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La morte di Cianciulli, il ricordo di un politico giusto e legato alla gente

Ernesto CianciulliÈ morto Ernesto Cianciulli. Il ricordo di avversari e alleati dell’esponente democristiano montellese. Ernesto Cianciulli è stata una delle figure politiche più importanti per Montella del secondo dopoguerra: presidente dell’AIR, della

Comunità Montana Terminio Cervialto, vicesegretario della DC avellinese senza mai abbandonarne la militanza con la sua appartenenza all’UDC. Per ricordarlo, abbiamo raccolto le impressioni a caldo di chi lo ha conosciuto in quella che è sempre stata la sua passione, la politica. Un modo per ricordare la sua figura dalla speciale prospettiva di coloro che lo hanno affiancato per tutta una vita o per un pezzo importante di essa, da alleati o da avversari politici, negli anni della Repubblica. Anna Dello Buono, attuale consigliere al comune di Montella, è entrata in politica quando Ernesto Cianciulli già era un affermato esponente DC della provincia di Avellino: «Siamo stati sempre su posizioni politiche differenti, talvolta anche contrapposte. Ma non è mai venuto meno, nel corso di tutta la vita, affetto e stima reciproca» Del Cianciulli, Dello buono ricorda soprattutto la «grande passione politica: si è letteralmente donato ad essa fino alla fine. Zio Ernesto farà sempre parte della memoria familiare, accanto a mia madre Wanda, e con immenso rimpianto». Anche Bruno Fierro, più volte sindaco di sinistra, quella del PCI e dei DS, lo ricorda come avversario, sempre però nel «reciproco rispetto personale. Molte volte ci siamo ritrovati nei consigli comunali, ma mai è mancato un rapporto personale di stima. Per la sua parte è stato senza dubbio un punto di riferimento imprescindibile della vita democratica di Montella. In un tempo di ballerini politici, la sua figura si afferma per una coerenza d’altri tempi. Alla famiglia il mio cordoglio più sentito». Un altro suo avversario–amico è stato Rosario Cianciulli, del Partito Socialista, più volte sindaco di Montella, che così lo descrive: «Come tutti noi di quel passato politico, abbiamo sempre avuto lo stesso obiettivo: realizzare importanti opere per il paese». L’esponente del PSI ci racconta qualche aneddoto: «Lui era come me un socialista, anche se cattolico, mentre io sono stato sempre laico. Ricordo che negli anni ’60, alla mia prima esperienza, mi scrisse un improvvisato discorso. Improvvisato come la nostra esperienza politica di allora. Un anticomunista convinto. Con un talento speciale nel tessere le alleanze giuste, sapeva prevedere quale coalizione avrebbe vinto le amministrative. Ci sono stati momenti di asprezza, come quella volta che in consiglio comunale disse ‘non sei degno di fare il sindaco’, ma sotto i riflettori fece capire subito che non credeva alle sue stesse parole». Il ricordo più commosso però è quello di Salvatore Vestuto, democristiano di razza come il compianto Cianciulli: «Che dire, per me è stato un padre politico oltre a essere il mio secondo padre affettivo. Con lui e il professore Rossi ho mosso i primi passi, come quando divenni sindaco per la prima volta a soli 25 anni. Uomo dalla statura culturale notevole, ha anche scritto dei libri sul suo paese che ha sempre amato. Un esempio di grande coerenza, un maestro della mediazione che sapeva mettere assieme anche prospettive diverse. 45 anni di affetto e stima reciproca non si possono cancellare, ma Montella – chiude – non potrà mai dimenticare la sua importanza per la ricostruzione post terremoto dell’80».

Giancarlo Manzi

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