Un importante riconoscimento per ACCA, assegnato per essersi distinta nella performance gestionale e di affidabilità finanziaria e di bilancio, a conferma dell’impegno dell’azienda irpina nel perseguire una strategia di crescita costante
Il Premio Industria Felix viene assegnato da un qualificato Comitato Scientifico, composto da economisti, imprenditori e manager di alto profilo, tramite le “Alte Onorificenze di Bilancio”, alle aziende con sede legale in Italia che abbiano le migliori performance gestionali e con un indicatore di affidabilità finanziaria di solvibilità o sicurezza.
La cerimonia di assegnazione dei riconoscimenti ‘Premio Industria Felix - L’Italia che compete 2021’ si è tenuta il 25 novembre nell’Aula Magna dell’Università Luiss Guido Carli a Roma. Si è trattato dell’evento epilogo di un tour nazionale organizzato in 10 tappe che, da marzo a novembre, ha toccato le diverse regioni italiane.
L’evento è stato organizzato da Industria Felix Magazine in collaborazione con Cerved, Università Luiss Guido Carli, Associazione culturale Industria Felix, con i patrocini di Confindustria e Simest, con le media partnership de Il Sole 24 Ore e Askanews, con la partnership istituzionale di Regione Puglia, con la partnership di Banca Mediolanum, Mediolanum Private Banking, Grant Thornton, Sustainable Development, Egea Commerciale.
ACCA software impresa virtuosa
Per il 2021 sono state 160 (su 850.000) le società di capitali, scelte tra i settori strategici, che si sono distinte per i risultati di bilancio: ACCA software ha ricevuto il prestigioso riconoscimento come impresa performante a livello gestionale ed affidabile finanziariamente.
L’onorificenza segue il ‘Premio Industria Felix - La Campania che compete 2021’ assegnato all’azienda irpina lo scorso 19 ottobre come “miglior impresa del settore servizi innovativi per performance gestionale e affidabilità finanziaria Cerved con sede legale nella regione Campania”.
Guido Cianciulli CEO ACCA software SpA
Il riconoscimento viene attribuito sulla base di criteri oggettivi e che tiene conto di un incontrovertibile algoritmo di competitività del Cerved Group Score Impact (indicatore di affidabilità finanziaria di una delle più importanti agenzie di rating in Europa) e in alcuni casi del bilancio/report di sostenibilità o della Dichiarazione non finanziaria per le aziende che ne sono in possesso.
Per ACCA si è trattato di un risultato molto importante in quanto ben rappresenta l’affidabilità di una realtà aziendale che da sempre crede nell’innovazione, nella sostenibilità economica, sociale ed ambientale, ritenendoli valori fondamentali per il processo di crescita e sviluppo aziendale.
Un’azienda solida, che è riuscita a confermare il proprio valore economico e finanziario nonostante le conseguenze della pandemia.
"Ogni riconoscimento è come una sottolineatura fatta in un libro che racconta una storia interessante” ha commentato Guido Cianciulli, CEO di ACCA software.
“Il premio è un riconoscimento all'attività e all'impegno di tanti anni di lavoro, di questa azienda. Il merito è mio solo in parte. Il merito maggiore è di tutti quanti collaborano e lavorano in ACCA."
Ancora un riconoscimento, quindi, per ACCA e la sua storia fatta di impegno, passione, sacrificio, senso di comunità; di cultura di fare impresa, di saper anticipare e cavalcare il cambiamento con un approccio culturale aperto e positivo verso la complessità e il progresso, investendo sui giovani che per mentalità ed educazione sono più veloci e reattivi nel cambiamento e nelle innovazioni, investendo di più nella ricerca e sviluppo, investendo nelle eccellenze locali.
25 Novembre giornata internazionale contro la violenza sulle donne ,Noi donne di Ginestra combattiamo il vergognoso fenomeno del Revergeporn - Iniziativa didattico-educativa con gli alunni e i docenti "Rinaldo d'Aquino" 1° dicembre 2021 premiazione degli alunni partecipanti.
Congratulazioni a Laura gambone e ai soi genitori Felice e Lidia Iovanna per il conseguimento della Laurea in Ingegneria Gestionale Università di Salerno
Le tre Associazioni Ambientaliste esprimono preoccupazione e dissenso rispetto all’evento softair denominato “Pattuglia a lungo raggio” da tenersi sull’altopiano di Verteglia col patrocinio morale del comune di Montella.
Pertanto, hanno invitato l’Ente Parco dei Monti Picentini a revocare e/o negare il parere favorevole all’iniziativa (qualora non ancora richiesto) perché in contrasto con le norme e le finalità stesse dell’Ente a tutela delle aree montane.
Sia l’ASA (Associazione Intercomunale per la Salvaguardia dell’Ambiente),
sia il WWF (World Wildlife Fund),sia l’ASOIM (Associazione Studi Ornitologici Italia Meridionale), chiedono all’amministrazione comunale di Montella di ritirare il patrocinio alla manifestazione e all’Ente Parco di garantire l’osservanza delle disposizioni regionali a tutela dell’ambiente montano e del suo habitat.
Si è tenuta ieri a Montella l'assemblea costitutiva della "ASA - APS (Associazione Intercomunale per la Salvaguardia dell'Ambiente)". E' stato approvato lo statuto sociale - redatto secondo le linee dettate dal Codice del Terzo Settore - nel quale sono evidenziati gli obbiettivi e gli scopi dell'Associazione.
In particolare, lo scopo fondante è quello di svolgere attività finalizzate alla salvaguardia del territorio, dell’ambiente e della natura; alla conservazione, valorizzazione e miglioramento del patrimonio naturale; alla difesa della salubrità dell’ambiente e alla promozione del territorio.
E' stato altresì eletto il Consiglio Direttivo, composto da nove persone: Salvatore Malerba, Gianluca Coscia, Rocco Bruno, Valerio Gatta, Vito Di Benedetto, Salvatore De Simone, Giuseppe Liotti, Michelangelo Molinari e Carmine Pascale.
Contestualmente è stato nominato Presidente, il sig. Gianluca Coscia; Presidente Onorario, l'avv. Rocco Bruno e Segretario, l'avv. Valerio Gatta.
Nel corso della riunione sia il sig. Salvatore Malerba, noto imprenditore del settore castanicolo, sia il dott. Giuseppe Liotti, affermato geologo, hanno arricchito la discussione di interessanti spunti in materia di ambiente, territorio e salubrità, soprattutto con riferimento alle condizioni dei castagneti e alle problematiche delle sorgenti e delle acque.
Proprio in questo periodo, la cittadinanza montellese, e non solo, sta soffrendo l'insopportabile interruzione serale - notturna della fornitura idrica da parte dell'Alto Calore.
A questo riguardo, l'associazione è intenzionata a promuovere le azioni più opportune a tutela di un fondamentale diritto dei cittadini: quello di poter usufruire del servizio idrico secondo uno standard minimo di qualità, che allo stato dei fatti non è assicurato.
La crisi idrica a cui si sta assistento negli ultimi anni non ha precedenti e sicuramente il futuro non promette nulla di buono. Non so se vi sono progetti attuativi per la risoluzione del problema a breve, fatto sta che Montella ricco di sorgenti, ha i rubinetti a secco e anche fiumi e torrenti. Io sono da anni un convinto assertore per la raccolta dell´acqua piovana.
Dopo il Sisma dell´80, se ben ricordo una nuova normativa edilizia bandí la realizzazione o il ripristino delle cisterne in seno ai fabbricati, presenti in numerose case dell´epoca; anche in quella di mio nonno, che conteneva all´incirca 15m3 di acqua che veniva regolarmente usata per l´irrigazione di ca. 1000 m2 d´ orto.
Il fabbricato (di ca,. 150 anni) resistette al Terremoto e la cisterna rimasa intatta.
Ora, anche se la normativa vieta la realizzazione delle cisterne
all´interno del fabbricato, all´esterno dove vi fosse la possibilitá bisognere agire per Legge,
LA RACCOLTA DELLE ACQUE PIOVANE DOVRÁ DIVENTARE UNA COSA NECESSARIA E OBBLIGATORIA per le nuove costruzioni la dove vi siano i presupposti ed ADEGUAMENTI per le strutture PUBBLICHE , AGRICOLE ed INDUSTRIALI.
Oggi vi sono cisterne monolitiche e sistemi completi per tale scopo, l´acqua adeguatamente filtrata viene collegata alla rete idriga del fabbricato.
Leggendo questi giorni una comunicazione del Sindaco Rizieri Rino Buonopane in riferimento a fondi da destinare alla costruzione di un Asilo, una STRUTTURA PUBBLICA , come la CASA COMUNALE, le SCUOLE, le CASERME , dove molte persone vi lavorano e vi passano gran parte della giornata. Tutte queste strutture hanno delle aree perimetrali di svariati m² e sicuramente si troverebbe il modo dove realizzare tali cisterne.L´allaccio alla rete esistente e´tecnicamente fattibile e senza grandi opere di ristrutturazione degli impianti esistenti. Gioverebbe all´ambiente e all´economia.
Per l´Asilo, visto che e´ancora in fase gestazionale, si puo´integrare il progetto??
Bisogna posare la prima pietra per realizzare un´opera, io direi : "Prima la cisterna poi la prima pietra"!!
Che si inizii da adesso. L´acqua che si potrebbe risparmniare andrebbe ad alimentare il nostro fiume Calore, che ne avrebbe tanto di bisogno e farebbe risparmiare in bolletta.
Ogni giorno, di media, si consumano ca. 200 lt d´acqua a persona per i servizi; ca. 2/3 del totale consumato. Calcolando un consumo minimo per Montella di 150 lt per 5000 adulti sono 750.000 litri al giorno.💦💦💦💦💧💧💧💧💧
Un’altra bella notizia per la nostra comunità e un altro importante risultato ottenuto dalla amministrazione comunale.
Con Decreto n. 94222/2021 del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione del Ministero dell’Istruzione, il Comune di Montella, ha ottenuto un finanziamento per € 2.338.788,00 , finalizzato alla realizzazione di un “Asilo Nido”. Una struttura necessaria a garantire altri servizi alle famiglie e un ulteriore passo in avanti nella realizzazione di un complessivo progetto di nuova edilizia scolastica, sicura e all’avanguardia, di cui Montella aveva bisogno. A giorni infatti, inizieranno anche i lavori di demolizione e ricostruzione della scuola materna di Campo dei Preti, e la realizzazione, nella stessa area, di una moderna struttura destinata ad ospitare le scuole medie.
Il covid è una delle peggiori pandemie mai viste da circa un secolo, con un virus che continua ancora a circolare in tutto il mondo, tenendo in apprensione intere popolazioni, provocando milioni di morti, e lungi dall'essere sconfitto definitivamente. Come tutti i virus si ripresenterà come molti altri a scadenze periodiche. Per fortuna, il sistema farmaceutico mondiale è riuscito in brevissimo tempo a produrre diversi vaccini capaci di proteggere il nostro organismo riducendo di molto il rischio contagio e di conseguenza le complicazioni, che in troppi casi hanno avuto esito letale. Ora si sta studiando, un medicinale antivirale che in supporto ai vaccini attenui in modo significativo gli effetti peggiori. Come per i vaccini, di questi medicinali, a breve, ne verranno fuori diversi e si spera che dopo una necessaria sperimentazione, possano essere usati su larga scala come viene fatto per i vaccini. Ad oggi, la situazione mondiale sui rimedi contro la pandemia è questa, sempreché i popoli si convincano che non ci sono altre strade possibili praticabili, cioè quelle dei vaccini, dei nuovi medicinali in fase di sperimentazione e naturalmente del buon senso nel rispettare le norme divenute consuete quali: l'uso della mascherina, il rispetto delle distanze evitando i grandi assembramenti, l'igiene delle mani e degli oggetti ad uso comune. Purtroppo dobbiamo assistere ogni giorno a manifestazioni, contro il governo e i suoi ministri interessati, per le decisioni che puntualmente, dall'inizio della pandemia vengono prese. Abbiamo un minoranza di cittadini, che si rifanno al "NO A TUTTO", oggi NO-VAX e NO GREEN PASS, che non credono, o non vogliono credere nemmeno all'evidenza dei fatti e dei dati, dicono che è tutto un imbroglio, che ci sono di mezzo i grossi interessi delle multinazionali farmaceutiche, capaci per la loro potenza di imporre al mondo intero, il metodo vaccini per combattere il virus. Queste due categorie sbandierano il diritto alla libertà, ma di quale libertà parlano? e quale è il loro concetto di libertà che va a intaccare quella della maggioranza degli altri? La cuminità scientifica mondiale quasi al completo si è trovata daccordo sull'impiego del vaccino, anche per l'urgenza e la mancanza di alternative. La scelta dei nostri governanti, di cercare a tutti i costi di raggiungere l'immunità di gregge con i vaccini, imposti indirettamente con il GREEN PASS, sembra, dai dati attuali, che sia stata una scelta validissima, e portata ad esempio in altri stati europei, vedi la Germania. Diverse nazioni europee, con percentuali di vaccinati molto più basse della nostra hanno un numero di contagi elevati, ed oggi debbono prendere decisioni drastiche di nuove chiusure e limitazioni nei confronti di zone e cittadini scoperti dalla sicurezza del vaccino. Si programma già, per chi ha fatto le prime due dosi, una terza dose e se sarà necessario ulteriori dosi di richiamo, come del resto si fa per i vaccinati contro il tetano e per le normali influenze annuali. La speranza è che piano piano la virulenza si attenui e che vaccini e medicinali oltre ad aumentare l'efficenza, siano sempre più mirati ad attenuare le conseguenze più gravi del covid. C'è anche da dire che molti scienziati prevedono, che ad un certo punto la durata della copertura si allungherà di molto, si parla di cinque o dieci anni. Da queste pagine mi permetto di invitare tutti coloro che per ragioni di dubbio, di paura, e di altre ragioni poco giustificate, a vaccinarsi senza eccessivi timori.
Dal 19 al 28 novembre 2021, al Teatro Le Sedie (Via Veientana Vetere 51 – Roma) è in scena lo spettacolo “L’IRREALTA’ QUOTIDIANA”. Due atti unici di Roberto Leoni, con Rosaria Cianciulli, Giovanni Visentin e Alessandro Giova.
La responsabilità di questo spettacolo teatrale potrebbe essere imputata a Jorge Louis Borges. Il grande scrittore argentino, infatti, sosteneva che la memoria sarebbe il sogno del passato e l’avvenire sarebbe il sogno del futuro; ma allora, ci siamo chiesti, quale potrebbe essere il sogno del presente? Forse una realtà apparentemente simile a quella che viviamo tutti i giorni, ma che si sviluppa in una dimensione tanto diversa e inaspettata da sembrare quella di una irrealtà quotidiana. Non vi preoccupate: si tratta solo di un’ipotesi poetica, di una divertita evasione dall’ordinario nella quale, però, brilla sempre l’ironia che spesso governa il mondo e che talvolta lo fa sembrare il sogno beffardo di un dio.La prima avventura in questa terra di nessuno tra il possibile e l’impossibile è l’atto unico PIRANDELLO ENDING, in cui uno scrittore, sfidando l’allarmante precedente dei “Sei personaggi in cerca d’autore” s’innamora di una ragazza che è la protagonista di un suo racconto…La seconda avventura è l’altro atto unico CONTRAPPASSO, dove il malizioso duello erotico tra un improbabile moralista del passato e una spregiudicata ragazza contemporanea, sfocia in una comica, liberatoria rivolta in nome dell’amore.
Rosaria Cianciulli ci offre nei due atti un doppio ruolo: il primo è quello di una bella turista solo apparentemente smarrita a Roma, mentre il secondo è quello della tentatrice di Casanova, capace di sedurre il grande seduttore…
“Per me è davvero emozionante poter lavorare al fianco di questi grandi artisti, i quali mi hanno subito accolta come in una famiglia. Mi sento davvero onorata di far parte di questa avventura. In questi due atti ho l’opportunità di portare in scena due personaggi fantastici e reali, dove ironia, sensualità e divertimento muovono le emozioni e le azioni di queste due donne in cerca dell’amore”.
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L'otto dicembre 1956, con tutta la mia famiglia ci siamo trasferiti come emigranti, in un comune della Toscana, Lastra a Signa in provincia di Firenze. Le condizioni di vita, per tutta la nostra famiglia a Montella non erano più accettabili, per l'impossibilità di non poter mandare avanti con profitto e nel migliore dei modi i vari appezzamenti di terreno dislocati in dodici zone diverse, quasi tutte distanti dal paese dove abitavamo.
Per la famiglia composta come descritto nel precedente racconto, dai genitori e da otto figli, due maschi e sei femmine, per la mancanza di lavoro in paese, ma anche nei comuni vicini e l'impossibilità di impiegare le sei ragazze nell'attività agricola, non rimase altra scelta che quella di andare via da Montella, o all'estero, in quel periodo molti paesani e paesane emigravano chi in Svizzera, chi negli Stati Uniti, chi in Belgio, chi in Sud America, chi in Francia, noi scegliemmo di rimanere in Italia. Avevamo parenti che si erano trasferiti in Toscana, dove si sapeva che, in modo particolare per noi ragazze esistevano varie possibilità di lavoro nell'industrie tipiche di quella regione. Si trovava da lavorare nel settore della maglieria, della ceramica, delle confezioni in genere compresa quella dei cappelli di paglia. Tutte attività adatte alla manodopera femminile.
Fu un grande cambiamento di vita per tutti noi, in particolare per mio padre già avanti con gli anni, abituato al lavoro agricolo nei campi e nei castagneti, cercò, per cominciare, un ambiente per così dire simile a quello che lasciava, acquistando un piccolo podere, con al centro una casa colonica, in un borgo di campagna dove abitavano altre cinque famiglie. Eravamo distanti dal centro del paese e per i pochi mezzi di trasporto allora esistenti, era un problema anche fare la spesa o approvigionarsi anche di qualcosa di necessario per la casa, ricordo di aver fatto diversi chilometri a piedi su la strada sterrata per raggiungere la prima bottega dove acquistai un flacone di varichina. Dopo qualche anno, per avvicinarsi ai servizi e al lavoro ci trasferimmo in paese, avevamo, in comune con una famiglia locale una lunga terrazza sovrastante le mura antiche del paese, questi vicini quando seppero che accanto alla loro abitazione arrivava una famiglia di "napoletani" così venivano chiamati tutti i meridionali, costruirono subito un muretto di separazione sulla terrazza, forse perché non conoscendoci avevano timore anche ad avvicinarsi.
Comunque quel muretto, dopo poco tempo venne demolito e finirono tutti i timori nei nostri confronti. Al dispiacere di aver lasciato il paese natio si aggiungevano le difficoltà incontrate dal fatto che in quel periodo per i toscani tutti quelli che provenivano dal sud, erano considerati poco graditi, per le solite paure che oggi riguardano l'ingresso nella nostra comunità dei migranti odierni, africani, albanesi, romeni, e tutti quelli che abbandonano i loro paesi per le guerre, le carestie, la fame, per ragioni economiche o perché perseguitati per ragioni politiche. In Toscana si diceva spesso "era meglio se a Roma avessero costriuto un muro" come i muri che oggi si costruiscono in diversi paesi cosiddetti civili del mondo. Ormai sono passati tanti anni, e le differenze, di modi di fare avvolte molto diverse dalle nostre, sono per me diventate normali, tanto che anch'io mi comporto come la gente di queste zone si comporta. Qui, anche in piccoli paesi, si vive come in un grande condominio di città, si esce, ci si incontra, a malapena ci salutiamo, ma non ci conosciamo e manca quella socialità solidale, che a Montella e specialmente nel mio rione, a Sorbo, era sempre esistita fra vicini di casa, sempre pronti a dare un aiuto concreto quando qualcuno si trovava in difficoltà.
Trascorsi alcuni anni con tutta la famiglia nel piccolo podere mi interessai a trovare un lavoro che potesse darmi un minimo di indipendenza economica. A Montella avevamo venduto la casa di nostra proprietà, i vari appezzamenti di terreno e nientaltro, una parte dei soldi servirono per riacquistare casa a Lastra a Signa e parte di quelle somme le spendemmo come investimento per lavorare, acquistando io e le mie sorelle, delle macchine da maglieria. Trovammo in paese delle donne disposte e insegnarci come con quelle macchine potevamo tessere anche modellandoli i teli che poi assemblati divenivano delle bellissime maglie. Con molta apprensione, per l'investimento fatto, in poco tempo, guadagnando pochissimo imparai il mestiere, e divenni una esperta "magliaia", si trattava a questo punto di ritirarmi a casa con la mia nuova macchina per iniziare a lavorare in proprio, cioè conto terzi per i numerosissimi maglifici già esistenti in zona. Non c'era allora un sistema di lavorazione a domicilio regolamentato, e se esistevano delle regole non venivano applicate, anche perché riuscivo a lavorare contemporaneamente a più maglifici, e questo particolare mi ha penalizzato molto al momento dei calcoli per andare in pensione. Intanto il tempo passava, e le ore dedicate alla maglieria, erano diventate esagerate, il lavoro era abbondante, e mi dava, tutto quello che avevo sognato quando ero partita da Montella.
Congratulazioni a Maria Concetta Santoro, figlia di Salvatore e di Agnese Volpe , laureata in Scienze della formazione primaria presso l'Università di Salerno. Tesi : "La valenza pedagogica della narrazione fantasy e sviluppo del genere da Oriente a Occidente"
Roma 1995 - Teatro delle Vittorie - La trasmissione era : "Pomeriggio di festa" con Marisa LAURITO ed Alberto CASTAGNA. L' artista è il montellese Marcello De Marco
Congratulazioni a Sara Palatucci e ai suoi genitori Scipione e Maria Grazia e alla sorella Ada per ll conseguimento della laurea Magistrale in " Scienze degli Alimenti e della Nutrizione umana" con 110/110 e lode , presso l'Università degli studi della Campania Luigi Vanvitelli.
La lavatrice moderna fu inventata negli Stati Uniti nel 1906, assemblando un mastello di legno con una pompa da giardino. Fu modificata nel 1930 dall'industria tedesca Miele la quale variò il primo movimento sussultorio continuo, in movimento ondulatorio circolare e reversibile.
Nell'aspetto e con la tecnologia simile a quella che conosciamo oggi, la lavatrice arrivò in Italia per la prima volta, nel 1946, alla fiera di Milano.
Nei primi tempi fu scambiata per una macchina per montare la panna a causa della grande quantità di schiuma che produceva e in Italia ebbe una lenta divulgazione.
Inizialmente la sua diffusione fu ostacolata sia dalle scarse disponibilità economiche delle famiglie di allora e sia dalla diffidenza delle donne verso qualunque dispositivo che sostituisse le loro abilità manuali.
Questo importante elettrodomestico cominciò a diffondersi alla fine degli anni ’50, molto lentamente, sostituendo così l’antichissimo mestiere delle lavandaie.
Tra gli elettrodomestici moderni la lavatrice è, a mio parere, quello che ha maggiormente cambiato il modo di vita quotidiana di una donna ed è considerato, non a torto, un fattore rilevante nella storia dell’emancipazione femminile.
Oggi basta il clic di un bottone per mettere in moto l’intero ciclo del lavaggio del bucato e in tal modo questo elettrodomestico affranca, con estrema semplicità, le donne dall'incombenza di “fare il bucato”.
Anche a Montella, prima della seconda metà degli anni ’60 l’unica opportunità per lavare e rendere puliti i panni era quella di fare il bucato direttamente in casa o, mancando l’acqua corrente nelle abitazioni, di andare a farlo al fiume portando la roba da lavare in capienti ceste e recando anche mastelli, spazzole e saponi.
In quel periodo le fontane pubbliche erano sprovviste di vasche per fare il bucato e le uniche due fontane adibite a lavatoi pubblici e munite di “strecolaturo” si trovavano una in via Piediserra, nelle adiacenze delle scale di via Ciociola e all'incrocio di via Piedipastini e l’altra al Largo dell’Ospizio, di fronte all'attuale parco giochi, prospiciente la sede dei Vigili del Fuoco.
Erano lavatoi molto “affollati” per cui, come mi ha ricordato un mio “anziano” amico di Montella, erano tante le “lavannare” che, per ovvie e pratiche motivazioni, spesse volte vi facevano il bucato alle prime luci dell’alba o anche durate la nottata.
Al fiume, con il grande vantaggio del non assembramento, per lavare i panni solitamente ci si sistemava in piccoli spazi con piani in pietra, lambiti dall’acqua, dove essenzialmente si svolgeva il risciacquo del bucato stando chine verso la corrente.
Soprattutto per le lavandaie di professione, il lavaggio dei panni al fiume era, perché svolto con molta frequenza, un lavoro duro, caratterizzato dal disagio di tenere le mani in frequente contatto con l’acqua e soprattutto contraddistinto dalla sofferenza peggiore del dover stare costantemente inginocchiate, protese in avanti, verso l’acqua del fiume, per insaponare, sciacquare, sbattere e strizzare i panni. Tale postura portò quelle povere donne a soffrire di quel classico processo infiammatorio clinicamente noto, appunto, come il “ginocchio della lavandaia”.
Il 24 giugno 2021 è stata inaugurata la mostra "Nigredo, Albedo e Rubedo", ispirata alla Commedia dantesca, nel complesso monumentale di Santa Maria della Neve, a Montella. E' realizzata dall’artista Enrico Mazzone. Pur non avendo ancora studiato Dante, sono rimasta colpita e affascinata dalla grandiosa opera che ho avuto il piacere di visitare. Grazie all’artista che ha avuto la grande pazienza di tradurre la Divina Commedia in disegno. Nell’arco di 5 anni, Enrico Mazzone è riuscito a realizzare un'opera immensa, utilizzando un rotolo da disegno della lunghezza di 97 metri, oltre 6000 matite e 3 quintali di carta, usando esclusivamente la tecnica del puntinismo. Grazie ai ragazzi del Forum Giovani di Montella, ho potuto visitare la mostra e ascoltare le loro spiegazioni. Le tavole dei disegni sono distribuite lungo tutto il percorso del monastero e finisce con il lungo rotolo disteso per terra nella chiesa. A me quei disegni all'inizio sembravano un po' inquietanti perché rappresentavano scene paurose e anche perché c’era una musica di sottofondo che incuteva un po' di timore. Alcuni disegni non sono stati terminati, però sono stati lo stesso messi in mostra.
L’artista li ha lasciati incompiuti, secondo me, per mancanza di voglia e per il desiderio di andare avanti e completare l'opera. Quando si arriva in chiesa, ci troviamo davanti, disteso sul pavimento e avvolto come una grande pergamena, il rotolo di 97 metri. Per posizionarlo sono stati tolti tutti i banchi dalla chiesa e posizionate delle luci rosse e blu. Sulla prima parte del rotolo che viene mostrata a noi spettatori, si può vedere il viso dell’artista. Il ragazzo del Forum Giovani ci ha spiegato che l’artista avrebbe voluto che la sua opera fosse esposta in modo circolare invece che distesa. Però per fare questo, ci voleva troppo spazio. Per poterla vedere tutta, verrà srotolato 10 metri ogni settimana. Grazie al Comune di Montella e all’Arciconfraternita SS.Sacramento che hanno organizzato tutto questo, fino al 1 agosto la mostra sarà accompagnata da altri eventi tra letture di opere, convegni, concerti musicali e osservazioni astronomiche. Consiglio a tutti di partecipare a questo evento unico. Ne vale davvero la pena.
Giuseppina Fioravanti classe II^ D
Sapete qual è la ricchezza più grande che abbiamo noi piccoli? Ebbene sì, sono i nonni! C'è un proverbio che dice "Chi trova un'amico trova un tesoro”. Invece noi il vero tesoro lo troviamo nei nostri cari nonni. Vivere con i nonni è bellissimo. Io ho la fortuna di abitare con la mia nonna paterna che è dolcissima e comprensiva. I nonni sono importanti nella vita. Sono esseri speciali. Il poeta Alex Haley ha scritto: “Nessuno può fare per i bambini quel che fanno i nonni, essi spargono polvere di stelle sulla vita dei più piccoli”. Queste parole mi piacciano molto, perché spiegano alla perfezione quello che sono i nonni, almeno per me. Sono il filo che ci unisce al passato, che è necessario sapere e ricordare per capire meglio il nostro presente. La saggezza dei nostri nonni è una ricchezza da tenere sempre vicino a noi. Hanno vissuto migliaia di situazioni brutte, di problemi e di gioie, molte più di quelle che abbiamo vissuto noi. Hanno tanti i consigli da darci, anche se pensiamo che siano antichi, sono i migliori consigli del mondo. I nonni e le nonne hanno molte storie da raccontarci, le loro storie sono le migliori, divertenti e alcune volte anche tristi. Se non ci fossero i nonni, bisognerebbe inventarli. Spesso ci capita di affrontare situazioni difficili e di andare a confidarci con i nostri cari nonni. Loro sanno sempre come aiutarci e come tirarci su il morale. I nonni sono il vizio in persona, sanno sempre come viziare i propri nipoti. Mia nonna materna sa sempre come viziarmi in tutti i modi. I nonni sono sempre lì pronti ad aiutarci, è molto bello sapere che in qualsiasi momento di tristezza ci sono sempre i tuoi nonni a fianco per aiutarti. I nonni ci hanno visto fare tutto, insieme ai nostri genitori: ci hanno visti cadere, hanno asciugato le nostre prime lacrime, hanno curato il nostro primo ginocchio sbucciato... Ci hanno insegnato la filastrocca per il primo dentino caduto. Ci conoscono a fondo come le loro tasche. Si accorgono subito se c'è qualcosa che non va. Quando io sto male c'è sempre mia nonna paterna a farmi passare la febbre oppure a farmi le tisane calde come solo lei sa fare, la sua camomilla è buonissima per farmi passare il mal di gola, di nascosto ci mette il miele perché sa che a me non piace. Io ho la fortuna di avere due nonne, ma ho la sfortuna di non aver conosciuto il mio nonno paterno e di aver visto morire il mio nonno materno troppo presto. La cosa più triste che gira nella mente dei nonni è che sanno che saranno per primi a lasciarci. Quando vado da mia nonna lei fa un sorrisone che mi riscalda subito il cuore. La cosa che in questo momento ci rattrista di più è di non poter andare dai nostri nonni liberamente come facevamo prima e dargli un bacio e un grandissimo abbraccio per colpa di questo cattivo Covid-19. Mia nonna materna mi racconta sempre che quando era bambina consegnava sempre il latte ai vicini di casa perché prima di andare a scuola era questo il suo compito. Invece, mia nonna paterna mi racconta sempre che quando era più piccola andava in montagna a fare la legna per aiutare la famiglia. La nostra fortuna più grande è di avere sempre qualcuno vicino a noi: i NONNI.
Giuseppina Fioravanti, classe ID
Adele Sesso nacque a Montella, Italia, il giorno 15 di ottobre del 1918, in una famiglia povera e in una società che soffriva la devastazione della prima guerra mondiale. Da giovane ebbe desiderio di entrare nella Congregazione delle Vocazioniste, fondata dal Beato Giustino Maria Russolino sdv (1891-1955), fondatore dei Padri e delle Suore Vocazioniste; però come già vi era entrata una delle sue sorelle, non poté entrarvi lei. Allora conobbe la Congregazione delle Suore Povere Bonaerensi di San Giuseppe con residenza a Roma, e quindi entrò in tale Istituto religioso.
Quando le si chiese perché fosse entrata nella Congregazione, ella rispose che “era per conoscere e amare Gesù e farsi santa”.
ALLE 15.45 DIRETTA STREAMING Dalla Basilica di San Pietro, Santa Messa presieduta dal Card. Mauro Gambetti in occasione dell’inaugurazione del ministero pastorale di Fra Agnello Stoia, parroco della Basilica
Nicholas Chiaradonna 17 anni ( classe 2004) e’ entrato in Bocconi facoltà di Economia e Management , classificandosi tra i più giovani bocconiani italiani… frequenta il 5 anno di liceo scientifico di Montella e l anno prossimo sarà in Bocconi a milano .Congratulazioni ai genitori di Nicholas