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Montella Il "nuovo Texas"

Ricerche Petrolifere 02Gentile Redazione, scusate la lunga assenza dal vostro sempre interessante blog. Un po’ gli impegni, un po’ la volontà di non registrarmi su facebook mi ha in parte impedito di esprimere la mia opinione sul vostro validissimo portale. Oggi rubo un po’ di tempo al lavoro e mi permetto di dire la mia

sulle trivellazioni che si prevedono in Irpinia e addirittura a Montella. Quello delle trivellazioni è un argomento che mi riporta all’infanzia, quando a Nusco periodicamente si parlava di ricerche petrolifere, scoperte petrolifere, “nuovo Texas”. Allora il tutto ci faceva sorridere e pensare tra il serio e il faceto che questi a Nusco avevano proprio tutte le “fortune” e che oltre De Mita avessero anche il petrolio per noi Montellesi in particolare, visto la nostra indole, ci pareva veramente intollerabile.

Comunque, ora siamo abbastanza maturi per esprimere un’idea critica su tutta la faccenda.
Ora premettendo che nessuno è contro il progresso, anche se a mio avviso a Montella anche sulla zona PIP ci sarebbe tanto da dire, vorrei esprimere i seguenti dubbi, uno di natura ambientalista/ecologista, l’altro più meramente economico:

siamo da quello che leggevo tempo addietro uno dei più importanti bacini acquiferi del mondo (pare essere il 2°) e una delle zone più verdi e rigogliose della Campania, nonché dell’intero meridione, quindi in sostanza per quella che è l’evoluzione delle cose, sfruttamento indiscriminato del territorio, variazioni climatiche, il “petrolio” è inutile che lo cerchino, il petrolio a Montella ed in Irpinia c’è, ed è rappresentato dal verde e dall’acqua che andrebbero solo tutelati meglio e sfruttati con oculatezza per permettere una ricaduta economica sull’intero territorio;

dal punto di vista strettamente economico è un’idea malsana se non altro per le esperienze che già vivono i nostri vicini della Basilicata (uno dei posti più belli d’Italia) che ad oggi, secondo quelle che sono le mie informazioni, ricevono dall’Eni, anche grazie a delle sciagurate leggi statali, delle royalty pari al 7% del materiale estratto e per quelle che sono le mie informazioni in materia (poche credo) sono tra le più basse del mondo, paesi africani compresi; non a caso la Basilicata se pur bellissima e accoglientissima resta tra le regioni più povere d’Italia.

Per non tediarvi con inutili lungaggini evito di menzionare il fattore delle eccellenze enogastronomiche e la pericolosità sismica.

Quindi a mio avviso chi sovraintende tutto questo deve essere consapevole di quello che rischia di fare. Le istituzioni locali si devono far sentire con una unica voce e si deve chiedere con forza alle istituzioni competenti che questo tipo di progetti non sono solo inutili ma, anche dannosi per i territori e che quelle risorse si potrebbero spendere per la tutela, la promozione e lo sviluppo della nostra terra.
Saluti e buon lavoro
Virginio Dell’Angelo

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