamoci per mano” sia sempre più presente per iniziative simili nelle strutture sanitarie altirpine.
Ogni anno con la Pasqua i cristiani celebrano la Resurrezione di Cristo, ovvero il trionfo della Vita sulla Morte. Il sacrificio di Cristo sulla Croce ha un valore di espiazione, ossia, di pulizia e di purificazione dal peccato. La Croce di Cristo è un atto di redenzione e di liberazione dell’uomo. La condanna a morte, la crocefissione, la morte, la resurrezione e l’apparizione ai discepoli sono i cinque momenti della vita di Cristo che la Chiesa contempla in queste giornate, culmine dell’anno liturgico, da Giovedì Santo al Lunedì di Pasqua. Ma la resurrezione è solo il momento conclusivo dell'intero ciclo della Passione di Cristo, il più commovente e drammatico del racconto evangelico, una parabola che passa attraverso un momento di sofferenza fisica e psicologica, attraverso il tradimento, la tortura, la derisione, la mortificazione, il pubblico scherno, infine la morte.
Gli avvenimenti della Passione vengono celebrati dai cristiani di tutto il mondo e, insieme all'Incarnazione e alle successive Risurrezione e Ascensione, costituisce uno dei misteri centrali del Cristianesimo. Il Venerdì Santo entriamo nel mistero della Crocifissione e morte di Gesù. Il Sabato Santo è il giorno del silenzio di Dio. Cristo è morto, il suo corpo giace nel sepolcro. La Domenica è il giorno del Trionfo della Resurrezione di Cristo. Infine, nel giorno del Lunedì dell’Angelo, la manifestazione del Risorto agli increduli discepoli di Emmaus.
Nel Comune di Montella, ogni due anni, la Parrocchia di San Michele Arcangelo organizza, per il Venerdì della Settimana Santa, l'Agonia e la Processione di Gesù Morto con la Celebrazione della "Passione del Signore" presso la Chiesa di Maria SS.ma Addolorata e, a seguire, la Processione Penitenziale per le strade del borgo.
La tradizione vuole che l’appuntamento sia stabilito nel primo pomeriggio del Venerdì Santo, quando i Sacri Gruppi fanno la loro uscita solenne dalla Chiesa di Maria SS.ma Addolorata. Seguendo un preciso rituale, giovani volontari o gli uomini più forti e devoti della comunità hanno il compito di sollevare a spalla il gruppo sacro. Il percorso della processione si snoda per le vie principali del borgo che vengono percorse di sera, mentre una folla di persone segue il tutto in silenzio.
MONTELLA – C’era una volta un bambino che partiva da Montella, con in valigia due pantaloni e un sogno grande così. Credeva, come tanti, che in America le strade fossero lastricate d’oro. Invece ha trovato il parquet: quello delle palestre, delle sfide impossibili, delle vittorie che si conquistano col sudore e con il cuore. Oggi quel bambino è diventato una leggenda vivente: Geno Auriemma, al secolo Luigino, originario della nostra Montella, è l’allenatore più vincente nella storia del college basket femminile statunitense.
Dodici. Tanti sono i titoli NCAA conquistati alla guida dell’Università del Connecticut (UConn), l’ultimo appena pochi giorni fa, dominando in finale contro South Carolina. Un trionfo che non è più solo sportivo, ma simbolico: Geno non allena solo squadre, cambia il gioco. Un game changer, come lo chiamano in America. Eppure, lui resta quello di sempre: un montellese verace, legato alle sue radici, al dialetto, alla semplicità delle cose fatte bene.
Lo ritroviamo così, una di quelle rare volte in cui torna a Montella. È estate, l’aria è fresca anche quando il sole picchia, come solo qui succede. In piazza, sotto l’ombra di un grande cedro, due o tre cronisti lo aspettano. Lui arriva rilassato, maniche di camicia, una risata pronta e quel modo di parlare che mischia inglese, napoletano e cuore.
Alla domanda di rito – qual è il segreto del suo successo – si prende un momento. Ci pensa, la fronte si acciglia, poi arriva la risposta, semplice come la sua filosofia:
“Well, you know… è che nui amma véncere sempre, tutt’cose. Inzomm, nui amma fa’ comm’ ‘a Juventus.”
Tradotto: non si scende mai in campo per partecipare, si scende per vincere. Sempre.
Ma dietro quel sorriso e quelle battute, c’è una disciplina feroce. Un’altra delle sue frasi-mantra lo racconta meglio di mille statistiche:
“Bisogna fare le cose in maniera che non possano essere fatte meglio.”
È questa la sua filosofia, il suo metodo, il suo segreto. Ed è anche un insegnamento che da Montella ha portato in giro per il mondo: fare le cose bene, sempre, con passione, con serietà, senza mai accontentarsi.
Geno Auriemma è diventato un’icona negli Stati Uniti, una figura di riferimento per generazioni di atlete e allenatori. Ma per noi, resta “Luigino ‘o paisà”, l’uomo che non ha mai dimenticato da dove viene. Un figlio dell’Irpinia che, ovunque vada, porta un pezzo di Montella con sé.
E oggi, mentre il mondo dello sport lo celebra, noi ci stringiamo a lui con l’orgoglio di chi sa che quel successo – fatto di fatica, di visione, di talento – è anche un po’ nostro. Perché dietro ogni grande storia americana, spesso, c’è un piccolo paese italiano. E in questa, c’è Montella.
V.S. montella.eu
RIPROPONIAMO UNA BELLISSIMA LETTERA PERVENUTA A DICEMBRE 2014 DALL'ARGENTINA - Cara redazione,vi scrivo da Argentina, con il motivo dei dieci anni senza Aurelio Fierro, vi mando delle foto, che mio padre, Ferdinando Marano (nato a Montella) ha fatto quando Aurelio é venuto in Argentina nel anno 1961. A casa si parlava della amicizia fra papa e Aurelio, della sua

Descrizione sequenze:veduta della pianura di Volturara in Irpinia ; uno schieramento enorme di soldati marcia per la vasta radura sullo sfondo di una grande scritta:'Viva il Duce . Viva il Re' ; da uno sperone roccioso un gruppo di autorità militari osserva la parata militare che si svolge nella pianura ; Vittorio Emanuele III e Badoglio, e il principe di Piemonte alle loro spalle, osservano verso la pianura ; un reparto di ufficiali a cavallo sfila ; un gruppo di autorità militari giapponesi e di altri paesi assiste alla parata militare ; i soldati dell'esercito italiano sfilano per la pianura ; il Re saluta sull'attenti i soldati che sfilano ; gruppi di militari assistono alla parata da una collina rocciosa ; un reparto di soldati con dei muli carichi di armi ; sfilata di un reparto di artiglieria pesante trainata da cavalli ; sfilata di carri armati e di camion militari ; veduta dall'alto della sfilata dei carri armati ; veduta della collina dalla quale le autorità militari assistono ; fasi della parata militare dei diversi reparti dell'esercito italiano: cavalleria, camion militari, artiglieria pesante, soldati con maschere antigas ecc... ; il Re e Badoglio mentre osservano la parata ; il reparto di bersaglieri sfila correndo ; un reparto di soldati in motocicletta ; reparti di camion militari ; una squadriglia aerea in volo sulla pianura ; immagini dei vari reparti di soldati italiani schierati nella pianura ; il Re con il principe Umberto passano in rivista i vari reparti e salutano gli ufficiali ; la bandiera tricolore sventola ;