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Ospedale di Sant'Angelo

Criscuoli - Chiuso il reparto di Ortopedia: la denuncia di Lucido
All'Ospedale Criscuoli di Sant'Angelo dei Lombardi niente più ortopedici. Dopo la chiusura di Pediatria e Ginecologia viene meno una specialistica fondamentale per il pronto soccorso di tutta l'Alta Irpinia. Medici, pediatri, ginecologi, ostetriche e vigilatrici di infanzia trasferiti ad Ariano Irpino. Da qui l'appello alle istituzioni, alle forze sociali e politiche da parte di Tony Lucido, Coordinatore Difesa ospedale Criscuoli.



Dopo il pensionamento del dott. Giglio e, ancora prima del dott. G. Palermo, a partire dal 16 dicembre il pronto soccorso sarà  dimezzato, nonostante l'impegno, la professionalità  e l'abnegazione dei medici, degli infermieri e degli operatoti tutti. Niente ortopedici.
Una popolazione di circa 70mila abitanti, un territorio che comprende paesi e comunità  che va da Montella a Monteverde, da Frigento a Sant'Angelo, da Lioni a Bisaccia senza ortopedici per il pronto soccorso e nemmeno per le attività  ambulatoriali. Da oggi per ogni trauma, per ogni infortunio, sarà  necessario partire alla volta di ospedali lontani, spesso lontanissimi.
Già  da alcuni mesi, con assurdi provvedimenti erano state chiuse improvvidamente le Unità  Operative di Pediatria e di Ostetricia e Ginecologia, privando così questo territorio ed i suoi abitanti del sacrosanto diritto all'assistenza pediatrica, ostetrica e ginecologica ospedaliera. Parte del personale venne assegnato agli ospedali di Ariano e Solofra; altro personale è stato utilizzato nell'ambito dell'ospedale, per assicurare comunque efficienza ed efficacia all'assistenza sanitaria anche per un abbattimento dei costi. Ora i medici in servizio presso l'ospedale Criscuoli sono stati trasferiti ad Ariano Irpino, ad arricchire ancora di più gli organici di quelle divisioni. Tutto questo in nome di una legge regionale, la n.16, di fatto poi annullata, mai applicata in Campania, valida però solo per Sant'Angelo dei Lombardi, con chiusure, soppressioni ed accorpamenti vari. Mentre altri ospedali, nella nostra stessa regione continuano a conservare strutture, reparti, divisioni, ecc. Sulla questione si fa appello affinchè i magistrati inquirenti, i Procuratori della Repubblica di SantâAngelo, di Ariano e di Avellino, valutino, al di là  delle competenze proprie della politica, se con questi provvedimenti viene leso il diritto alla salute e all'assistenza della popolazione dell'Alta Irpinia. Si fa appello al dott. d'Ascoli affinchè si inverta la rotta per ridare credibilità  alle istituzioni, ragionando seriamente e non per slogan. L'assurdo è che politici di varia estrazione, addirittura di poli opposti, della nostra stessa provincia, hanno sposato appieno politiche e logiche ed anche il linguaggio napolicentrico, mentre l'Assessore Regionale alla sanità  vuole convincere le popolazioni dell'Alta Irpinia, che ancora non avevano raggiunto il minimo di assistenza sanitaria ospedaliera, alla nuova filosofia della deospedalizzazione della sanità : filosofia e politica valida per i centri metropolitani, ed in particolare per Napoli, dove si susseguono a breve distanza ospedali. E' un paradosso che il sazio, l'obeso, vuole convincere il digiuno, il morto di fame, a stare a dieta e mangiare di meno. Altri ci parlano della grande eccellenza del polo riabilitativo Don Gnocchi, meritevole anche della nostra, quasi come se fosse esaustivo anche dell’assistenza sanitaria dell'emergenza, ma sono in molti a domandarsi la necessità  se non la indispensabilità  prima della salvezza e successivamente della qualificata riabilitazione. Lo stesso polo riabilitativo è a rischio senza una qualificata emergenza.
Ai sindaci, ai politici, alle organizzazioni sociali, sindacali e politiche, ai cittadini, il diritto è dovere di difendere la dignità  delle zone interne, aprendo, se necessario, un confronto serio sui problemi, in primis, della sanità . E sul fronte delle spese siamo pronti a sfidare chiunque, in confronti pubblici o anche presso le autorità  competenti, sull'economicità  dei piccoli ospedali e sulla utilità  degli stessi e del nostro in modo particolare. Tutti questi provvedimenti, questa negazione di diritti, questa mortificazione delle intelligenze, vengono poste in essere in un silenzio assordante di politici ed amministratori, di sindacati ed organizzazioni varie”.

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