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IDEE DI UN SEMPLICE CITTADINO SULLA NUOVA LEGGE ELETTORALE

camera deputatiIn Italia siamo arrivati a un punto talmente assurdo, da far ridere anche i "polli" come si dice da noi in Toscana. Un Governo legittimato dai cittadini, alcuni anni fa, ha varato, con un voto di maggioranza, quindi senza l'apporto parlamentare delle opposizioni, una sua nuova, ma poi di tutti, legge elettorale, definita dal suo autore "una porcata" da cui è derivato il

nome Porcellum. A distanza di diversi anni, la Consulta si accorge e dichiara incostituzionale il cosiddetto Porcellum, dopo che intanto con questo sistema sono stati eletti i parlamentari e il Presidente della Repubblica. Fra poche settimane, la Consulta renderà pubbliche le motivazioni di incostituzionalità, da allora la legge verrà automaticamente cancellata e se il Governo in carica e tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento, non avranno nel frattempo, di nuovo legiferato in merito, cosa che tutti ci auspichiamo, potremmo, la prossima volta tornare al voto, col precedente vecchio sistema del Mattarellum. Senza contare, che tutti gli attuali parlamentari e lo stesso Presidente della Repubblica, dovrebbero essere considerati non legittimati a svolgere i loro incarichi sulla base di una legge, dichiarata incostituzionale. Per questo occorre che il Governo, trovi subito le convergenze parlamentari, per fare una nuova legge elettorale, che sia di tutti, come lo è la Costituzione e che in primo luogo dia la possibilità al cittadino di poter eleggere liberamente chi ritiene più idoneo sotto tutti i punti di vista a gestire e ad amministrare il bene comune. Le miei idee in merito, che di seguito descrivo, forse sembreranno banali e forse anche un po' troppo rigide, ma necessarie vista anche la situazione in cui si trova il paese. Dando per scontato che i cittadini debbono tornare a scegliere da chi vogliono essere governati, che il partito o la coalizione vincente alle elezioni possano governare per l'intero periodo di legislatura col rispetto di nuove e più incisive norme sul conflitto di interessi Al primo punto della nuova legge, metterei, che chiunque voglia candidarsi, risponda a dei requisiti di specchiata onestà e che non abbia in corso alcun tipo di pendenza sia civile che penale con la giustizia. Nelle ultime legislature abbiamo avuto in Parlamento più di cento inquisiti, non certo tutti colpevoli, nominati dalle direzioni dei partiti a rimanere sotto l'ombrello dell'immunità parlamentare, e abbiamo avuto anche lo scandaloso fenomeno delle leggi a personam. Al secondo punto la nuova legge dovrebbe prevedere il decadimento immediato, senza alcun voto di autorizzazione, di quel parlamentare, che si trovasse durante il corso del suo mandato, coinvolto in problemi di rinvio a giudizio da parte della Magistratura. Al terzo punto, una questione di non poco conto, gli stipendi, le diarie, e i rimborsi spese, percepiti dai Parlamentari. Per introdurre il prossimo concetto debbo fare un esempio: noi, il popolo, siamo da paragonare a una grandissima azienda cooperativa, di cui siamo tutti soci, che assume i sui
dipendenti a governare, amministrare e gestire al meglio le proprie attività e i propri beni comuni. In tutte le aziende le assunzioni, vengono immediatamente inquadrate in un contratto di lavoro, stipulato e firmato dalle controparti, contratto che prevede, la qualifica, lo stipendio, i diritti e i doveri e tutte le norme attinenti al lavoro dipendente. Il mio concetto sarebbe quello, che nella legge si prevedesse, per il Parlamentare, un vero e proprio contratto di lavoro, frutto, di una trattativa fra le parti, cioè autorevoli esperti rappresentanti il popolo e da esperti, in rappresentanza dei parlamentari. Al quarto punto, la legge dovrebbe prevedere, le dimissioni da tutti i gruppi, per quel parlamentare che non si riconosce più o non vuole più rappresentare un determinato gruppo o partito, unico modo logico, per sanare questa situazione cosiddetta di " voltagabbana " o meglio di traditore dei propri elettori. A questi parlamentari, la legge dovrebbe lasciare aperta, la possibilità di ricandidarsi alle elezioni successive, in un partito diverso. La presa in considerazione di questi punti da me definiti di buon senso, a mio avviso, porterebbe ad un riavvicinamento dei cittadini a una classe politica troppo egocentrica, e a una classe di parlamentari nominati, ormai vicine alla minima percentuale di gradimento, da parte della maggioranza degli italiani, con un miglioramento dei rapporti di reciproca collaborazione. Graziano Casalini

 

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