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VISITA A QUINDICI DEGLI STUDENTI DEL LICEO DI MONTELLA

Daquino logoGLI STUDENTI DEL LICEO "D'AQUINO" NELLE TERRE CONFISCATE AI CAVA E GRAZIANO

MONTELLA - Fra i PON attivati al Liceo Statale "Rinaldo d'Aquino" sta suscitando particolare interesse la ripresa delle attività programmate nell'ambito del progetto biennale "Le(g)ali al Sud", che si avvale della compartecipazione di Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie, con la referente provinciale dell'associazione, Valentina Paris, in qualità di esperto esterno. Dopo l'incontro di venerdì scorso, che è servito a pianificare le azioni di formazione in situazione che si svolgeranno da qui a fine aprile per la seconda tranche del PON, con l'avvio dei preparativi per la prevista partecipazione degli studenti montellesi all'appuntamento

nazionale della diciassettesima edizione della "Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie", in programma a Genova il prossimo 17 marzo; il nuovo momento formativo fissato in calendario porterà quest'oggi i partecipanti al progetto nel Vallo di Lauro, per visitare le terre confiscate alle famiglie Cava e Graziano, protagoniste di un'efferata faida di camorra, nel comune di Quindici. Qui, la loro visita all'interno di strutture da poco restituite alla legalità, rappresentata dalla coraggiosa amministrazione civica guidata dal sindaco Liberato Santaniello, sarà animata dalla lezione-incontro con l'esperto Marco Cillo per discutere di confisca e riuso sociale dei beni dei mafiosi. Sarà inoltre un'occasione importante per verificare a che punto sono i lavori che dovrebbero a breve trasformare la villa di via San'Antonio, di proprietà del boss Antonio Cava, in un opificio gestito da "Libera". La residenza, fino all'autunno scorso, risultava ancora occupata dalla moglie e dai figli dell'esponente del clan oggi in carcere, come anche "Il Fatto Quotidiano" ebbe modo di documentare. Dopo che nel paese, per anni teatro di una guerra sanguinaria fra famiglie rivali, diverse sono state le proroghe al provvedimento di sgombero decretate dal Tribunale di Avellino. A causa della presenza di una disabile nella casa del boss. Ma ora il Comune ha trovato un alloggio ai familiari di "'Ndo 'Ndo", cugino del capoclan Biagio Cava e numero due dell'organizzazione criminale. C'è quindi solo da attendere che parta l'iniziativa imprenditoriale annunciata da "Libera": un maglificio dove dare lavoro a otto persone. La rinascita di un comune balzato all'onore delle cronache per essere stato sciolto due volte per camorra e per essere stato investito dalla terribile frana del maggio '98, che provocò morti e distruzioni, passa anche di qui. Per l'antimafia sociale.

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