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25° Anniversario della dipartita di mio padre Federico di Mario Buttiglio

10 Aprile 2022, 25° Anniversario della dipartita di mio padre Federico, Dott. Veterinario in pensione! Con questo mio doveroso ricordo desidero condividere con quanti lo hanno conosciuto e stimato questo suo tratto biografico!
Federico Buttiglio nacque a Perugia il 28 Febbraio 1904 da Mario e Luisa Vincenti. Fu figlio unico. Crebbe sano e bello con occhi celesti e capelli castano chiaro. Degli anni della sua fanciullezza non si ha alcuna notizia, ma si ritiene che furono spensierati. Dopo aver conseguito il diploma di Scuola Media,
il padre nel 1918 lo fece entrare in un collegio, dove frequentò il Liceo Classico. Furono anni difficili a causa degli eventi bellici. Visse momenti amari quando un suo compagno di collegio contrasse il Tifo e dopo pochi giorni ne morì. Si impegnò a curare con successo una conigliera dell’Istituto. Fu molto diligente negli studi e fu un bravo oratore, declamando a memoria brani di autori classici. Conseguita la Maturità Classica, si iscrisse alla Facoltà di Veterinaria presso l’Ateneo della sua città. Furono anche questi anni turbolenti per l’avvento del Fascismo e tutte le sue conseguenze. Si innamorò di una studentessa, che nei suoi ricordi nominò spesso, chiamandola col nome di “La Gigia“.
Si laureò a pieni voti, essendo con altri due colleghi il migliore di quel corso universitario. I tre, neo-laureati ed amanti dell’avventura, vollero subito impegnarsi nella loro nuova Professione per costituirsi anche una certa indipendenza dalla propria famiglia. Essendo venuti a conoscenza del “Bando di Concorso per Veterinari Condotti in Campania per le sedi di Montella, Cassano I., Bagnoli I., Volturara e Gesualdo”, si iscrissero immediatamente per poter concorrere e, sicuri della riuscita, dissero queste testuali parole: “Andiamo a vedere cosa si fa laggiù!“
L’intenzione era quella di rimanere in quelle sedi per un periodo molto breve per poi far ritorno nella loro terra d’origine. Tutti e tre risultarono vincitori e Federico raggiunse la Condotta di Montella-Cassano Irpino.
Trasferirsi da Perugia non fu cosa semplice! Lasciare i genitori, la Gigia e i gli amici fu come chiudere un capitolo della propria vita per aprirne un altro pieno di incognite! Ormai non era più il giovane esuberante, ma l’uomo pronto ad intraprendere il suo ruolo di Professionista nella Società! Giunse a Montella nel Febbraio 1928! Alloggiò presso una famiglia, che gli aveva riservato una camera senza bagno e senza alcun tipo di riscaldamento. Il freddo pungente e le nevicate abbondanti gli fecero sentire ancor di più il distacco dall’amore dei suoi genitori e della sua fidanzata. La mattina si recava presso il Municipio, dove rimaneva a disposizione per eventuali visite a domicilio o provvedeva al controllo delle carni macellate.
Era solito fermarsi presso la Farmacia del Dott. Giulio Ciociola, dove poteva incontrare altri Professionisti.
La sera, quando rincasava, si tratteneva un po’ con i proprietari della casa, riscaldandosi presso il focolare. Poi, con quel po’ di calore, affrontava il letto dalle lenzuola ghiacciate.
La sua forte costituzione gli dette la forza di andare avanti.
Superato l’inverno, quando le giornate iniziarono ad essere un po’ più tiepide, comprò una potente motocicletta (Gilera), che gli doveva servire per poter raggiungere più facilmente le masserie, sparse nelle campagne ed in montagna. Con la moto si recò spesso ad Avellino, dove per comprare l’occorrente per l’abbigliamento e per la sua professione.
Di tanto in tanto ritornò a Perugia per riabbracciare i suoi genitori ed anche la sua Gigia.
In quegli anni si rese conto che non gli sarebbe stato possibile ottenere una Condotta nei dintorni della sua città, in quanto, dominando il Fascismo, si viveva di compromessi e soprusi! Non si perse d’animo e tentò diverse volte, ma sempre inutilmente! Fu proprio allora che incominciò ad odiare Perugia! Troncò con grande dolore il fidanzamento e volle affidare la Gigia al suo più caro amico. Quando il tempo seppe guarire quella profonda ferita, la Gigia sposò proprio quel caro giovane, divenuto poi Professore Universitario.


Federico non dimenticò mai il suo primo amore e custodì, segretamente, per tutta la sua vita una fotografia della Gigia.
Nel 1933 morì la sua adorata mamma e il padre, rimasto solo, si risposò.
Convinto che non avrebbe più potuto avere il trasferimento nella sua Umbria, decise di fidanzarsi e sposarsi. Conobbe la Signorina Maria Ciociola, figlia del Notaio Alfredo e il 6 ottobre 1934 contrasse il matrimonio. Le nozze furono celebrate presso il Santuario della Madonna di Pompei, perché la sposa aveva una profonda devozione per la Vergine Santissima del S. Rosario. Furono presenti alla cerimonia pochi amici e parenti, in quanto la suocera era gravemente ammalata. Seguì una breve luna di miele, raggiungendo Roma, Firenze, Venezia e Perugia.
Abitò nello stesso appartamento, occupato dai suoceri. Il 9 Novembre 1935 nacque la loro primogenita, a cui diede il nome della sua cara madre: Luisa.
A Montella fu molto stimato per le sue capacità di Veterinario ed anche il Comandante della Stazione dei Carabinieri gli affidò la responsabilità del Reparto Equestre, dove furono presenti validissimi cavalli. Fu un bravo cavaliere e, quando doveva recarsi in montagna, spesso montò i cavalli dei pastori. Cavalcò anche di notte per ore e ore per poter raggiungere località di montagna molto lontane dal paese. Fu molto coraggioso ed affrontò diverse situazioni di vero pericolo. Non si lasciò mai corrompere! Per questo fu amato e rispettato sempre.
L’ 8 Aprile 1937 nacque la seconda bambina. a cui fu dato il nome di Angelina, nome della Suocera.
Trascorse anni sereni in quanto il servizio da Veterinario non gli dette molto da fare e potette anche ritornare con la famiglia a Perugia.
Il 29 Gennaio 1940 nacque la terzogenita a cui fu dato il nome della Cognata, sorella della moglie morta in giovane età, Giuseppa.
La gioia di questo nuovo arrivo si offuscò il 21 luglio con la morte del Suocero, che ha sempre rispettato e stimato come se fosse stato suo padre.
Ricevette dalla Confraternita del S. Rosario l’onore di poter indossare la Veste Sacra, che era stata dell’amato suocero Alfredo, Priore e benefattore per ben 40 anni.
In quell’anno fu chiamato alle armi in qualità di Ufficiale Veterinario ed assegnato alla Caserma Militare di Caserta. Dopo alcuni mesi fu collocato in congedo col grado di Tenente. Nei primi mesi del 1942, accettò l’incarico di Corrispondente da parte della Direzione del Banco di Napoli di Avellino con il compito di effettuare alcuni pagamenti prima presso lo Studio del suocero e poi in un locale adibito allo scopo, preso in affitto dall’Istituto di Credito. Incarico questo, che potette svolgere, in quanto non trattavasi di un impiego vero e proprio, senza venir meno alla sua Professione.
A causa degli eventi bellici non potette avere notizie relative allo stato di salute del padre, che nel Settembre del 1943 improvvisamente era morto.
Nei primi giorni del 1944 i Tedeschi occuparono Cassino, creando un fronte invalicabile. Tramite la Direzione Generale dell’Istituto di Credito potette ricevere una lettera, scritta da un amico in cui gli comunicava le gravissime condizioni della matrigna. Senza pensarci su due volte, organizzò la partenza e, non potendo superare il fronte di Cassino per via normale, pensò di aggregarsi a dei camionisti, che riuscivano, clandestinamente e dietro compenso, a far superare il fronte a chi ne avesse avuto bisogno. Febbricitante partì di notte da Napoli insieme ad altre persone. Dopo circa 30 km., il camionista e l’aiutante si fermarono presso un’osteria per consumare la cena. Dopo un’ora, ripresero il cammino. Federico, che aveva viaggiato con gli altri sul cassone, chiese di poter stare in cabina in quanto aveva qualche decimo di febbre. I due avevano bevuto abbastanza e, nel buio della notte nei pressi di Formia, mentre facevano una manovra per evitare una frana, urtarono un palo della rete elettrica, che, cadendo, andò a finire proprio sul posto, occupato in precedenza da lui. Federico, quindi, si era miracolosamente salvato, ma, purtroppo, la persona, che ne aveva preso il posto, morì sul colpo!
Giunti al fronte, riuscirono a superarlo e, quindi, Federico arrivò sano e salvo a Perugia. Nel frattempo la matrigna, purtroppo, era morta!
A Montella, intanto, si vissero momenti difficili, quando i Tedeschi, in ritirata, seminarono il loro cammino di morti innocenti, come i Fratelli Pascale, barbaramente trucidati! Federico con la moglie e le tre figliole fu costretto a rifugiarsi sulla collina del Monte nel Monastero attiguo alla Chiesa di S. Maria della Neve. Il 30 Gennaio 1945 nacque, finalmente, il sospirato maschio, che chiamò come il suo caro padre, Mario. L’esercito tedesco ormai era stato sconfitto e, frettolosamente, rientrò nei suoi confini, ma ciò nonostante, nel Lager di Dachau in Germania con la matricola n. 117826 moriva a soli 36 anni il Dott. Giovanni Palatucci, nativo di Montella, ultimo Questore di Fiume Italiana. Tradito da un collega, era stato arrestato in quanto era riuscito a salvare da sicura morte oltre 5.000 ebrei. Riconosciuto, poi, dalla Comunità Ebraica “Giusto fra le Nazioni” e insignito dalla Repubblica Italiana con la “Medaglia d’oro al Merito Civile”
Terminata la guerra, per alcuni anni, Federico condusse la famiglia a Perugia, dove trascorse i periodi estivi. Nel frattempo il lavoro, in qualità di Corrispondente del Banco di Napoli, si sviluppò sempre di più e la Direzione dell’Istituto di Credito decise di inaugurare una vera e propria “Rappresentanza “. Nel ’52, poiché i compiti della Rappresentanza incominciavano a richiedere più tempo, fece assumere dalla Direzione del Banco di Napoli un giovane Diplomato in Ragioneria, M.G., per poter avere un collaboratore. Nel ’55 il giovane Ragioniere fu trasferito in Roccaraso per la reggenza di una Rappresentanza dello stesso Istituto di Credito e così Federico ebbe la collaborazione delle sue figliole e in ultimo anche dal sottoscritto. La sua Professione lo assorbiva totalmente, perché, dopo gli eventi bellici, il commercio in paese stava riprendendosi e furono aperte nuove macellerie e negozi vari. Anche la Pastorizia si incrementò con l’arrivo di capi bovini, provenienti da allevamenti del Nord Italia o dall’Estero, e, quindi, il controllo per la salvaguardia di mandrie da malattie nocive anche all’uomo richiese più vigilanza in particolare per eventuali macellazioni clandestine! Anche il settore auto e il trasporto di persone a mezzo bus di linea incominciò ad incrementarsi e, quindi, gli avventori dei paesi limitrofi raggiungevano più facilmente Montella per rifornirsi di carne e di tutti i beni di prima necessità. Anche Federico, ormai, a pieno titolo, “Cittadino di Montella”, aveva raggiunto i “40 anni” di Professione e il ’69 fu collocato in pensione. Da quel Febbraio 1928 aveva dato tutto se stesso alla Professione di Veterinario per la Condotta di Montella-Cassano Irpino! Quanti felici ricordi! Quanti salvataggi di animali presso masserie sparse fra le montagne, nel cuore di notti o in inverni rigidi! Senza un attimo di esitazione, sempre pronto a tutto! Un giorno fu chiamato con urgenza presso una casa colonica dove un vitello stava morendo soffocato da una barbabietola bloccata nel condotto della trachea! I Pastori, gente veramente esperta, ricorrevano al Veterinario quando vedevano che non c’era più nulla da fare e quella volta, effettivamente, le avevano provate tutte! Giunto sul posto, Federico si tolse camicia e maglia intima e, a dorso nudo, ordinò, drasticamente, di mantenere aperta la bocca del vitello perché egli avrebbe infilato il braccio e estratto la barbabietola! Tutto si risolse in un attimo e l’addome del vitello si sgonfiò proprio come un palloncino! Il vitello riprese subito a scorrazzare libero! Un’altra volta io ero con mio padre, che si stava recando con la Lambretta presso il mattatoio per il controllo della macellazione. Lo raggiunse un uomo, tutto affannato, che lo pregò di andare subito alla sua masseria in quanto una mucca, a seguito di un parto travagliato, stava morendo! Andammo subito a casa per prendere un medicinale e via! Appena giunti, Federico chiese delle fettucce di cotone ed un gonfiatore di bicicletta! Nella stalla, vicini alla mucca moribonda, c’era la moglie con i figli dell’uomo che stavano piangendo! In quello stato di dolore non diedero peso alla richiesta di mio padre, che subito con voce forte ripetette la richiesta! L’uomo, incredulo e frastornato, corse subito a prendere quanto da mio padre richiesto! Si domandava il perché del gonfiatore! Federico, già durante gli studi universitari, aveva elaborato un certo suo procedimento proprio in simili circostanze, ma che non aveva potuto mai sperimentare! Quella volta volle metterlo in pratica!


Con il gonfiatore attraverso i capezzoli gonfiò la mammella e legò i capezzoli per non farne uscire l’aria. Poi iniettò nella vena giugulare un medicinale di una Casa Farmaceutica Tedesca e, dopo qualche attimo, quegli occhi spenti incominciavano a riaprirsi e, un attimo ancora, con un balzo la mucca si mise in piedi sana e salva! Il procedimento era risultato vincente! Il Popolo di Montella lo ha accolto appena trentenne e ha saputo amarlo e rispettarlo!
A novembre ’72 con la moglie seguì il figlio Mario in Avellino, dove potette godersi una pensione tranquilla e anche in compagnia di Pensionati, trasferitisi anche loro in Avellino con i propri cari.
La mattina, in loro compagnia, si concedeva lunghe passeggiate per il Corso e la sera usciva con la moglie, recandosi prima nella Chiesa del SS. Rosario per l’ascolto della S. Messa Vespertina e, poi, incontrandosi nuovamente con gli amici e con le rispettive mogli, passeggiava fino ad ora di cena.
Quando il 18 Settembre 1977 il figlio si sposò con la Dott. Angela Maria Maddaloni, continuò con la moglie ad abitare nella stessa casa.
Il “Signore“ gli dette una salute di ferro ed una compagna altrettanto sana nel corpo e d’animo nobile.
Fu sempre orgoglioso dei figli e dei nipoti, raccontandone sempre i loro successi. Quando ebbe l’occasione di incontrare e conoscere nuove persone, fu solito raccontare la storia della sua vita, arricchita dai tanti avvenimenti.
Il 23 Novembre 1980 alle ore 19,20, trovandosi in casa, visse con la moglie momenti veramente tragici a seguito del disastroso terremoto, che colpì tutta l’Irpinia!
Il 18 Settembre 1982 nacque il nipote, che avrebbe portato il suo nome e, sedendosi sul letto della clinica in attesa di poterlo vedere nel nido, Federico pronunziò la seguente frase :”Ora posso morire!“
Era nato l’atteso erede. Fu battezzato con i nomi : Federico, Maria, Salvatore.
Il 22 Luglio 1985 venne alla luce una bella bambina, che fu chiamata Marialuisa. Fu molto contento di questo nome, perché disse, rivolgendosi alla moglie, un po’ contrariata,:
“ Marialuisa è proprio un bel nome. Maria è il tuo nome; Luisa è quello di mia madre e della madre di nostra nuora.”
Nonostante l’età, fu molto paziente ed affettuoso, con i nipotini che gli giravano attorno e con cui parlava molto volentieri.
Il 6 Ottobre 1991, data l’età e non potendo più recarsi in Montella per partecipare alle funzioni religiose della Confraternita, si giubilò, trasferendo la Veste Sacra al figlio.
Il “Signore“ gli dette anche lunga vita ed, infatti, benché sposato all’età di 30 anni, potette festeggiare con la moglie le “Nozze di Diamante “ il 6 Ottobre 1994, circondato da figli, nipoti, generi, nuora ed amici.
Il figlio volle fare loro una sorpresa ed, infatti, fece pubblicare sulla rivista “Famiglia Cristiana“ le foto di entrambi nella sezione dedicata alle ”Nozze d’ epoca” .
Per l’età e per qualche acciacco uscì un po’ più di rado, appoggiandosi ad un bastone pregiato, che era stato del suocero. Trascorse le mattinate ed i pomeriggi, dedicandosi completamente alla lettura di riviste e giornali vari. Il primo venerdì del mese, il Padre Giovanni, Domenicano presso la Chiesa del SS. Rosario, recava loro la S. Eucarestia.
Ebbe sempre vicino la sua fedele compagna, che, mentre lui leggeva, si accaniva a risolvere i vari giochi dell’enigmistica o si dedicava al ricamo ed alla preghiera e vi rimase fino al suo ultimo giorno di vita, avvenuto a seguito di un Ictus Cerebrale nel giugno 1996. Il male gli procurò una parziale paralisi alla lingua ed agli arti inferiori. In un batter d’occhi, il sottoscritto da bancario si trasformò in un accorto infermiere, pronto a prestare tutto il suo aiuto. Non gli fece mancare nulla e, appena rientrato dalla Banca, si sedeva al suo capezzale e lui, tranquillo, riposava! Il decorso durò 6 mesi e non mancarono né le preghiere e né il conforto religioso. Agli inizi di aprile ’97 i segni funesti di un crollo si presentarono più ripetuti e, la sera del 9, i valori delle analisi, che fino al giorno precedente erano stati accettabili, precipitarono improvvisamente e lasciarono intendere che, purtroppo, non c’era più niente da fare!
Al capezzale furono presenti la moglie, le figlie, il sottoscritto, la nuora, i nipoti, che non volevano allontanarsi da quella stanza, ma, verso le 22,30 il caro Federico, ancora lucido di mente, capì che l’ora si approssimava e, con un piccolo gesto, mandò tutti a letto tranne il figlio, stringendogli la mano e sentendosi più tranquillo con lui vicino.
Quella fu l’unica volta che mi dovetti arrendere ed alzare le mani al Cielo, invocando la Divina Misericordia.
L’indomani mattina, 10 Aprile, giovedì, ore 5,45, Federico dette il suo ultimo respiro e raggiunse nella pace divina la sua tanto amata mamma ed il suo caro padre.
Gli fui accanto e volli completare il mio dovere, ricomponendolo sul letto di morte. Dopo quegli attimi penosi, quasi per incanto, il volto si distese, perché non più sofferente, e quella capigliatura bianca divenne vaporosa.
Fra le mani la corona del S. Rosario e nel taschino le immagini del SS. Salvatore, della Madonna di Pompei e di Padre Pio, che aveva sempre conservato con tanta devozione.
Anche il tempo, che nei giorni precedenti era stato piovoso e freddo, si commosse, offrendo due giornate di sole primaverile.
Il feretro fu accompagnato in Chiesa da un corteo sommesso di numerosi amici e conoscenti. Anche la Polizia di Stato, in rappresentanza del Questore di Napoli, con la presenza di Funzionari ed un picchetto d’onore con tre corone di fiori partecipò al dolore, che aveva colpito la Dott.ssa Luisa, Dirigente di Polizia. Un elicottero della P.S. sorvolò il percorso.
Sulla bara fu deposta la mozzetta della Veste Sacra, segno di appartenenza alla Confraternita, ed il cuscino di fiori, voluto dalla moglie.
Il rito funebre fu officiato da P. Giovanni e dal Cappellano Militare, nella
Chiesa del SS. Rosario, dove per ben 25 anni, seduto sul terzo banco di destra con la sua Maria, aveva assistito alle varie celebrazioni.
Nel momento della Consacrazione due squilli di tromba invitarono tutti i presenti ad un silenzioso raccoglimento.
Al termine del rito funebre, sul sacrato della Chiesa il picchetto di agenti si schierò sull’attenti per rendere onore alla salma e così, Federico ricevette il ringraziamento per aver donato la sua figlia primogenita al Corpo della Polizia di Stato.
Salutati i presenti, si partì alla volta di Montella per la S. Benedizione nella Chiesa della Libera, dove i Confrati ed amici del paese si raccolsero per dare l’ultimo saluto. Poi il feretro fu condotto al Cimitero per la tumulazione nella Cappella della Confraternita.
Dopo 25 anni, il Dott. Buttiglio ritornò in quella terra, che l’aveva accolto appena ventiquattrenne, neo laureato, ed aveva imparato ad amarlo e rispettarlo per la sua onestà e per lo zelo profuso nella sua professione.


“Serenamente, dopo una vita esemplare dedicata
alla Famiglia ed al Lavoro, si è spento
all’età di 93 anni il

Dott. Federico Buttiglio,
Medico Veterinario.

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Laurea Francesca Pico

Congratulazioni a Francesca Pico figlia di Maurizio e Antonietta Dello buono sorella di Pasquale per la laurea in Biotecnologie - Agro industriali Università La Sapienza di Roma

 

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Consiglio di Stato: Buonopane può tornare al timone di Palazzo Caracciolo

Oberdan Fedenza, consigliere delegato ha accolto l’istanza di Buonopane sindaco di Montella riabiliotandolo nel ruolo di Presidente della Provincia. L'udienza per la ratifica è fissata per il giorno 24 maggio. Si attente la data dell’udienza di merito del ricorso presentato da Buonopane per ottenere dal Consiglio di Stato il completo ribaltamento della sentenza del Tar di giovedì scorso. A partire da oggi e fino al 24 maggio 2022, giorno in cui la camera di consiglio si riunirà per decidere sulla sospensione dell’esecutività della sentenza, Buonopane continuerà a svolgere il suo ruolo di Presidente della Provincia. “Non sussistono le ragioni di estrema gravità ed urgenza tali da non consentire la dilazione dell’adozione della misura cautelare fino all’esame della relativa istanza in camera di consiglio”, così il giudice.

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Comunicato di chiarimenti da Plastimontella in merito al biodigestore

Comunicato di chiarimenti in merito a quanto asseritoci come da missiva protocollata in data odierna al comune di Montella - Con la presente la Plastimontella intende chiarire quanto pubblicizzato nelle ultime ore da alcuni giornali e media .   La Plastimontella non ha presentato alcun progetto per la realizzazione di un biodigestore ,né tanto meno per la realizzazione di un biodigestore anaerobico sul modello di Chianche così come erroneamente asserito. Il progetto presentato per la verifica VIA prevedeva la realizzazione di un impianto per la produzione di compost (ammendante agricolo) da frazione organica e verde .
Ad oggi la Plastimontella non ha presentato nessuna richiesta autorizzativa né comunale né provinciale valida ai fini della chiusura del procedimento di autorizzazione dell'impianto e non lo farà in quanto il progetto, partito circa 3 anni fa, non rientra più tra gli obbiettivi di investimento della stessa. La sua attuazione, pertanto, allo stato non prevista, viene rimandata ad una eventuale successiva valutazione per la quale saranno comunque avviati i regolari iter autorizzativi e di coinvolgimento degli Enti Competenti.
Pertanto la Plastimontella intende rassicurare che nessun impianto di tale tipo è in corso di realizzazione.
Quanto dovuto
Merola marco
Plastimontella srl

 

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A Montella inizia la stagione teatrale

A Montella inizia la Stagione Teatrale  - Al Teatro Solimene spettacoli e divertimento - Sabato 7 Maggio alle ore 21.00 al Teatro Solimene di Montella (AV) inizierà la Stagione Teatrale 2022 diretta da Angelo Sateriale, in collaborazione con Spectra Service e con il patrocinio del Comune di Montella (AV)
Il primo spettacolo, in programma il 7 Maggio alle ore 21.00, sarà ALL’APPARIR DEL VERO di Antonio Piccolo con lo stesso Antonio Piccolo e Melissa Di Genova, attrice originaria di Montella (AV).
“Torre del Greco, 14 giugno 1837. Casa di Giacomo Leopardi. Il poeta è intento a comporre La ginestra, forse ultima opera, quando un misterioso individuo, mascherato e vestito di nero, lo interrompe. Chi è? Un buffone o davvero la Morte, come dice? Convinto dalle sue prove schiaccianti, Leopardi esulta, contento di spirare… La delusione, però, è dietro l’angolo: la Morte non è qui per portarlo via, ma perché ha bisogno della penna del grande scrittore per indirizzare una lettera all’umanità…”
La Stagione è stata fortemente voluta dall'Amministrazione comunale di Montella, che dopo questo duro periodo di pandemia, si è attivata a programmare iniziative culturali e di intrattenimento. La scelta è stata quella di favorire compagnie del territorio. La programmazione continuerà il 28 Maggio alle ore 21.00 con la compagnia Sulreale di Ariano Irpino (AV) con lo spettacolo tutto al femminile COME CI SIAMO RIDOTTE COSI!? e infine l’11 Giugno con lo spettacolo INVITO A CENA CON DISASTRO della compagnia Red Rogers di Benevento.

SABATO 7 MAGGIO ore 21.00
TEATRO SOLIMENE Piazza Garzano MONTELLA (AV)
ALL’APPARIR DEL VERO
di Antonio Piccolo
Con Melissa Di Genova e Antonio Piccolo
BIGLIETTO 10 euro
Info e Prenotazioni 3283931460

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ASA Comunicato stampa del 4 maggio 2022

Il 15 gennaio 2022, l’Associazione ASA in Montella denunciava al Sindaco Rizieri Buonopane, al responsabile dell’UTC, alla Giunta Comunale, al Comando dei Vigili Urbani, nonché all’ASL di Avellino, lo stato di totale abbandono e degrado delle ex aree prefabbricati “Campo dei Preti” e “Schito” nonché la presenza di rifiuti speciali e/o pericolosi (specialmente lana di roccia), disseminati su una superficie di 20.000 mq, chiedendo di intervenire immediatamente.

Nonostante la denuncia dell’ASA, corredata da numerose fotografie, avesse suscitato preoccupazione e profonda indignazione nell’intera provincia, l’amministrazione Buonopane si dimostrava del tutto inerte.

D’altro canto, l’ASL di Avellino, a seguito di un proprio sopralluogo eseguito il 27 gennaio 2022 presso tali aree, riscontrava lo stato di abbandono denunciato dall’ASA e la presenza di rifiuti, anche speciali, tra cui lana di vetro, pertanto, con propria nota del 28 gennaio 2022, prescriveva al “soggetto obbligato” (Comune di Montella) “…di provvedere alla classificazione, caratterizzazione, smaltimento e/o recupero dei rifiuti ed al ripristino dello stato dei luoghi…” e demandava all’ARPAC di Avellino, il compito di valutare il grado di inquinamento delle matrici ambientali.

L’ARPAC, solo dopo 12 giorni, in data 9 febbraio 2022, espletava il sopralluogo necessario congiuntamente al Comandante della Polizia Municipale di Montella e giungeva a conclusioni “narcotizzanti”, corroborate da un apposito “fascicolo fotografico” contenente appena 6 fotografie dei luoghi, di cui 4 raffiguranti l’area Campo dei Preti e 2 soltanto l’area Schito!

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Comunicato del Comune di Montella del 3 maggio 2022

L’Amministrazione comunale di Montella intende chiarire che ad oggi non è stato rilasciato alcun tipo di autorizzazione tesa alla realizzazione di un biodigestore nel proprio territorio.     Qualsiasi proposta eventualmente avanzata sarà attentamente vagliata dall’Ente sotto tutti i profili urbanistici, ambientali, tenendo debitamente in conto i vincoli territoriali presenti.
Altra informazione al riguardo non corrisponde al vero!
L’Amministrazione Comunale

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Consiglio Comunale 29 aprile 2022 0re 09.30

BIBLIOTECA COMUNALE PIAZZA BARTOLI RIMA CONVOCAZIONE 29 APRILE 2022 - ORE 09:00 SECONDA CONVOCAZIONE 30 APRILE 2022 - ORE 09:00 ESSIONE ORDINARIA SEDUTA PUBBLICA - IN OTTEMPERANZA ALLE DISPOSIZIONI VOLTE A CONTRASTARE E CONTENERE LA DIFFUSIONE DEL VIRUS COVID-19 LA CITTADINANZA :NON POTRÀ PARTECIPARE "IN PRESENZA" ALLA SEDUTA CONSI­LIARE MA POTRÀ SEGUIRE LA STESSA IN DIRETTA STREAMING SU FACEBOOK MONTELLA.EU

1. COMUNICAZIONI DEL SINDACO;
2. LETTURA ED APPROVAZIONE VERBALI SEDUTA PRECEDENTE;
3. INTERROGAZIONI, INTERPELLANZE E MOZIONI;
4. APPROVAZIONE RENDICONTO DI GESTIONE ESERCIZIO FINANZIARIO 2021;
5. ALIQUOTE, TRIBUTI E TARIFFE ANNO 2022 -.DETERMINAZIONI;
6. APPROVAZIONE PROGRAMMA TRIENNALE OO.PP. 2022/2024 ED ELENCO ANNUALE 2022 DEI LL.PP. E PROGRAMMA BIENNALE 2022/2023 DEGLI ACQUISTI DI BENI E SERVIZI;

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OPPOSIZIONE? SI DIMETTANO I DIVERSAMENTE CONCORDI!

OPPOSIZIONE? SI DIMETTANO I DIVERSAMENTE CONCORDI!    Un Paese è democratico non se ha un governo – anche le dittature hanno un governo – ma lo è solo se ha un'opposizione.  Quanto più vigorosa e credibile è l'opposizione, tanto più democratico è il Paese
Ed in effetti in questi anni, noi Gruppo Politico della Lista Civica per il Cambiamento, avremmo voluto vedere interpretato con dignità e rigore il ruolo che tocca ai consiglieri di opposizione, perché legittima è la manifestazione del dissenso e perché tanti, tantissimi argomenti andavano affrontati con maggiore partecipazione; ricordiamo tra i tanti:
- La programmazione delle opere pubbliche
- L’affidamento degli appalti e degli incarichi pubblici
- L’acqua che non c’è
- Il turismo tra assenza di infrastrutture e disastri ambientali
- La gestione dei beni di proprietà comunale
- L’ospedale di Comunità
Tutto ciò non è stato, e ne siamo pienamente consapevoli. Ma cosa è accaduto?
È successo che alcuni esponenti politici della lista di opposizione hanno dimenticato che il potere viene concesso ed esercitato, in virtù di un preciso mandato elettorale, allo scopo di gratificare diritti e interessi della collettività, nella logica dell’alternanza, costituendo lo stimolo che evita l’appiattimento, la collusione, il deterioramento della politica.
Quello del consigliere di opposizione dovrebbe essere un ruolo “angusto”. Ma proprio lì è il punto.
L’opposizione deve avere un ruolo scomodo, deve dare fastidio, perché ha il compito di scavare nelle cose che alcuni vorrebbero lasciare nell’ombra senza essere compiacenti e senza accettare compromessi. E questo è faticoso, perché occorre documentarsi molto di più di chi va in aula consiliare solo per votare sì (perché l’unica cosa che deve dimostrare è la fedeltà), perché si rischia l’isolamento e l’amarezza della sconfitta condita dallo spettacolo del veder gioire chi ha imposto la propria decisione per la mera forza dei numeri e non con la ragione delle idee.
Tutto questo avviene e deve avvenire per una semplice ragione: l’oppositore non risponde al potente di turno (più o meno illuminato) e alla maggioranza che gli fa da contorno.
L’oppositore risponde a chi lo ha eletto.
Chi lo ha eletto pretende da lui che continui a controllare, che continui a proporre, che continui ad informare all’esterno di ciò che avviene all’interno dell’istituzione: senza questa preziosa attività di pungolo c’è regressione per la comunità e per gli stessi governanti che non hanno più nessun motivo per fare meglio.
Perché quando il re è nudo non c’è più nessuno che almeno dica che il re è davvero nudo
Oggi, con infinita tristezza, il Gruppo Politico della Lista Civica per il Cambiamento , dopo avere invano richiesto più volte (e a gran voce) il confronto politico e programmatico sui temi fondamentali per la nostra comunità, assiste attonito ad un indegno tradimento del mandato elettorale, perpetrato con il ridicolo salto della quaglia dei consiglieri di opposizione che siedono in consiglio comunale, alcuni dei quali, eletti in opposizione all’attuale maggioranza, si sono assimilati ed essa diventando dirigenti provinciali del PD ( il caso più eclatante è quello del candidato sindaco Carmine Musano), altri ridottisi al ruolo di mute figurine, aspiranti rimpiazzi di assessori e consiglieri della maggioranza in un clima di vessazione e ricatto politico (…si abbiamo anche noi i nostri delatori).
Dei diversamente concordi nulla più, ridotti ad un imbarazzante, dannoso ed inutile mutismo.
In questo desolante scenario amministrativo auguriamo ai consiglieri eletti nella lista di opposizione, una proficua carriera politica nel partito che si sono scelti ma li invitiamo, per dignità personale e correttezza nei confronti dei loro elettori, a dimettersi dal ruolo che le gli hanno attribuito.

I candidati e i sostenitori della Lista Civica “Montella” per il cambiamento

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Pallavolo, under 14 femminile: il CS Nettuno è campione Irpinia-Sannio

La formazione under 14 del CS Nettuno ha conquistato il titolo di campione territoriale Irpinia-Sannio con la formazione under 14 femminile con un turno d'anticipo. Punteggio pieno (3-1) contro l'Accademia Benevento e primato blindato per la rappresentativa giovanile della società montellese, allenata da coach Giuseppe Preziosi. Grande soddisfazione per tutto il club e per il tecnico: "Sono contentissimo di questo campionato e del percorso di crescita delle atlete. - spiega Preziosi - Ad inizio anno era impensabile perché le ragazze sono tutte più piccole rispetto alle avversarie incontrate durante il campionato. Le più piccole e chi ha iniziato più tardi hanno affrontato bene l’impegno, hanno lavorato per mettersi al pari e ciò ha premiato tanto. Ringrazio il presidente, Rosalia Passaro, per avermi dato fiducia. Per me è molto importante in quanto considero Montella la mia seconda famiglia. Ringrazio molto anche i genitori che fanno tanti sacrifici per i propri figli e ci vengono incontro durante questo periodo difficile, grazie a loro le piccole atlete possono dedicarsi alla loro passione. Grazie a tutti coloro ci hanno creduto e sostenuto, le vittorie arrivano se si lavora tutti insieme". Il CS Nettuno punta a completare al meglio il torneo, già sicuro del primo posto, prima di affrontare le sfide della fase regionale.

Foto: ufficio stampa CS Nettuno Pallavolo

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Inaugurata la Mostra didattica multimediale PALATUCCI – storie di umanità tra le memorie della deportazione

Giovedì 21 aprile a Napoli, alla Biblioteca di San Lorenzo maggiore,  inaugurata la mostra multimediale “Palatucci : Storie di umanità tra le memorie della deportazione”.     Per grandi “eventi” servono poche parole… Ospiti d’eccezione per l’inaugurazione della Mostra didattica multimediale PALATUCCI – storie di umanità tra le memorie della deportazione
Giovedì 21 aprile c.a. alle ore 10.00 presso la nostra sede sociale: la Biblioteca del complesso di San Lorenzo maggiore in Napoli.Corso gratuito in “Standardizzazione del lavoro in Biblioteca” dal 17 Gennaio al 18 Febbraio  Bando di selezione servizio civile – 4 posti disponibili  Segnalazioni di luoghi e forme di comunicazione tra Tardoantico e Medioevo archeologia e arte – Conferenza internazionale

 

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A Montella la rassegna 'Femminile Plurale': apre la voce di Anna e l'appartamento

Sabato 23 aprile primo appuntamento della rassegna musicale Femminile Plurale, giunta alla sua terza edizione e, per la prima volta organizzata e gestita dall’associazione Atacama aps nel Teatro Solimene di Montella.  La prima data vedrà in scena Anna e l’appartamento, nome d’arte di Anastasia Brugnoli, giovane cantautrice veronese, che scrive, canta ed insegna canto. A novembre 2021, Anastasia ha pubblicato il suo primo album omonimo “Anna e L’Appartamento’’, grazie anche ad una campagna di crowfunding sulla piattaforma di Produzioni dal basso, un disco dalle sonorità indie pop, che al teatro Solimene suonerà in una veste più cantautoriale, voce e piano.

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Cassano, da giorni sgorga copiosa acqua da un tombino sulla strada

Segnalazione sempre da Cassano: "Mentre si fanno convegni ed assemblee per il risparmio dell'acqua, a Cassano, da giorni sgorga copiosa acqua da un tombino sulla strada che porta alla chiesa di Montevergine e nessuno interviene".

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La Cianciulli secondo J-Ax, il caso diventa un podcast

La storia della saponificatrice di Correggio sbarca in una serie su Spotify. Serial killer e black humour insieme al rapper Pedar e all’autore Lenardon -  J-Ax conduce con Pedar e. Matteo Lenardon la serie ’Non aprite quella podcast’  Il caso della "saponificatrice di Correggio" sbarca su Spotify, nel decimo e ultimo episodio della prima stagione di "Non aprite quella podcast", serie ideata da J-Ax e condotta con il rapper Pedar e l’autore Matteo Lenardon. Nonostante la protagonista di questa storia, Leonarda Cianciulli, sia una delle più note serial killer italiane, restano numerosi i dettagli assurdi e sconvolgenti della vicenda, poco conosciuti dal pubblico e presi in rassegna dal trio di conduttori con la consueta dose di black humor.

La vita della Cianciulli, nata a cavallo tra Ottocento e Novecento in provincia di Avellino, è segnata da povertà, epilessia e dalla profezia di una zingara che le predice che i suoi figli moriranno. Questa maledizione si realizza in parte con tre interruzioni di gravidanza e dieci neonati morti in culla. Quattro gravidanze vanno regolarmente a termine e la Cianciulli, ossessionata all’idea di perdere i suoi figli, appare disposta a qualsiasi cosa per salvarli e si convince che per farlo dovrà sacrificare la vita di qualcuno.

Nel 1930, a causa del terremoto che colpisce l’Irpinia e distrugge la sua casa, la donna si trasferisce a Correggio, dove la donna inizia una nuova vita. Improvvisamente tre anziane donne spariscono da Correggio senza spiegazioni. E le loro famiglie ricevono misteriose cartoline che raccontano di nuove e felici vite lontane.

Ax, Pedar e Lenardon ripercorrono gli aspetti più surreali e splatter del primo caso mediatico italiano, terminato con la confessione da parte della Cianciulli, la sua condanna e la morte in manicomio nel 1970.

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Montella, grande successo per l’omaggio a Ferdinando Cianciulli 14 aprile 2022

AMontella, grande successo per l’omaggio a Ferdinando Cianciulli  Ricordi ed aneddoti, con tanta commozione all’evento organizzato dal Comitato d’Onore Montella – Una serata tutta da ricordare quella di ieri sera al Teatro “Adele Solimene”, dove si è ricordata una figura di spicco della storia d’Irpinia. Non solo un omaggio voluto dal Comitato d’onore, che ha avuto n il Patrocinio morale del Comune di Montella, della Provincia di Avellino e del Centro di Ricerca Guido Dorso, ma una commemorazione ed un ricordo a cui si è unita la comunità locale, considerato il numero delle presenze alla manifestazione. I familiari Anna, Adriana e Raffaele Dello Buono, anch’essi componenti del Comitato, non hanno trattenuto la commozione nel ricordare la figura, anche grazie alle parole del Cianciulli stesso, recitate magistralmente dall’attrice Melissa Di Genova, accompagnata da Annachiara Varallo al sassofono.
Erano presenti, gli autori dei due volumi: Paolo Saggese, Giuseppe Iuliano, Cecilia Valentino, Generoso Picone e Mario Garofalo con anche il vice governatore della Regione Campania Fulvio Bonavitacola ed Enzo De Luca.
Le parole di Gianni Festa, direttore de “Il Quotidiano del Sud” che ha ricordato quanto fosse importante la scrittura nei tempi in cui visse ed operò il Cianciulli, anche mettendo in luce il suo ruolo di pubblicista. Un grande successo per l’iniziativa, dovuto anche alla qualità degli interventi e a quella dei due volumi presentati: “Ferdinando Cianciulli. Passione e ideologia. Scritti scelti”, curato interamente da Mario Garofalo che nel corso dell’evento ha incuriosito il pubblico con episodi significativi della storia che fino al 1922 ha portato Ferdinando Cianciulli a rappresentare i socialisti, non solo a Montella, ma in Irpinia
Il secondo volume presentato ieri a Montella è quello scritto e curato da Paolo Saggese e Giuseppe Iuliano dal titolo: “Ferdinando Cianciulli Martire del socialismo A cento anni dal suo assassinio (22 febbraio 1922 – 22 febbraio 2022) – con un omaggio a Giovanni Morrone”, che racchiude saggi di Generoso Picone, Francesco Barra e Cecilia Valentino.
Proprio la Valentino si è concentrata, nel suo intervento al teatro di Montella, sulla figura di Giovannina Morrone, donna, maestra ed anche scrittrice. Sono stati infatti ricordati i suoi scritti sul giornale “Il Grido”, sul ruolo delle donne. Dello stesso tema, ma non solo, ha parlato anche Paolo Saggese, uno degli animatori del Comitato, che con la nipote di Ferdinando Cianciulli Anna Dello Buono, ha voluto fortemente questo omaggio
Possiamo tutti dire, come del resto è emerso ieri sera, che fosse un” omaggio dovuto” anche per la posizione assunta dal Cianciulli in quei tempi alla guerra e quindi il ruolo nel partito Socialista.
Giuseppe Iuliano, altro componente del Comitato, ha omaggiato con una lettera il Cianciulli, in lui immedesimandosi e traendo orgoglio dal ruolo che ha avuto nell’aver contribuito con un suo saggio ad uno dei volumi
Generoso Picone, componente anch’egli del Comitato d’onore, si è unito al discorso del ricordo aggiungendo anche una sua visione del contesto giornalistico dell’oggi, soffermandosi su come è cambiata l’informazione rispetto a quando Cianciulli ha svolto questa attività.
Da remoto è intervenuto anche il prof. Nunzio Cignarella vice presidente del Centro di ricerca Guido Dorso, che nel 1986 aveva pubblicato un lavoro di Mario Garofalo su Ferdinando Cianciulli, ha riservato agli autori dei volumi parole di apprezzamento per il risultato realizzato dal Comitato con le pubblicazioni. Non a caso entrambi i volumi hanno ricevuto il Patrocinio morale del Centro
Le conclusioni sono state affidate al vice governatore della Giunta della Campania Fulvio Bonavitacola che da originario di Montella, alla cui comunità è rimasto sempre molto legato, ha voluto ricordare alcuni personaggi locali che pure erano stati evocati nei lavori di stasera ma che erano presenti anche nei racconti dei suoi nonni. Ha parlato di cosa ha rappresentato Cianciulli all’epoca e quale è il messaggio che può ancora trasmettere.
Si è detto convinto che se non fosse stato privato della vita da mano assassina a soli 41 anni “avrebbe potuto arrivare ad essere uno dei politici nazionali di maggiore spicco” nell’età postfascista, nell’Italia repubblicana.
In definitiva si può affermare senza tema di smentita che l’obiettivo che il Comitato d’onore si era dato l’anno scorso sia stato pienamente raggiunto e Ferdinando Cianciulli degnamente ricordato a Cento anni dal suo assassinio.
Il Comitato d’onore per il centenario dell’assassinio di Ferdinando CianciulliOmaggio a Ferdinando Cianciulli nell’anniversario centenario dell’uccisione , 14 aprile 2022 ore 17.00 Teatro Adele Solimene – Montella Av. Presentazione dei volumi : Mario Garofalo “ Ferdinando Cianciulli Passione e ideologia . Scritti scelti “

Paolo Saggese e Giuseppe Iuliano: Ferdinando Cianciulli. Martire del socialismo. A cento anni del suo assassinio 22 febbraio 1922 22 febbraio 2022 con un omaggio a Giovanni Morrone
Interverranno: Anna Dello Buono, Raffaele Dello Buono, Mario Garofalo, Giuseppe Iuliano, Generoso Picone, Paolo Saggese e Cecilia Valentino – Componenti del Comitato d’onore Luigi Fiorentino – Presidente della Provincia di Avellino
Fulvio Bonavitacola – Vicepresidente Regione Campania.
Letture:
Melissa Di Genova – Attrice
Accompagnamento musiche letture :
Annachiara Varallo – Sassofono
Modera e coordina:
Gianni Festa – Direttore del Quotidiano del Sud – Edizione Campania
Saranno presenti gli autori:
Mario Garofalo, Giuseppe Iuliano, Generoso Picone, Paolo Saggese, Cecilia Valentino.
INGRESSO LIBERO FINO AD ESAURIMENTO POSTI – ACCESSO CON GREENPASS RAFFORZATO E MASCHERINA

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Da Cassano irpino ci segnalano

Da Cassano Irpino ci segnalano che nei pressi del Bagno della Regina, sistematicamente, vengono abbandonati rifiuti di ogni genere. Sarebbe opportuno una costante vigilanza, magari segnalata con un cartello di divieto. Inoltre, nei pressi del Cimitero vengono depositati scarti di demolizioni di tombe che non vengono subito rmossi. In questo c'è anche un problema di igiene pubblica.

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Comunicato stampa ASA Montella 07/04/2022

Comunicato stampa ASA Montella 07/04/2022 - IRPINIA: ISOLA BELLA E INFELICE   La recente pandemia ha favorito la riscoperta delle aree interne facendo emergere la necessità di produrre lavoro in modo sano e sostenibile. Nei piccoli borghi è stato possibile conciliare le nuove esigenze lavorative (smart working) con il viver bene. In essi si cela la piacevole scoperta di poter lavorare vivendo meglio, in alternativa al modello accentratore, oramai in declino, delle grandi città.
Imprescindibili, sono dunque, scelte politiche adeguate ai tempi, finalizzate a migliorare l’abitabilità delle aree interne, soprattutto al sud, tentando di ridurre l’atavica arretratezza economica e sociale ed invertire il trend dello spopolamento: collegamenti e mobilità, servizi sociali e infrastrutture.
Da tale prospettiva, l’Irpinia sembra essere sparita dall’agenda politica. Il fenomeno dello spopolamento è soltanto il leitmotiv delle campagne elettorali e non piaga sociale indice di una bassa qualità di vita (la provincia di Avellino è 93 esima su 107 province italiane per qualità della vita - Sole 24 Ore, 2021).
Al trionfalismo dei proclami per i fondi PNRR segue l’incapacità di spendere le risorse in modo utile al territorio:
- fior di milioni investiti nell’industria del divertimento, zip line, ponti “tibetani” e luna park tra i monti.
Alla devastazione di fantasiosi progetti di “valorizzazione” si aggiunge l’incuria delle opere pubbliche e la mancata tutela del territorio e della risorsa idrica:
- viabilità da terzo mondo, disagevole e insicura (vedi Ofantina, da anni strozzata da lavori interminabili, e ponti pericolanti in pessime condizioni);
- aria più inquinata di tutto il Centro-Sud Italia (Report “Mal’Aria 2022” - Legambiente);
- quinta peggiore provincia d’Italia per dispersione idrica (pari al 58% del totale immesso in rete - dati Istat 2022) a causa di fatiscenti reti colabrodo (vedi disservizi Alto Calore);
- consueto saccheggio dei boschi, taglio abusivo e abbandono di rifiuti fuori controllo;
- paesaggi crocifissi da terribili pale eoliche, scarsa valutazione di impatto ambientale e distruzione di terreni destinati a coltivazioni di pregio;
- fiumi e torrenti, soffocati dal turismo selvaggio, trasformati in strade di ciottoli completano il quadro desolante.
In questo drammatico scenario, desta sempre più scalpore l’ostinata volontà di realizzare impianti di rifiuti in siti ad alto valore paesaggistico-naturalistico (vedi Montella e Chianche) che comprometterebbero definitivamente la possibilità di promuovere un turismo sostenibile di tali aree.
Crescita e sviluppo che, a seguito dell’isolamento ferroviario della provincia di Avellino per la mancanza di collegamenti con le linee ad alta velocità, già appaiono una chimera.
Urge un immediato cambio di rotta: l’Irpinia è un’isola infelice e la bellezza, da sola, dei luoghi e dei borghi, delle tradizioni e dei sapori non può più bastare.

Montella, 7 aprile 2022
ASA - Associazione Intercomunale per la Salvaguardia dell’Ambiente

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Carbone e carbonai di una volta a Montella

Carbone e carbonai di una volta a Montella .  Il carbone a legna esiste da quando esiste il fuoco tant'è che lontanissime incisioni rupestre ne testimoniano l’uso antico così come tracce di carbone si trovano in reperti antropologici risalenti all'età del rame, vale adire a un'epoca compresa tra il 3.300 e il 3.100 a.C. .
La sua produzione ordinariamente avviene attraverso un procedimento che sfrutta una combustione imperfetta del legno, in condizioni di scarsa ossigenazione.
Più dettagliatamente il carbone a legna viene generato attraverso la tecnica della “carbonaia” che, in tempi lontani, consentiva di trasformare la legna utilizzando, preferibilmente, quella di faggio nonché quella di abete, larice, frassino, castagno, cerro e di pino.



La sua produzione fu praticata - per numerosi secoli - in gran parte del territorio montagnoso italiano, in quello alpinico, subappenninico ed appenninico per cui, nella generalità, i boschi italiani furono luoghi di lavoro per molti “carbonai”.
Il mestiere del carbonaio era molto diffuso – soprattutto nella prima metà del secolo scorso - tant'è che esso, tra i lavori della montagna, era quello che ne testimoniava meglio la durezza e la complessità.
Quello del carbonaio era infatti un mestiere antico, alquanto difficile da praticare, fatto di sapienza e di molta fatica, impegnativo; un mestiere in cui erano fondamentali sia l’esperienza e sia i legami con la montagna.
Per fare il carbonaio occorreva avere pratica e competenza e soprattutto era richiesto amore per la montagna, avere con lei un rapporto corretto, cioè possedere la consapevolezza che essa è vita e dunque esercitare, con naturalezza, un confronto corretto tra uomo e territorio tale da salvaguardarne ogni possibile equilibrio.
Era un mestiere complesso, in cui l’abilità manuale giocava un ruolo essenziale, un’attività che richiedeva zelo ed implicava abilità e procedure, decisamente complesse, che l’uomo tecnologico del duemila non riesce a immaginare. Per praticarlo occorrevano pochi strumenti che il carbonaio utilizzava con perizia e che, spesso, produceva con il legno che trovava nel bosco, ad eccezione della zappa e della pala.
Era un mestiere che non si apprendeva dai manuali, si apprendeva direttamente sul campo, in una palestra naturale, attraverso un lavoro che esigeva un lungo, paziente e defaticante tirocinio; un’attività appresa da giovanissimi e tramandata nel tempo dai propri genitori, praticata per numerosi secoli fino ai primi del '900.
I boschi italiani furono luogo di lavoro per molti di questi "artisti del fuoco" e Il carbone da loro prodotto (prima dell’arrivo del gas e dell’elettricità in tutte le case) era, molto richiesto soprattutto per il riscaldamento e per cucinare, per cui veniva trasportato verso le città, anche per altri usi, i più vari e disparati.
Come in altre realtà locali d'Italia, anche a Montella la produzione del carbone vegetale è stata, accanto a quella boschiva, una attività economica importante per parecchie generazioni nei secoli passati, fino agli anni '50 e '60 del secolo scorso.


Questa attività era per lo più di “appannaggio” di alcune famiglie che l’hanno a lungo esercitata, in esclusiva, soprattutto per tradizione e per competenza.
In previsione della stesura di questo articolo, come al solito, mi sono confrontato con alcuni mie amici, essenzialmente quasi miei coetanei ed insieme abbiamo, senz’altro con qualche imprecisione ed omissione, ricordato i “caraoniéri” presenti una volta a Montella.
Prevalentemente la maggior parte dei “caraoniéri” montellesi appartenevano alle famiglie Recupido, Sabatino e Gambone; erano queste le tre famiglie che per anni e anni sono stati i più esperti nella produzione del carbone, nei boschi delle nostre montagne .
Alla famiglia Recupido apparteneva Alessandro, il papà del mio amico e coetaneo “Totonno”, il quale, la scorsa estate, mi ha a dettagliatamente descritto, con passione e competenza, la fatica e il mestiere praticato, dai suoi progenitori.
“Totonno” mi ha detto che suo nonno Antonio Recupido era un abilissimo carbonaio in attività già alla fine dell’ ‘800.
Egli fu il capostipite di vari “caraoniéri” montellesi; abitava a San Silvestro, di fronte al palazzo Boccuti; tenne le sue “caraonere” a Verteglia, ai “Candraloni” e alla Celica.
La sua attività fu portata avanti dal figlio Alessandro (vale a dire il papà del mio amico) e in parallelo, lavorando in proprio, anche dai suoi fratelli Amato (che abitava in Via Piedipastini), Domenico (che abitava ai Ferrari), Salvatore (che abitava al Casaliello) e Vincenzo (il quale abitava sulla prima rampa della Libera).
Alessandro Recupido lavorò fino agli anni ’50 e l’ultimo “catuòzzo” l’allestì ai Candraloni.
Un altro mitico “caraoniére” montellese correlato alla famiglia Sabatino fu Rocco Sabatino il quale con la sua attività, all’epoca fece fortuna e divenne benestante tanto da acquistare, tra l’altro, un vasto terreno, quello attualmente circoscritto dalla via del Corso, via dietro Corte, Viale Europa e via Principe di Piemonte.
Alla sua persona era, tra l’altro, riferita la voce (rice ca….) secondo cui la svolta della sua fortuna economica fosse da attribuire al ritrovamento di un tesoro di monete d’oro, nascosto, nel cavo di un albero, da alcuni briganti.
Io l’ho conosciuto quando era ormai anziano perché era il papà di zia Peppa, la moglie di mio zio Matteo e ricordo di avergli chiesto conferma di quel “ritrovamento” e ricordo anche il suo “tiepido” diniego, ironico e alquanto sornioso.
Resta comunque il fatto che una volta zia Peppa, casualmente, mi mostrò alcuni “marenghi d’oro !
Nell’attuale Piazza Matteotti abitava Sabatino Salvatore, cioè il papà di Domenico, Virginio, Italo e di “Iuccia”.
Alla famiglia Sabatino apparteneva Carmine, che in vece abitava ai Ferrai e nella sua attività era aiutato dai figli Lorenzo, Salvatore, Amedeo e dalle varie sue figlie. Un suo cugino, Rocco Sabatino (omonimo del Rocco già citato) era anch’esso “caraoniére” e abitava in via San Silvestro.
A Fontana, in via Gambone, abitava Felice Gambone, detto “Boccaccio” anch’egli aiutato dal fratello Alfonso (che abitava in via Gamboni) e dai figli Salvatore (che abitava in via Fontana), Gerardo e Felice il quale abitava in via San Silvestro, sotto al “catafalco”.
Nello stesso rione abitava poi Salvatore Maio, detto anche “Turillo re Faone”; invece in via Gamboni abitava Albino Moscariello che, figlio” di Rosario, svolse l’attività di “caraoniére” oltre che a Montella anche a Capaccio, in provincia di Salerno
A Piazzavano abitava il caraoniére” Delli Gatti Giuseppe papà di Rinaldo, Virgilio e Giovanni.
La prima fase del lavoro dei carbonai consisteva nella preparazione della legna.
I carbonai tagliavano gli alberi, generalmente nel periodo di luna calante, in una parte di bosco loro assegnato, rispettando alcune disposizioni di legge che prevedevano un diradamento delle piante e non un esbosco.
Mio padre – Gualtiero Tiretta - era maresciallo forestale e, a proposito dei carbonai, mi diceva che per legge, dalla fine dell’800, la legna di faggio per fare carbone doveva provenire dai tagli di diradamento eseguiti nelle giovani faggete. Mi ricordava le cosiddette “martellate”.
Mio padre ed alcune sue vecchie foto relative alla "martellata"

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Spettacolo profondo di notturni fluviali di Totoruccio Fierro

Spettacolo profondo di notturni fluviali di Totoruccio Fierro - Un gentiluomo immerso in una notte fonda e stellata! Guarda rapito uno imprevisto spettacolo della  Natura : " È un asteroide o un missile di Putin ? "

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Congratulazioni a Maria Pico figlia di Lucio e Maria Nigro laureata in Chimica e Tecnologia Farmaceutiche Università Federici II di Napoli

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