Una vita spesa per l’Arma. Numerose le sue indagini. Ci sono persone che, con il proprio lavoro, riescono a lasciare una traccia indelebile. E, quando vanno via, nell’aria resta una scia di inevitabile nostalgia. E’ accaduto a Montella, dove il comandante della stazione dei carabinieri, Stefano Nazzaro, è andato in pensione.
Il luogotenente è stato protagonista, negli ultimi anni, di indagini che hanno superato i confini del piccolo comune altirpino. Rese ancora più complesse dalla scarsità di mezzi che, inevitabilmente, caratterizza quelli che sono degli avamposti di legalità sul territorio. Proprio le stazioni. Dove, i carabinieri, diventato protettori e referenti delle comunità.
Alle doti investigative, Nazzaro ha unito quelle umane. Sempre. Chiunque ci ha avuto a che fare, come chi vi scrive (siamo in due ed entrambi abbiamo avuto questa fortuna), ha potuto apprezzare la sua lealtà, il suo sorriso, la capacità di trarre il meglio da ogni situazione. Un grande professionista, sempre sincero. E, ovviamente, dedito ai principi e valori dell’Arma.
Le indagini
Le ultime indagini. Stefano Nazzaro ha fatto scattare e ha coordinato gran parte dell’indagine che èsfociata in quattro arresti a carico di altrettante persone che componevano una banda specializzata in furti e ricettazione di trattori in alcune zone italiane. Qualche anno prima, sempre a Montella, era stata portata avanti un’inchiesta che ha permesso di scoprire un’associazione che prometteva formazione e ruoli nei servizi segreti per poliziotti e militari in pensione.
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Un’articolata indagine che era stata resa possibile, in primo luogo, dagli accertamenti svolti proprio dai carabinieri della stazione di Montella. Nel 2009, l’operazione Big Bang in Alta Irpinia, aveva poi permesso ai militari di sgominare un ingente traffico di stupefacenti. Nazzaro era sempre in prima linea.