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Ritorno a Montella di Graziano Casalini

Ritorno a Montella di Graziano Casalini - Mancavo da Montella dal 2016, a distanza di sette anni, ho trovato in paese diversi cambiamenti, naturalmente in meglio. Ho soggiornato, solo per quattro giorni, troppo poco il tempo a disposizione, per scoprire e vedere tutto il lavoro che era stato fatto per migliorare l'immagine, l'accoglienza, i punti panoramici, le strutture principali del paese. Oltre a gli importanti lavori strutturali, come la risistemazione e la costruzione di nuovi marciapiedi, in alcune delle principali vie cittadine, ho notato la fine dei lavori, nella nuova bellissima sede municipale, degna di una sempre più moderna cittadina. Sono aumentate di molto le manifestazioni culturali, con abbinati spettacoli musicali, conferenze, dibattiti e presentazione di nuove proposte editoriali. Non ho potuto seguire direttamente, e ne sono dispiaciuto, la lunga serie di eventi, nell'ambito del CONVIVIO AL MONTE, la nuova grande iniziativa organizzata in una delle più belle location di Montella. Sta prendendo campo, con successo, su iniziativa privata, l'accoglienza con visite al cosiddetto Bioparco Rosabella, comprendente aree pic-nic, percorso sul fiume Calore, fino a una delle più belle cascate di Montella, questa realizzazione dovrà in qualche modo favorita, in determinati periodi di maggior afflusso, dell'anno, per quanto riguarda la viabilità, i parcheggi e la raccolta rifiuti, allo scopo, di non danneggiare l'integrità del territorio e soprattutto gli interessi dei cittadini. Belle le FESTE DEI CASALI, a cui ho avuto l'onore di partecipare, quella del Rione Sorbo, nella serata anteprima, con la presentazione del mio libro "RACCOLTA DI SCRITTI SU MONTELLA. EU", festa che ha visti impegnati, sotto la sapiente organizzazione del Dott. Gabriele Marano, gran parte dei sorewesi, con la rappresentazione teatrale " NA IORNATA A SUORIO GRANDE " della Associazione Culturale Delli Gatti, e altre attrazioni musicali e comiche, allargando l'evento al rione confinante Cappella. Importante anche il grande impegno, nel preparare e poi nell'organizzare, per novembre, la SAGRA FESTA DELLA CASTAGNA IGP DI MONTELLA, grandissima manifestazione, da annoverare, come la più importante, del settore, a livello nazionale. Nei pochi giorni, che sono rimasto a Montella, ho visto anche con piacere, alcune delle varie feste religiose, con le processioni a cui, o per la fede, o per tradizione partecipano in massa tutti, queste processioni hanno in se, un aspetto un po' folcloristico, per la grande sfilata delle Confraternite, con i confratelli nei loro coloratissimi costumi tradizionali, e con alla testa gli stendardi con i relativi simboli religiosi e dei vari santi. Importanti, anche le varie celebrazioni che possono ricorrere, come i centenari ( vedi quello di Aurelio Fierro ) e altri illustri montellesi, che nel tempo periodicamente si presenteranno. E poi che dire, Montella merita di più, sempre di più, mi è sembrato che i paesani siano coscienti e convinti nel realizzare e raggiunge gli obbiettivi, che potranno portare la cittadina al livello delle altre simili cittadine del centro-nord, o addirittura a superarle. La volontà c'è, basta assecondarla. Un cordialissimo saluto a tutti i montellesi, al Direttore Vittorio Sica e al suo staff.

Graziano Casalini

 

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Omicidi passionali a Montella - Fine ottocento di Graziano Casalini

Omicidi passionali a Montella - Fine ottocento - Ancora dai ricordi di Carmela Marano.
Nella mia famiglia, e nel vicinato di Sorbo, quando ero piccola, si raccontava una tristissima storia che ci riguardava, successa circa 130 anni fa. Fra i numerosi figli di mio nonno, Salvatore Marano, c'era una bellissima ragazza di nome Antonia, che all'età di diciannove anni, aveva già una rivale in amore per un giovane coetaneo del rione San Simeone. La zia aveva anche rinunciato a quell'amore conteso lasciando al ragazzo possibilità di libera scelta. Non ho mai saputo per quali ragioni, come, a causa di questa rivalità, un bel giorno, l'altra ragazza affrontò Antonia mentre camminava tranquillamente in un sentiero di campagna, colpendola più volte con un coltello rudimentale costruito appositamente da sua madre e uccidendola all'istante. In quei tempi, in moltissimi paesi del Sud e anche a Montella vigeva la legge della vendetta, e di lì a poco mio nonno avrebbe dovuto fare giustizia per quell'orrendo fatto. In casa, mia nonna lo incoraggiava a vendicare, l'efferato delitto della loro bella e giovane figlia. Il piano di mio nonno era quello di uccidere, nello stesso luogo e nello stesso modo la rivale assassina, ma questo richiedeva del tempo e gli appostamenti giusti. Ogni volta che mio nonno rientrava dalla campagna, la nonna chiedeva con impazienza, se avesse provveduto a quello che insieme avevano stabilito, fino a che arrivò il giorno che la ragazza si trovò a passare laddove aveva commesso il misfatto, e fu così che a sua volta cadde, nello stesso identico modo e posto dove era caduta la povera Antonia. Dopo questo fatto, mio nonno, sapendo di essere ricercato dalla giustizia ordinaria, si dileguò da Montella, cercando con documenti falsi di imbarcarsi a Genova per gli Stati Uniti, dove avrebbe avuto l'appoggio di alcuni suoi fratelli. Durante il viaggio, in seguito ad un appello di tutti i viaggiatori della nave, ebbe la disattenzione di rispondere al suo vero nome : Salvatore Marano e non al nome falso dei documenti. Così fu scoperto il suo tentativo di fuga, in seguito al quale venne tratto in arresto e carcerato nel penitenziario di Torino. Purtroppo il poveruomo, dopo inimmaginabili patimenti, non resistette al dispiacere e morì dopo soli due anni di carcere, lasciando, mia nonna sola con otto figli, il più giovane di tutti mio padre, che allora aveva solamente due anni. Il giovane conteso, dopo alcuni anni sposò una mia zia sorella maggiore di Antonia, la madre dell'assassina che costruì il coltellaccio, finì anche lei in carcere, comunque posso dire, che la giustizia, anche in quei tempi trionfò. Ho cercato, con mio marito, Graziano Casalini, di ritrovare qualche traccia di questi due delitti, negli archivi del giornale il Mattino, e anche fra le pubblicazione di Mario Garofalo, non essendo riusciti a trovare niente in merito, abbiamo deciso di raccontare, per il Vostro sito, un vecchio grave e luttuoso avvenimento montellese risalente agli anni di fine ottocento, che coinvolse la famiglia Marano detta dei (Flamini) di Sorbo.
Un cordialissimo saluto Carmela Marano e Graziano Casalini

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Un medico di Sorbo di Graziano Casalini

Il Dottore Giuseppe Marano, nato a Montella nel rione Sorbo, primo figlio di una numerosa prole, di Angelo della famiglia soprannominata dei Flamini e di Elisabetta Cianciulli ( Bettina ), si laureò in medicina all'università di Napoli negli anni cinquanta.

Pur essendo molto legato al suo rione e a Montella, iniziò ad esercitare la professione, come internista e medico di famiglia, nella città dove aveva studiato, con l'apertura di un ambulatorio privato in Vico S. Eframo Vecchio, passando poi a gestire il servizio sanitario per il personale dipendente dell'ATAN, Azienda Tranvie Autofilovie Napoli, e in seguito, fino al pensionamento, come Dirigente di un Poliambulatorio INAM napoletano. Peppino, come veniva chiamato in famiglia, fin da piccolo si appassionò a scoprire come funzionavano i vari organi del corpo umano, e questa infantile curiosità, lo portò dopo gli studi liceali, a iscriversi alla facoltà di medicina e chirurgia. Il tempo per il conseguimento della laurea, fu per Peppino, più lungo del solito, perché durante gli studi doveva anche lavorare per mantenersi economicamente a Napoli, dove viveva in una stanza in affitto.

La sua famiglia, molto numerosa, oltre ai genitori, un fratello e sei sorelle tutti più piccoli di lui poteva solo in parte aiutarlo con rimesse in denaro, comunque gli inviava periodicamente generi alimentari, in particolare: latticini e salumi vari, prodotti dalla famiglia nelle sue attività di agricoltori, castanicoltori e allevatori. Un'altra causa del suddetto ritardo, la sua seconda passione, quella di un impegno importante in campo politico a favore del partito comunista, che in quei periodi, dopo il ventennio fascista e la seconda guerra mondiale, era il partito che più di tutti gli altri, rispecchiava le rivendicazioni e le istanze delle masse più povere e deboli del paese: gli operai, i contadini quasi tutti braccianti e mezzadri, ma anche di tante altre categorie di impiegati statali, artigiani e di tutti gli altri lavoratori in genere.

Durante gli studi universitari, partecipava attivamente alle riunioni di sezione e ai comizi del partito, sia a Montella che a Napoli, e questo suo impegno come detto in precedenza, gli procurò non pochi problemi, prima di tutto, con un lieve ritardo a conseguire la sua laurea in medicina. Inoltre, il fatto che lui appartenesse a una formazione politica, considerata avversa o ostile nell' ambito delle persone intellettuali, di cui lui per regola avrebbe dovuto far parte. Per questo, probabilmente, la sua posizione non fu ben vista, o quantomeno sospetta, da una categoria di personaggi legati al conservatorismo e alla nostalgia di un regime, che insieme alla monarchia aveva portato l'Italia in una delle più grandi e catastrofiche guerre. Questo problema, non penalizzò più di tanto, in campo lavorativo l'attività del Dott. Giuseppe Marano, sempre incentrata a un comportamento, prima di tutto umano, corretto e di immedesimazione nelle patologie dei propri pazienti sofferenti, con le cure e l'assistenza doverosamente necessarie. Mi raccontava, che lui, un discreto fumatore, cercava di indurre i suoi pazienti a smettere col vizio del fumo, facendosi consegnare, come pegno o promessa, il loro accendino. Ci fu anche un periodo in cui Peppino, diventò oggetto di minacce e intimidazioni anonime, probabilmente provenienti da personaggi estremisti di destra, legati anche alle varie frange malavitose esistenti nella città di Napoli e nelle immediate periferie. Non sapendo cosa fare di concreto, dopo un breve periodo di riflessione, decise intanto di cautelarsi, nel senso di sentirsi più sicuro, tenendo una pistola nel cassetto della scrivania del suo studio, (che ben conoscendolo, non sarebbe mai stato in grado di usare, nemmeno in caso di estrema necessità).

Sapeva, anche, che se avesse fatto una denuncia alle autorità, questa non avrebbe portato a niente. Però non poteva tenere segreto quanto gli stava capitando, così decise di parlarne con alcuni compagni operai e maestranze, ben conosciuti e fidati ( in quel periodo era il medico del personale ATAN ). Probabilmente, anzi sicuramente, questa iniziativa attivò i suoi pazienti e compagni, a scoprire la provenienza delle minacce e delle intimidazioni, che in poco tempo terminarono e per sempre. Nella vita privata Peppino, dopo il conseguimento della laurea, si sposò con la maestra Eleonora Vuotto, figlia del conosciutissimo Elia, sarto artigiano, fervente socialista montellese poi passato al PCI, sindacalista CGIL, difensore dei diritti di tutti i lavoratori, sul suo conto, così riporta Paolo Speranza nel suo volumetto "LA ROSSA MONTELLA" Fra i dirigenti del movimento sindacale Irpino, Vuotto è quello che più di ogni altro rappresenta ed incarna, tutte insieme, l'anima popolare (legalitaria e non violenta) dei lavoratori, la continuità con la tradizione socialista del primo Novecento, la rigorosa formazione politica da autodidatta, comune a tanti quadri politici e sindacali dell'epoca, la tensione etica e umanitaria che ne fanno una figura originale e di primissimo piano della storia della sinistra Irpina... quale miglior modo di imparentarsi per Peppino? Dalla unione con Eleonora ha avuto due figli: Katia e Sergio, che oggi anche loro vivono lontano da Montella e da Napoli. Peppino era nato a Montella il 18 giugno1923 ed è mancato ai suoi cari in Napoli il 22 aprile 2010.
Io Graziano Casalini ho scritto un po' della sua storia in quanto Peppino era mio cognato e con lui e la sua famiglia ho condiviso molte idee e alcuni momenti belli della vita. L'ho fatto anche per far conoscere meglio ai montellesi la figura del Dott. Giuseppe Marano, medico di Sorbo, che ha esercitato da sempre la sua professione nella città di Napoli, però, non dimenticando mai le sue origini soveresi e montellesi.
Un cordialissimo saluto
Graziano Casalini

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Montella - La cittadina irpina con le sue potenzialità di Graziano Casalini

Spett.le Redazione montella.eu - Il tempo passa veloce, e tutto va avanti nei modi migliori, l'amministrazione e i cittadini sempre più coscienti e responsabilizzati, stanno valutando come sfruttare creando ricchezza, le grandi risorse e le potenzialità, che il paese ha nel suo comprensorio.

L'Irpinia e Montella in particolare hanno avuto in dote dalla natura dei paesaggi variegati e bellissimi, dove non manca veramente niente, dai complessi monumentali e di culto, ai prodotti enogastronomici con vini tipici locali che possono competere con i celebri, Chianti, Barolo, Brunello di Montalcino, Lambrusco, Frascati, ecc. ecc, e poi, i piatti semplici tradizionali, da preferire alle creazioni sofisticate dei più bravi chef stellati.

Una posizione privilegiata per le più che eccellenti qualità è occupata dai prodotti caseari, caciocavalli, mozzarelle, scamorze, ricotte, e dalle carni saporitissime, provenienti da bestiame allevato prevalentemente allo stato brado. I grandi boschi di castagni, e la produzione della castagna IGP, una delle migliori fra tutte quelle delle altre zone della penisola.

Le ottime qualità dei frutti, in gran parte da coltivazioni autoctone, come: le noci, le susine, le nocciole, le mele, le pere, l'uva, e alcuni molto rari, ma particolari, come il gelso nigra, senza dimenticare i frutti provenienti dalla terra: i funghi e i profumatissimi tartufi. La montagna, che oltre ha essere ricca di castagneti e faggete, ha numerose sorgenti di acqua leggerissima e purissima, che durante le stagioni favorevoli scorrendo verso valle, forma alcune bellissime cascate, dicevo la montagna, da svariati punti panoramici, delizia il visitatore, con viste stupende sulle sottostanti pianure, fino a spaziare sulle vicine città e sul mare salernitano.

       

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Graziano Casalini , la mia biografia

Spett.le Redazione Montella.eu , Leggo nella rubrica degli autori del Vs. sito, che nessuno di noi, ha, fino ad ora inserito la propria biografia come richiesto, forse perchè quasi tutti paesani e conosciuti alla maggior parte dei visitatori del sito. Io non sono montellese, ma toscano e più precisamente della provincia di Firenze, ma molto legato a Montella per aver sposato una ragazza del vostro paese e per aver conosciuto fin dal 1966 il paese con tutte le sue specialità gastronomiche tipiche legate alla produzioni agricole in genere, alle castagne e ai latticini realizzati col latte delle mucche podoliche allevate allo stato brado. Il paese con i suoi importanti luoghi di culto, le vestigia dell'antico borgo, i panorami con i paesaggi mozzafiato, le acque finissime delle varie sorgenti, ma, soprattutto la cosa più importante e particolare di Montella, la comunità delle sue genti per la loro ospitalità, il cuore e il bel dialogo, che una volta rotto il ghiaccio si può avere con tutti.
Ed ecco la mia storia, nasco nella frazione, Bassa nel comune di Cerreto Guidi, nel 1942 con la seconda guerra mondiale in corso, da Antonio e Rosa Boschi due giovani di origini contadine, naturalmente mezzadri, per come era strutturata quasi tutta l'agricoltura toscana in quel periodo. Mio padre per essere stato colpito dalla poliomelite all'età di 21 anni, con i postumi di quella brutta malattia fu costretto a cambiare mestiere imparando un nuovo lavoro, stando comodamente seduto: quello del calzolaio. Mia madre feceva la casalinga, pensando ad allevare conigli, animali da cortile e a coltivare un piccolo orto. I miei primi ricordi di piccolo bambino furono i ricordi della guerra, col fronte che vedeva attestati gli alleati sulla riva sinistra del fiume Arno, mentre l'esercito tedesco stazionava sulla riva destra fronteggiandosi quasi tutti i giorni a suon di cannonate e bombardamenti che cadevano dalla nostra parte dove si trovava il mio piccolo borgo. Spesso gli alleati bombardavano strade, ponti, linee e centri ferroviari, io non avevo paura a sentire il crepitio delle batterie contraeree tedesche e incoscientamente quasi né ero divertito. Quando avevo appena due anni abbandonammo casa, per passare i mesi estivi del 1944 in rifugi scavati nel terreno tufaceo della collina, nei pressi di una chiesetta vicino all'abitazione di alcuni zii, in seguito ad un bombardamento alleato che provocò nel nostro piccolo borgo abitato da nove famiglie, otto morti e altrettanti feriti, per puro miracolo o combinazione, nessuno di noi subì dei danni fisici o meteriali. I tedeschi erano in ritirata e il fronte sull'Arno durò poco tempo, provocando comunque ingenti danni, tante vittime per i bombardamenti, le rappresaglie, con vere e proprie stragi di persone innocenti e le razie di tutto ciò che poteva servire ad un esercito in fuga e pronto a riorganizzare altri fronti più a nord.

Gli uomini validi non impegnati in guerra dovevano vivere alla macchia o in nascondigli improvvisati per il rischio di essere deportati in Germania o aggregati alle truppe tedesche, mio padre, per la sua invalidità poteva circolare liberamente. In autunno rientrammo nella nostra casa, dove avevano soggiornato alcuni militari, fortunatamente alcune cose importanti per la famiglia, come la macchina da cucire di mia mamma, non furono raziate perché mio padre le aveva ben nascosce in un sottoscala costruendo un muro che isolava quello spazio alla visibilità dell'ambiente. Intanto io crescevo, e verso l'età di tre anni, mi davo da fare, con martello chiodi e pezzi di sughero al banchetto accanto a mio padre, che allora lavorava in casa alla fabbricazione tutta manuale di vari tipi di scarpe: anfibi in cuoio e vacchetta, sandali da donna con zeppa, zoccoli in legno molto richiesti dopo la guerra ecc. ecc. Aveva anche da fare molte riparazioni ai paesani, in tempo di guerra le scarpe rotte non si buttavano e venivano fatte aggiustare più e più volte, prima di sostituirle con altre nuove.

Alle ore di "lavoro" seguiva tanto tempo dedicato ai vari giochi all'aperto, non esistevano giocattoli e io mi divertivo col legno delle cassette da frutta e delle casse delle aringhe a costruire macchine agricole, trattori trebbiatrici e quanto di più strano mi viniva in mente. Non mi mancavano gli attrezzi per realizzare i miei prototipi, usavo i trincetti, la raspa, la lesina, le pinze, le tenaglie e il martello di mio padre, facendolo arrabbiare quando gli rovinavo il filo dei trincetti rendendoli inservibili per l'uso del taglio del cuoio e della pelle. A sette anni iniziai gli anni della scuola, a Bassa esistevano solo le classi elementari, tutte con pochissimi alunni, per cui alcune erano accorpate, io frequentai la prima insieme ai ragazzi della seconda, il primo giorno di scuola notai subito che avevo difficoltà visive, non riuscivo a vedere bene ciò che la maestra scriveva sulla lavagna, ero affetto da miopia, mi servivano gli occhiali e i miei genitori si affrettarono a farmi passare una visita con la relativa prescrizione delle lenti, che da allora ho sempre portato ininterrottamente. I cinque anni passarono velocemente, oltre alle lezioni del pomeriggio, cercavo di aiutare mio padre nel suo lavoro, cucivo con spago e gli aghi alcune parti di tomaie per un tipo di scarponi anfibi. I calzolai per cucire non usavano aghi, ma setole di maiale, io non riuscivo con le setole, e mio padre preparava gli spaghi con gli aghi, l'importante era dargli in qualche modo una mano.

Dopo gli esami di quinta dovevo scegliere, se andare alla scuola media, adatta a chi doveva intraprendere gli studi superiori con il ginnasio liceo e poi l'università, oppure la scuola di avviamento al lavoro, commerciale o industriale più adatti, a chi, purtroppo come nel mio caso, doveva successivamente iniziare uno dei tanti mestieri possibili che il mondo del lavoro poteva offrire. Per questo, dopo averne parlato con i miei genitori, di cumune accordo decidemmo per la scuola di avviamento professionale. Una scuola particolare, che non era in tutti paesi, la più vicina si trovava a Santa Croce Sull'Arno a sette Km da casa, dove oltre alle materie classiche, si studiavano: tecnologia laboratorio tecnologico, fisica e chimica, disegno tecnico, con in aggiunta ore di pratica in officina, la materia si chiamava, esercitazioni pratiche che si svolgeva nelle ore pomeridiane alcuni giorni della settimana fino alle ore 18. Queste esercitazioni consistevano nella pratica del lavoro manuale di aggiustaggio, prima su legno e poi su metallo, con l'ausilio di vari tipi di lime, strumenti di misurazione e piccoli macchinari, da aseguire ognuno al proprio posto su un bancone dove tutti si disponeva di una morsa e di un cassetto portattrezzi. Una scuola che lasciava pochissimo tempo per studiare e per i compiti a casa, per di più, per essere raggiunta e rientrare ogni giorno, bisognava impegnare altro tempo nel viaggio, non c'erano allora gli scuolabus e nemmeno gli orari dei bus di linea si combinavano con gli orari di entrata e uscita, l'unico mezzo per arrivare alla scuola era la bicicletta, per fortuna in un percorso completamente pianeggiante, ma tutti i giorni dovevo pedalare per 14 km, e con la pioggia, col vento, con il freddo non era affatto divertente. Quando pioveva pedalavo sotto un mantellone di tela oleata impermeabile con cappuccio, per il freddo mi riparavo con un cappotto pesante di lana color militare, una sciarpa, un berretto in pelle con paraorecchi, due guantoni a muffola di pelle di coniglio, che i miei compagni di classe spesso mi chiedevano per improvvisare degli estemporanei combattimenti di boxe.

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No alla guerra - no war di Graziano Casalini

Spett.le Redazione Montella.eu, La situazione è grave, mi permetto di esprimere alcuni miei giudizi, spero condivisi, Vi prego di giudicare se pubblicarli sul sito, grazie e un caro saluto a tutti Voi.  Dopo due anni di pandemia, il mondo rimane ancora in appresione per una guerra iniziata dalla Russia con l'invasione di uno stato sovrano confinante, l'Ucraina. Le ragioni di questo intervento non giustificano in alcun modo l'accanimento con bombardamenti e lancio di missili sulle principali città del paese, dove vengono distrutte zone risidenziali, infrastrutture, ospedali, con numerosissime vittime fra le popolazioni inermi e danni incalcolabili che a fine guerra lascieranno l'Ucraina all'ultimo posto per la povertà in Europa, con l'economia distrutta ed una grande ricostruzione da affrontare con pesanti sacrifici da parte della popolazione. I motivi dell'invasione russa, sono diversi. Primo, forse, il più importante, secondo me consiste nel paventato ingresso dell'Ucraina nell'Unione Europea e nella Nato. Il secondo, la difesa e loro annessione da parte russa degli stati secessionisti del Donbass, e il completo accesso al mare attraverso la Crimea, già invasa a suo tempo, e altre zone limitrofe ucraine. Secondo notizie certe il governo ucraino, dal 2014 ad oggi ha attuato nel Donbass una politica di repressione su le popolazioni di quelle regioni in maggior parte di origini russe e russofone, che rivendicavano il loro distacco dallo stato ucraino. Queste le ragioni più importanti per cui la Russia di Putin ha scatenato questa invasione di una pericolosità inaudita. E' come se su un ring si facessero combattere un pugile peso massimo contro un pugile peso mosca, combattimento dall'esito scontato, lo stesso si può dire su come finirà la guerra Russia - Ucraina. Un guerra da far cessare prima possibile con tutti i mezzi possibili, prima di tutto per le popolazioni innocenti, per i bambini, per le donne, per le persone anziane e per tutti gli uomini di buona volontà. Aiutare l'Ucraina nel conflitto da parte dei paesi Nato vorrebbe dire allargare la guerra in tutta Europa e forse anche in tutto il mondo. Serve l'apertura di trattative ad oltranza e dirette fra stati belligeranti, con l'aiuto, questo si, di altre nazioni e potenze che fino ad oggi, anche in sede Onu, non si sono schierate apertamente nè da una parte nè dall'altra. Una guerra a livello di quella in atto, ha insiti dei rischi di peso elevatissimo, perché si sta combattendo fra numerosi siti di centrali nucleari, che se colpite anche involontariamente, potrebbero provocare fuoriuscite di radiazioni letali anche nel raggio di migliaia di chilometri. In tutte le trattative, si prevede sempre, dico sempre, un accordo su posizioni di concessioni al ribasso da ambo le parti. Questo, chi va a trattare lo sa benissimo, non si va a trattare se non siamo disponibili ad un compromesso. I paesi occidentali hanno comminato alla Russia gravose sanzioni di carattere economico, che possono rilevarsi anche un'arma a doppio taglio, per far cessare immediatamente questa ingiusta guerra, invece di inasprirle, andrebbero ritirate in cambio del ritiro altrettanto immediato delle truppe russe dall'Ucraina, con il passaggio delle regioni secessioniste alla confederazione russa e la trasformazione dello stato ucraino in stato neutrale, a garanzia della Russia, dell'Europa e della Nato. Forse questo potrebbe essere un buon accordo, per evitare i rischi di una terza guerra mondiale mai vista per l'esistenza non precisata di un numero elevatissimo di armi nucleari. Alla richiesta di negoziati ad oltranza, ora è impellente l'aiuto alle popolazioni che hanno perso tutto e che sono riuscite a fuggire in quasi tutti i paesi europei.
NO ALLA GUERRA - NO WAR
Graziano Casalini

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Il covid quasi due anni di pandemia , di Graziano Casalini

Il covid è una delle peggiori pandemie mai viste da circa un secolo, con un virus che continua ancora a circolare in tutto il mondo, tenendo in apprensione intere popolazioni, provocando milioni di morti, e lungi dall'essere sconfitto definitivamente. Come tutti i virus si ripresenterà come molti altri a scadenze periodiche. Per fortuna, il sistema farmaceutico mondiale è riuscito in brevissimo tempo a produrre diversi vaccini capaci di proteggere il nostro organismo riducendo di molto il rischio contagio e di conseguenza le complicazioni, che in troppi casi hanno avuto esito letale. Ora si sta studiando, un medicinale antivirale che in supporto ai vaccini attenui in modo significativo gli effetti peggiori. Come per i vaccini, di questi medicinali, a breve, ne verranno fuori diversi e si spera che dopo una necessaria sperimentazione, possano essere usati su larga scala come viene fatto per i vaccini. Ad oggi, la situazione mondiale sui rimedi contro la pandemia è questa, sempreché i popoli si convincano che non ci sono altre strade possibili praticabili, cioè quelle dei vaccini, dei nuovi medicinali in fase di sperimentazione e naturalmente del buon senso nel rispettare le norme divenute consuete quali: l'uso della mascherina, il rispetto delle distanze evitando i grandi assembramenti, l'igiene delle mani e degli oggetti ad uso comune. Purtroppo dobbiamo assistere ogni giorno a manifestazioni, contro il governo e i suoi ministri interessati, per le decisioni che puntualmente, dall'inizio della pandemia vengono prese. Abbiamo un minoranza di cittadini, che si rifanno al "NO A TUTTO", oggi NO-VAX e NO GREEN PASS, che non credono, o non vogliono credere nemmeno all'evidenza dei fatti e dei dati, dicono che è tutto un imbroglio, che ci sono di mezzo i grossi interessi delle multinazionali farmaceutiche, capaci per la loro potenza di imporre al mondo intero, il metodo vaccini per combattere il virus. Queste due categorie sbandierano il diritto alla libertà, ma di quale libertà parlano? e quale è il loro concetto di libertà che va a intaccare quella della maggioranza degli altri? La cuminità scientifica mondiale quasi al completo si è trovata daccordo sull'impiego del vaccino, anche per l'urgenza e la mancanza di alternative. La scelta dei nostri governanti, di cercare a tutti i costi di raggiungere l'immunità di gregge con i vaccini, imposti indirettamente con il GREEN PASS, sembra, dai dati attuali, che sia stata una scelta validissima, e portata ad esempio in altri stati europei, vedi la Germania. Diverse nazioni europee, con percentuali di vaccinati molto più basse della nostra hanno un numero di contagi elevati, ed oggi debbono prendere decisioni drastiche di nuove chiusure e limitazioni nei confronti di zone e cittadini scoperti dalla sicurezza del vaccino. Si programma già, per chi ha fatto le prime due dosi, una terza dose e se sarà necessario ulteriori dosi di richiamo, come del resto si fa per i vaccinati contro il tetano e per le normali influenze annuali. La speranza è che piano piano la virulenza si attenui e che vaccini e medicinali oltre ad aumentare l'efficenza, siano sempre più mirati ad attenuare le conseguenze più gravi del covid. C'è anche da dire che molti scienziati prevedono, che ad un certo punto la durata della copertura si allungherà di molto, si parla di cinque o dieci anni. Da queste pagine mi permetto di invitare tutti coloro che per ragioni di dubbio, di paura, e di altre ragioni poco giustificate, a vaccinarsi senza eccessivi timori.

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IL CORONA VIRUS E I CINESI IN ITALIA - di Graziano Casalini

Il Corona Virus, la grande epidemia simile ad una influenza, ma molto più contagiosa delle solite influenze annuali, proveniente da una grande regione cinese, sta mettendo in apprensione tutto il mondo. I casi (qualche centinaio) fino ad oggi registrati in Italia, sono concentrati prevalentemente in due zone circoscritte della Lombardia e del Veneto e in poche unità sparse in altre diverse regioni. Gli esperti dicono che i contagiati dal virus, possono essere anche asintomatici, nei casi gravi si registrano febbri alte, difficoltà rspiratorie, polmoniti interstiziali, che negli anziani con altre patologie pregresse possono portare anche al decesso. Al momento questi casi sono contenuti e sempre riguardanti persone molto anziane. In una percentuale molto alta, il decorso del contagio si manifasta in forme lievi ed è facilmente superato come una normalissima influenza, tenendo presente che chi ne è colpito, dovrà rispettare comunque in ambiente protetto il periodo di quarantena prescritto dal personale medico. In quasi tutti i nostri paesi, si sono trasferite di recente, ma anche da diversi anni, famiglie di cinesi, oggi operanti nelle varie attività produttive, del commercio e della ristorazione. Molte di queste famiglie, nonostante le loro usanze e credenze diverse dalle nostre, si stanno, o si sono inserite abbastanza bene nel nostro paese. Esistono in Italia, e in particolare nella mia regione, la Toscana, ragazzi e giovani già di seconda generazione che parlano correttamente la nostra lingua anche nelle forme dialettali, che avrebbero tutti i titoli per avere la cittadinanza italiana. Questi contribuiscono all'economia del paese con numerose imprese, dando lavoro anche a nostri concittadini, purtroppo le leggi italiane, molto numerose, hanno delle maglie larghe e le imprese cinesi sono molto abili nello sfruttare questo sistema in qualche modo anomalo. Generalmente, le comunità cinesi, e in Toscana abbiamo la più numerosa addirittura d'Europa, quella di Prato, con trentamila e forse più persone, sono molto laboriose di altre comunità comprese le nostre. Ed è proprio a Prato, che i primi di febbraio, tutti i cinesi residenti davano vita ogni anno alla grande festa del loro capodanno, solo alcune centinaia tornavano nel loro paese per passare le festività con i famigliari rimasti in patria. Quest'anno molti sono partiti prima che scoppiasse l'epidemia, e alcuni hanno fatto in tempo a rientrare, usando l'accortezza di mettersi in qurantena volontaria, evitando eventuale contagi nella loro comunità, ma anche nei confronti dei pratesi. Altri trattenuti, dovranno rientrare e saranno accuratamente controllati. Come vedete in Toscana non siamo messi troppo bene, però niente allarmismi, ci sono stati pochissimi casi non gravi, dovuti a collegamenti non cinesi e con i focolai del nord italia. La paura che l'epidemia si allargasse anche da noi, ha portato la gente a correre nei centri commerciali a fare sconsideratamente, rifornimenti eccezionali di generi alimentari, nonostante le rassicurazioni delle principali catene distributive. Alcuni fra i peggiori razzisti, si sono permessi di allontanare e insultare, come appestati cittadini cinesi, molti dei quali probabilmente non andavano in Cina da anni, una vergogna inaudita. In queste occasioni, c'è anche chi cerca di speculare sui prezzi di vendita di mascherine protettive e disinfettanti, e chi si approfitta cercando di raggirare ignare persone anziane con tamponi a domicilio, per questi approfittatori, la legge dovrebbe prevedere il roddoppio della pena. Per voi del sud i rischi, per diverse ragioni, sono minori, comunque, visto come evolve l'epidemia, c'è solo da rispettare le disposizione emanate quasi giornalmente dalle istituzioni e sperare che a breve tutto si esaurisca.


Graziano Casalini
26 febbraio 2020

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LAO, l'orto di generazioni di Montellesi di Graziano Casalini

Lao, una piccola conca pianeggiante, inserita in un contesto stupendo di pendii dove esistono quasi esclusivamente piante secolari di castagno, è stato, ed è uno dei luoghi più interessanti della campagna nel comune di Montella. La conformazione del terreno di questa zona, facilmate alluvionabile nei mesi invernali, non ha permesso la formazione di un piccolo lago - da qui il nome dialettale Lao - per l'esistenza in più punti di inghiottitoi - ventare - che come imbuti travasano le acque provenienti dalle montagne, nelle grotte carsiche e probabilmente anche in fiumi sotterranei. Questo continuo scorrimento delle acque piovane ricche di sostanze organiche provenienti dai sovrastanti castagneti, ha reso quei terreni esageratamente fertili. Ecco perché da tante generazioni i paesani hanno fatto di tutto per sfruttare al meglio e in modo razionale l'area, con svariate coltivazioni, le più importanti per la loro alimentazione e per l'alimentazione degli animali domestici, patate, cavoli, rape, bietola, zucche, granoturco, faglioli, sono alcune delle molte altre qualità di ortaggi prodotte da sempre in piccoli appezzamenti famigliari. A completare questi orti paesani, anticamente erano stati piantumati un gran numero di frutti, quasi esclusivamente noci e meli. I raccolti stagionali di queste due tipi di piante, oltre ad essere più che sufficienti per le famiglie dei proprietari dei fondi, venivano venduti e contribuivano insieme alla rendita della castagne alle necessità extra alimentari e economiche, delle suddette famiglie. Oggi, la terra di Lao, farebbe rabbrividire un antenato costretto e rivederla nelle attuali condizioni. Le ragioni che hanno portato a questa situazione, sono sicuramente molteplici e vorrei provare ad elencarne alcune: la prima a mio avviso è quella che tutti o quasi tutti, a partrire dai più anziani, hanno in un modo o nell'altro fonti di reddito sufficienti per vivere meglio di tanti anni fa, la seconda riguarda i giovani, tutti impegnati negli studi alla ricerca di una specializzazione a livello di laurea nei campi più disparati, con la quasi esclusione del settore agricolo. Quest 'ultimo, da tempo ha avuto poca attenzione, in particolare al sud, da parte dei governi che si sono succeduti nel tempo, provocando un abbandono generalizzato. Anche la parcellizzazione dei terreni coltivabili, gestiti solo da piccole aziende e la conseguente non competitività sui mercati delle loro produzioni ha contribuito al disimpegno da quella che poteva essere una risorsa per un paese come Montella. In fondo a questo mio ragionamento, va aggiunto qualcosa che mi dispiace di dover scrivere. Lao, dovrebbe essere una zona incontaminata è attualmente una zona dove si può trovare in grandi quantità, ogni genere di rifiuti e di materiali abbandonati, tipo discarica abusiva, che col tempo sicuramente arriverà a inquinare le falde acquifere sotterranee, un danno enorme e incalcolabile. Inoltre, si vede solamente un disordine generalizzato, in tutte quelle poche attività attualmente esistenti. Molte piante di noce, non più curate vengono definitivamente abbattute e non sotituite, i meli sono completamente spariti. E' un vero peccato vedere un luogo, in cui per secoli gli avi hanno disperso il proprio sudore, solamente per potersi nutrire a sufficienza, del tutto degradato non coltivato e pieno di sterpaglie. Probabilmente questa area bellissima non interessa più a tanti cittadini come fu in passato. Ed è a questo punto che dovrebbero intervenire le istituzioni, in primis quelle preposte ai controlli su come vengono tenute e utilizzate le aree agricolo-forestali, e poi le autorità comunali con iniziative deterrenti atte anche a stimolare il senso civico dei cittadini. Lo scopo dovrebbe essere quello di poter risanare un ambiente unico e particolare che molti comuni vorrebbero avere nel loro ambito territoriale. Lao, con più attenzione potrà tornare ad essere quel luogo, che nel passato era una risorsa privilegiata di molti cittadini montellesi. Basterebbe volerlo, e penso anche che non sarebbero necessari grandi interventi e investimenti. Rivalorizzare questo piccolo ambiente, in un contesto diffuso di rivalutazione di tutte le aree interessanti di Montella potrebbe essere uno dei primi passi per rendere il paese e i suoi dintorni ancora più bello, al tempo stesso, molto utile e conveniente a tutta la comunità.
Graziano Casalini

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Il nuovo movimento delle sardine una radicale richiesta di cambiamenti politici - di Graziano Casalini

In coda all'ultimo mio articolo a sfondo politico pubblicato dal Vostro sito il 2 di dicembre , accennavo al sorgere del nuovo movimento politico delle "SARDINE". Un movimento fondato in prevalenza da giovani, appoggiato e visto di buon occhio anche da una gran parte di cittadini di tutte le età, prevalentemente delusi dalle politiche che i governi , e i partiti italiani, da un po' di tempo stanno mettendo in atto. I fondatori e le migliaia di aderenti, si sono organizzati, manifestando nelle principali città italiane. Non vogliono né bandiere né simboli nelle piazze dove vanno a manifestare, cantano "BELLA CIAO" una canzone che cantavano le mondine nel loro pesante lavoro in risaia, poi diventata anche il canto dei partigiani, che contribuirono insieme agli alleati a liberare la nostra Italia dal nazi-fascismo e canto internazionale di tutti i manifestanti contro l'ingiustizie e le disuguaglianze di ogni tipo. Contestano le politiche sovraniste, razziste. e di odio verso il diverso, che non solo in Italia, ma che anche in altri paesi del mondo stanno prevalendo. Richiedono la politica del buon senso, contraria al negazionismo degli eventi più tragici che l'umanità abbia conosciuto in un recente passato. Auspicano a livello mondiale il riconoscimento dei cambiamenti climatici dovuto alle attività umane con relative iniziative da intraprendere per attenuarne i catastrofici effetti. Questo movimento, ancora allo stato embrionale, è sorto, ed è riuscito ad aggregare sui social moltissimi giovani, e anche se ancora deve elaborare delle proposte convincenti per un vero cambiamento, merita l'appoggio incondizionato delle altre generazioni, perché, a mio avviso, i principi di partenza sono più che giusti. Non si capiva come mai, i ragazzi non si fossero impegnati fino ad oggi nel discutere tutti quei gravi problemi che riguarderanno la loro futura umanità. Un pò in ritardo, ma meglio tardi che mai. Movimenti simili si ritrovano in altri paesi europei e in tante altre parti del mondo. Nascono come reazione a governi e a uomini politici assoggettati ad un sitema capitalistico esasperato, e a un consumismo sfrenato, a cui sembra non ci possano essere alternative di sorta, nascono dalle pilitiche sovraniste tendenti a isolare le comunità e a metterle in conflitto fra loro, conflitto che molte volte si riverbera anche nella più piccola comunità, quella famigliare. Dare fiducia a queste masse di giovani è a mio avviso doveroso, anche se per qualcuno non sarà gradito il loro modo di schierarsi ora da una parte, ora dall'altra, sarà difficile per loro, ma purtroppo dovranno scegliere la parte meno peggio, se non saranno capaci di fondare un partito completamente diverso dagli altri, con linee innovative per il bene comune, contro tutti gli egoismi e gli odi che oggi giorno serpeggiano dovunque nel nostro piccolo, ma grande mondo. Piccolo, ma sufficiente per accogliere in pace e in buone condizioni tutta l'umanità, al patto che proprio questa umanità lo voglia. A quel punto potremmo dire che il nostro mondo sarà, anche un grande mondo.
Un caro saluto, Buon Natale e Buone Feste a tutti Voi visitatori del sito e agli amici dello staff di Redazione.
Graziano Casalini

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Il sud nell'attuale momento della politica liquida di Graziano Casalini

I politici, stanno tutti i giorni a discutere, anche banalmente degli infiniti problemi dell'Italia. In ordine d'importanza e di attualità: il lavoro, le tasse, la giustizia, la scuola, il dissesto idrogeologico, l'immigrazione, il debito pubblico, le infrastrutture principali che cadono a pezzi, la delocalizzazione industriale, per arrivare fino all'acquisto o alla fusione delle più grandi aziende italiane, forse con il fine di eliminare una concorrenza scomoda sul mercato mondiale (vedi il caso ILVA). In tutto questo il sud Italia è quasi sempre fuori dall'attenzione di una classe politica impegnata giornalmente in campagne elettorali per mantenere ed eventualmente aumentare consensi, puntando alle problematiche che interessano maggiormente la pancia e gli interessi immediati dei cittadini, senza un minimo di seria programmazione a lungo termine di cui tutti potremmo beneficiare. Non si va più a votare con in mente un serio ideale, si cambia ogni volta schieramento, o si disertano le urne a secondo di come ci hanno educato, cioè a pensare solo e subito esclusivamente, al nostro tornaconto personale. Così non si andrà mai da nessuna parte, tutto e subito, in una situazione alquanto disastrata come quella del nostro paese, non va bene. Ci vorrà del tempo per riportare nei limiti accettabili la questione economica, congiuntura internazionale permettendo, e non serve affidarsi ogni volta a chi promette mare e monti, eppure, questo lo sappiamo tutti, ciò nonostante continuiamo a illuderci. In pochi anni, abbiamo messo in mano il paese a politici molto bravi, si, ma a mantenere i loro ben remunerati seggi. Dalla fine degli anni della DC, che ha governato l'Italia per molto tempo, si sono susseguiti e finiti brevemente governi guidati da partiti e uomini politici che avevano toccato e anche superato percentuali storiche di consensi, anche e sempre per quel maledetto "tutto e subito", uno dopo l'altro sono caduti dopo pochissimo tempo, quando sarebbero servite legislature più omogenee, non conflittuali e di lunga durata. Il più delle volte, quando una maggioranza va a governare, si da molto da fare, a modificare o addirittura cancellare le leggi approvate dal governo precedente a maggioranza diversa. Il numero eccessivo di governi che si sono susseguiti dagli anni 50 in poi, hanno contribuito per mille e più ragione ad accumulare un debito pubblico enorme, fra i più grandi del mondo. Tutti i governi recenti, hanno le mani legate sui problemi economici, e per non scontentare le varie lobby e le varie categorie di popolazione, continuano a fare leggi di stabilità con coperture fittizie contribuendo ad aumentare le percentuali del debito a suon di miliardi di euro. In queste condizioni, il futuro adesso poco considerato nelle decisioni, non potrà che essere il peggiore che si possa immaginare. Intanto, l'Italia senza l'unione politico-monetaria dell'Europa come grande potenza economica, tecnologica, industriale e agricola, non potrà primeggiare ma neppure competere con le grandi del mondo. La parte del paese che è rimasta più indietro, nonostante gli aiuti europei, è il nostro sud, molto spesso usato dai partiti politici come un vero e proprio serbatoio di voti. La, dove serpeggia la rassegnazione e l'abbandono, si propongono dei miseri contributi assistenzialistici, invece di investire nelle risorse umane, nelle tipicità agroalimentari e nelle bellezze artistiche e paesaggistiche del territorio. E per finire vorrei dire qualcosa su alcuni punti che danneggiano l'economia più di quanto si possa immaginare. La corruzione molto diffusa, in particolare nella costruzione delle opere pubbliche, il fisco, definito come un nemico da parte della maggioranza degli imprenditori, i commerci della droga, una piaga, oggi prevalentemente in mano alle diverse mafie. Se i nostri governanti invece di lavorare quasi esclusivamente per mantenere le loro più che ottime posizioni rispetto alla massa dei cittadini, avessero una visuale più ampia sul futuro del paese forse le cose andrebbero da subito meglio. E aggiungo che avere trascurato il sud, per me, è stato uno dei più gravi errori in cui le classi politiche sono incorse. Un paese a due velocità, dove una parte è fra le più avanzate d'Europa, e l'altra è fra le più arretrate, non potrà che andare sempre male. Allora fino a che la politica non prenderà seriamente atto di tutti questi problemi, non usciremo mai dall'attuale poco piacevole situazione. Negli ultimi giorni, da una popolazione composta da molti anziani, stanno uscendo in tante piazze migliaia e migliaia di giovani, senza simboli politici a manifestare per un modo diverso e più etico di governare, e a favore di una politica rivolta alla salvaguardia dell'ambiente, per evitare gravissime situazioni causate dall'inquinamento e dai cambiamenti climatici. Sono loro quelli a cui sta a cuore il futuro, il partiti e i governi, non potranno e non dovranno non tenerne conto.
Graziano Casalini

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Ricordi d'infanzia a sorbo di Carmela Marano

A passeggio per Montella e dintorni 018Il 25 novembre del lontano 1938 sono nata a Montella nel rione Sorbo, uno dei rioni più belli e antichi del paese. La mia casa si trovava proprio dietro alla chiesa di S. Michele, era una delle proprietà di famiglia, eriditata e ristrutturata da mio papà, dopo essere ritornato da lunghi anni di lavoro negli Stati Uniti. Avendo ormai compiuto gli ottanta anni, vorrei lasciare, in questo racconto alcuni ricordi della mia infanzia e adolescenza, vissute in Sorbo, fino a diciotto anni. Penultima di otto figli di Angelo e Bettina, fin dai primi anni imparai a risolvere autonomamente quelli che erano per una bambina i primi piccoli problemi della vita. Una delle cose strane che notavo, mi è rimasta sempre nella mente, era la differenza che esisteva allora fra le diverse famiglie del vicinato, di come vivevano e si comportavano con

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L'importanza delle prossime elezioni europee e amministrative

Votazioni Europee ComunaliAnche quest'anno, il 26 maggio, tutti i cittadini aventi diritto, saranno chiamati a esprimere il loro voto, per decidere quali partiti, e quali uomini dovranno avere le responsabilità di continuare a gestire e possibilmente migliorare le problematiche dell' Unione Europea. Nello stesso giorno, sono indette le elezioni amministrative in moltissimi comuni, fra i quali alcuni di importanti grandi città italiane. In tutti i sistemi democratici il voto, oltre che un diritto, da esercitare scrupolosamente, è anche un dovere, cioè, quello di

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L'incerto futuro della nostra agricoltura (di Graziano Casalini)

Da un po' di tempo, ci sono cambiamenti importanti e allarmanti per quanto riguarda il futuro della nostra agricoltura e per i comparti da questa dipendenti. Mentre in alcune zone del paese, caratterizzate da un'agricoltura ben organizzata su produzioni particolarmente pregiate, e per questo, senza concorrenze extra, le cose vanno abbastanza bene e le aziende possono liberamente determinare la giusta remunerazione delle loro produzioni, anche in base all'alta qualità e alle richieste di mercato.

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La migrazione dei popoli (di Graziano Casalini)

Casilini 26 02 2019 migrazioneSpett.le Redazione, una riflessione, sullo spostamento di intere popolazioni. La terra è di tutti. L'uomo, la creatura più intelligente del pianeta, da sempre, con i miseri mezzi disponibili si è spostato, da una zona all'altra, da un continente all'altro alla ricerca di aree dove era più facile vivere.

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Il dialetto irpino montellese di Graziano Casalini

mappa lingue dialetti regione campaniaOgni nazione ha la sua lingua, ogni regione ha il suo dialetto, tutte le città e tutti i paesi hanno i loro dialetti. Le lingue e i dialetti sono il principio fondante di una comunità che possa definirsi davvero tale. Anticamente la lontananza e gli sporadici contatti fra gli insediamenti umani, hanno dato origine a modi e mezzi di esprimersi e di comunicare completamente diversi da continente a continente e all'interno di questi sempre più in basso fino ad arrivare alle piccole comunità paesane e rionali. La geomorfologia del nostro paese, l'Italia, ha favorito, molti anni fà, il nascere e lo svilupparsi dei dialetti, a volte vere e proprie lingue che le popolazioni locali hanno usato e usano anche oggi in

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Le sagre delle castagne in irpinia - di Graziano Casalini

Casalini castagnadimontellaIn questo periodo, ogni anno, si svolgono in Irpinia, ma anche nei paesi delle province e regioni limitrofe, numerose sagre delle castagne. Molte sagre, oltre che con le castagne, vengono pubblicizzate con diversi altri prodotti locali ( nocciole, tartufi, funghi, latticni e altre specialità enogastronomiche. La sagra della castagna I.G.P. di Montella, sta riscuotendo nel tempo un grande succcesso ponendosi fra uno dei più importanti eventi del settore su tutto il territorio nazionale. La conferma di questo risultato sta nel fatto che i visitatori sono sempre in aumento, attratti, si, dalle ottime castagne, ma anche dal contorno di altri prodotti che i numerosissimi espositori possono

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Giornata mondiale dell'acqua di Graziano Casalini

GettyImages 5308585212 1In occasione della giornata mondiale dell'acqua, mi sono sentito il dovere di scrivere qualcosa in merito, pensando che la vostra comunità montellese sia molto interessata all'argomento. Un paese che ha avuto la fortuna di trovarsi in una delle zone più ricche dal punto di vista idrico dell'intera Europa e che ha non poche difficoltà riguardo all'approvigionamento il trasporto e la distribuzione di un bene primario come l'acqua a cui tutta l'umanità dovrebbe avere la massima disponibilità. Un paese ripeto, che deve mettere in primo piano tutti i migliori sistemi per preservare quelle grandi risorse che la natura ha messo nel suo territorio comunale. Se si pensa che in tutto il mondo ci sono ancora un

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E ora che ne sarà del Progetto Pilota? di Graziano Casalini

Alta Irpinia ConzaDi Progetto Pilota durante la campagna elettorale da poco conclusasi si è parlato poco o niente. L’argomento è stato trattato o ripetendo definizioni e tentando spiegazioni di ciò che esso è o dovrebbe essere, spiegazioni che però da almeno tre anni circolano invano a queste latitudini; oppure evidenziandone proprio la natura per certi versi ancora misteriosa ai più, la

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Promesse elettorali di Graziano Casalini

Promesse elettorali CasaliniA pochi giorni dalle elezioni, nello spazio messo a disposizione dei partiti politici, dal vostro sito, per la propaganda elettorale, non è stato ancora pubblicato niente in merito. Forse perchè tutti aspettano che qualcuno rompa il ghiaccio, per poi controbattere al meglio sui punti programmatici altrui. Quasi tutti i partiti hanno nei loro programmi, promesse elettorali che comporterebbero un eccessivo aggravio della nostra situazione già altamente debitoria, molte di queste promesse potranno essere solo parzialmente realizzate. In questo modo i

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