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Inaugurata Piazza dell'Annunziata , rione Fondana Montella

Inaugurata stamattina a Montella PIAZZA DELL’ANNUNZIATA ( rione Fondana )  Un bel risultato , un altro traguardo raggiunto grazie all’impegno dell’Amministrazione comunale Un’opera di riqualificazione urbana , importante per il rione e per l’intera comunità , che si attendeva da anni il parcheggio dell’Annunziata ( progetto dello dell’architetto Clara Figliuolo) , è un progetto di mini riqualificazione urbana per dare spazio e respiro ad un quartiere con assenza di parcheggi e spazi di aggregazione.
Il risultato finale è del tutto gradevole : il muro di confine con la chiesa dell’Annunziata, è stato svestito per lasciare spazio ad un bellissimo muro in pietra calcarea locale, sul quale sono state posizionate le lettere in cotto recuperate dal vecchio edificio scolastico G.Palatucci, come un monumento alla memoria dell’edificio che per quasi un secolo ha ospitato bambini e ragazzi
Le lettere recuperate sono anche un gioco, un rebus da indovinare
Ed è proprio il tema del gioco, del colore, ad essere riproposto nella rampa, nei giochi per i bambini, nei parcheggi che come tante piastre si insinuano nel verde
Così come le sedute conviviali ( le panchine ) in cemento lisciate sommerse nel manto erboso delle dune che vogliono ricordare il tipico paesaggio montano locale

 

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Padre Agnello Stoia parroco della basilica papale di San Pietro, il frate che in Vaticano guida la parrocchia di San Pietro

È giusto un anno che il frate salernitano Agnello Stoia è alla guida della parrocchia più importante del mondo: quella di San Pietro. In Vaticano ci sono due parrocchie: quella di San Pietro che riguarda la Basilica e la piazza antistante e quella di Sant’Anna che insiste su tutto il resto del territorio papalino. Sulla prima, che rappresenta il centro pulsante del cristianesimo, presiede la cura pastorale, dal giugno 2021, questo frate minore conventuale di 55 anni originario di Pagani. Proprio nel giorno dedicato ai santi Pietro e Paolo, quando Roma festeggia i suoi patroni e il Vaticano i suoi fondatori, Agnello Stoia ha iniziato il suo ministero come parroco nella chiesa più significativa della Cristianità. Dodici mesi vissuti tutti d’un fiato. Dedicati soprattutto ad accogliere i pellegrini che dopo la sosta pandemica riprendono ad arrivare numerosi.

Cosa fa il parroco della chiesa più famosa?

«Cerco di tradurre concretamente l’insegnamento di Papa Francesco. Essendo parroco di questa chiesa così particolare mi sento di spalancare il cuore a tutti, di farmi prossimo a tutti come ci insegna lui. Cerco di aiutare le persone ad entrare in San Pietro dando le chiavi interpretative per una lettura teologica di questa chiesa che è Santuario delle Nazioni. Chi viene qui oltre a stupirsi per la pietà di Michelangelo cerca tra le cose belle il Bellissimo».

L’apostolo Pietro, il primo Papa qui sepolto le è divenuto ancor più familiare in questo anno?

«Lo sto conoscendo sempre più profondamente attraverso lo studio, la meditazione, la frequentazione di questi luoghi ma anche di quelli che a Roma ne conservano il ricordo».

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Dal Libro dei ricordi di Mario Buttiglio Una piacevole mattinata sui Monti Picentini: Pianoro di Verteglia.

Nel 1961 in Europa imperversava una epidemia mortale di bovini e nel Nord-Italia si erano verificati alcuni casi. Il Ministero della Sanità emanò immediatamente un’ordinanza esecutiva su tutto il territorio nazionale per prelevare campioni di sangue su tutti i capi bovini e abbattimento dei contagiati. In quegli anni in tutta la Condotta Montella-Cassano Irpino vi era una nutrita presenza di bovini, localizzati nelle varie masserie o in montagna, in particolare, sui Monti Picentini. Mio padre, Veterinario Condotto, immediatamente iniziò la campagna di prevenzione, effettuando prelievi, da portare subito dopo all’ Istituto Zooprofilattico di Portici per i controlli. Fu un compito gravoso, che mio padre con la sua grinta seppe gestire nel migliore dei modi.

Era il 1° luglio 1961 e ricordo che ero ritornato da qualche giorno dal Collegio, dove avevo frequentato il 1° Liceo Classico (in Montella c’erano le Elementari e le Medie). Libero dalle “fatiche scolastiche”, con gli amici ho trascorso giornate di spensieratezza assoluta. Tornando a casa per ora di pranzo, incontravo mio padre, che mangiava in fretta un boccone e via ad effettuare nuovi prelievi! A sera era veramente distrutto! Dopo alcuni giorni, aveva esaurito i prelievi sui capi bovini presenti in paese e a Cassano e bisognava recarsi sui Monti Picentini e, più precisamente, sul Pianoro di Verteglia, dove erano presenti 3 mandrie, che, complessivamente, avevano 623 capi bovini. Mio padre prese accordi con i proprietari per il 1° luglio. Per l’occasione si rendeva necessaria la mia presenza! Ci organizzammo nel modo seguente! Prendemmo una scatola di cartone doppio e, a due lati, applicammo una cinghia in modo tale da poterla reggere a tracollo. Ricordate, amici miei coetanei, il classico gelataio di una volta nelle sale cinematografiche, che vendeva i suoi prodotti durante l’intervallo tra un tempo e l’altro della proiezione? Sì, proprio come lui! In un’altra scatola avevamo quasi 700 provette per il sangue, un rotolo di nastro adesivo (non come quello dei giorni nostri), l’occorrente per i prelievi, strofinacci e qualche penna. Dalla Piazza Principale, ogni mattina verso le 3,30, un camionista conduceva in montagna alcuni boscaioli per il taglio di alberi da trasportare in segheria per la lavorazione e trasformazione. A quei tempi l’industria del legno era fiorente e in paese erano presenti due Segherie di tutto rispetto. Mio padre pensò di chiedere la cortesia di aggregarci al gruppo e così quella mattina salimmo con loro su in montagna. I boscaioli, che occupavano i posti in cabina, insistettero perché noi prendessimo il posto loro, portandosi sul cassone con gli altri. Ricordo che, benché fosse il 1° luglio, l’aria era un po’ frizzantina! La strada da percorrere, a quei tempi, non era asfaltata, ma era la classica strada di montagna con pietre grandi e piccole e avvallamenti, per cui solo i mezzi pesanti potevano accedervi. Il percorso, che oggi, comodamente, si supera in mezz’ora o anche di meno, allora, invece, richiedeva molto più tempo! Molto lentamente e con infiniti scossoni affrontammo la salita. Le prime luci dell’alba iniziavano a dissipare l’oscurità della notte, quando, a pochi passi da noi, vidi una lupa, seguita da diversi cuccioli, che scendevano dall’alto e, attraversando la strada, continuavano, non curanti della nostra presenza, il loro cammino giù per la scarpata. Il camionista mi disse che spesso incontravano i vari animali del bosco.

Più salivamo e più la nebbia si faceva fitta! In alcuni tratti, era anche impenetrabile con i fari del camion! Dovemmo rallentare al minimo. In cuor mio avevo una grande paura, pensando che, di lì a poco, saremmo dovuti scendere dal mezzo per incamminarci nella nebbia verso il casone, dove ci aspettavano i pastori e non solo loro, ma, anche, numerosi e terribili cani da guardia! Le luci dell’alba lasciarono il posto a quelle dell’aurora, sempre più luminose e variopinte. Erano circa le 5,00 del mattino, quando giungemmo sulla sommità della montagna e, di lì, la strada si distende verso il Pianoro di Verteglia. Scendendo, papà chiese al camionista il dovuto, ma, questi, fermamente, rifiutò qualsiasi ricompensa. Io ringraziai con gratitudine i boscaioli che ci avevano ceduto il posto in cabina. La gente di montagna ha da sempre un cuore grande! Indossai a tracollo quella scatola con tutto l’occorrente e mio padre prese lo scatolo contenente le provette ed un bastone per difenderci dall’assalto dei cani.

Appena il camion si allontanò da noi, un terrore invase tutta la mia persona, in quanto tutto d’intorno regnava una nebbia fitta e che si diradava perché sospinta dal vento! In lontananza si sentiva l’abbaiare dei cani, che, imperterriti, svolgevano il loro compito di guardia. Con voce tremante rivolgevo a mio padre tante domande e lui, di rimando, con voce ferma, mi invitava a non aver paura! Arrancando sul terreno umido, pian piano, ci avvicinavamo al casone e anche i cani erano sempre più vicini! Ad un certo punto, mio padre incominciò a chiamare ad alta voce i nomi dei proprietari delle mandrie, come Luca (Carbone) e Cesare (F.), i quali erano in attesa e, dall’abbaiare, avevano capito che stavamo arrivando. Richiamando i cani, ci vennero incontro e, fortuna per noi, giungemmo sani e salvi al casone. Dopo qualche attimo, Luca chiese a mio padre: ”’O criaturo se mangiato cocchecosa?” Mio padre gli risposi di no perché era molto presto quando ci siamo preparati per uscire di casa! Continuò dicendo:” Si s’accontenta re quero ca tinimo qua: doe ova fritte o na zuppa re latte co o’ pane nuosto!”

Gli risposi subito che andava bene la zuppa di latte! Allora lui prese una padella, vi versò del latte e dei pezzi pane e la mise sul fuoco del focolare. Dopo poco mi fece sedere su di uno scanno e mi porse la padella. Appena misi in bocca il primo cucchiaio, carissimi amici, rimasi, lì per lì, a bocca aperta, in quanto il latte aveva un sapore divino ed il pane casereccio completava la bontà di quella umile colazione! Mai prima di allora avevo bevuto il latte di mucca al pascolo in montagna! Il latte, che, giornalmente, bevevo a casa in paese era buono, ma non come quello! Quello era “ottimo”! Perdonatemi l’espressione: “Mi consolai!” Mio padre fece la stessa colazione ed in più bevve un caffè d’orzo. Terminato quel momento idilliaco, che mi rinfrancò di ogni sacrificio, ci mettemmo subito all’opera per effettuare i prelievi, approfittando del fatto che le mucche giungevano da tutte le parti della montagna per farsi mungere. Per poter gestire quelle mandrie occorreva una consistente manovalanza, a cui si aggiungevano i proprietari con i propri figli. Tra questi c’era anche Mario, figlio di Luca Carbone e padre di Vincenzo, il quale già da alcuni anni gestisce, egregiamente, il “Ristorante Park Hotel LA FAJA” sul Pianoro di Verteglia. Mario a quei tempi era un giovane dalla corporatura muscolosa ed aveva una prestanza fisica da soprannominarlo “Ursus”, il famoso personaggio del Colossal “Quo vadis”, che salva dalle tigri la schiava Licia, destinata al sacrificio nell’arena sotto gli occhi dell’Imperatore Nerone! Della famiglia c’era anche la giovane Vincenza, una bellissima Amazzone, che cavalcava fra le mandrie con una padronanza da fare invidia agli stessi cowboy.

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Dottoressa Luisa Buttiglio Ispettrice di Pubblica Sicurezza, di Mario Buttiglio

Luisa Buttiglio, Nacque in Montella il 9 novembre 1935 da Federico e Maria Ciociola. Fu la prima di tre sorelle ed un fratello. Le fu dato il nome di Luisa, Angelina, Giuseppina. Luisa per ricordare la nonna paterna; il secondo nome per la nonna materna ed il terzo per la zia, sorella della madre, morta in giovane età I suoi illustri genitori, Federico, nato a Perugia il 28 feb. 1904, primo Dottore Veterinario per la Condotta di Montella-Cassano Irpino, e Maria Ciociola, nata a Montella il 20 nov.1906 e secondogenita del Notaio Alfredo, seppero darle un’educazione improntata ai migliori principi ed ai più sani valori della vita.

Fu una ragazza molto assennata ed incline allo studio. Poiché in paese, allora, non vi erano scuole pubbliche all’infuori delle Elementari, fu costantemente ed amorevolmente seguita da suo padre, pur non essendo egli un Professore. La madre, da parte sua, si preoccupava dell’andamento della famiglia con grande amore e zelo, lasciandole tutto il tempo per studiare e divagare in ciò che più preferiva. Il meraviglioso supporto di entrambi le consentì di conseguire a 18 anni la Maturità Classica presso il Liceo “Colletta” di Avellino e si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza presso l’Università “Federico II” di Napoli. Avendo il padre accettato dal Banco di Napoli di Avellino l’incarico, in qualità di Speciale Mandatario, di reggere una Rappresentanza in Montella, nel maggio del 1955 propose alla Direzione dell’Istituto di Credito l’assunzione della propria figliola, Luisa, quale sua Sostituta, per poter avere una valida collaborazione. Nel Gennaio del ’57, avendo raggiunta la maggiore età (21 anni), fu nominata Titolare della Rappresentanza. La mattina ed il pomeriggio, quotidianamente, svolgeva l’incarico bancario ed in serata si dedicava allo studio giuridico e, infatti, il 15 Luglio 1959 conseguì a pieni voti la “Laurea in Giurisprudenza”.

Nel 1959 fu istituito il “Corpo di Polizia Femminile”, non inserito nell’organico dell’allora “Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza”, e Luisa partecipò subito al primo concorso per” Vice Ispettrice della Polizia Femminile”. Lo superò classificandosi al 5° posto della graduatoria generale. Assunta, quindi, nella nuova istituzione, dopo un corso di specializzazione presso la Scuola Superiore di Polizia di Roma, fu assegnata alla Questura di Venezia, che raggiunse nell’Agosto del ’61 con compiti specifici e limitati, riguardanti in particolare le donne ed i minori. A soli 25 anni si ritrovò sola a Venezia ad affrontare un lavoro nuovo, impegnativo e di grande responsabilità, sotto l’osservazione e la curiosità di stampa ed opinione pubblica, per la novità assoluta rappresentata dalla Neoistituita Polizia Femminile. In un contesto sociale, ancora lontano dall’accettare la parità fra uomo e donna nel lavoro, comincia il lungo percorso verso una Polizia moderna. Riuscì a superare brillantemente ogni ostacolo, grazie alla formazione ”spartana”, ricevuta dal caro genitore. Lei, che proveniva da un piccolo paese, affrontò, con coraggio e non poca nostalgia, il nuovo incarico, sprofondata in una Venezia austera e nel contempo mondana, dove il fascino dell’antico e la frenesia del moderno si uniscono in un panorama unico. In questo nuovo ruolo si faceva sentire in modo pressante una nostalgia delle sue origini, che riusciva a tenere a bada, descrivendo le sue giornate e le sue tristezze alla cara madre. Questa corrispondenza epistolare le dava conforto e coraggio a proseguire la strada intrapresa. Meraviglia delle meraviglie! Luisa imbucava la sua lettera con affrancatura ordinaria verso le 18,00. La mattina del giorno dopo verso le h. 9,00, la madre già poteva leggere quanto le aveva scritto la cara figliola e, dopo le prime faccende domestiche, si affrettava a rispondere. Tutta la corrispondenza, imbucata a quell’ora a Venezia, viaggiava via aerea verso Bari, dove avveniva lo smistamento per le varie destinazioni e, sempre durante la notte, raggiungeva prima Napoli, poi Avellino ed in fine Montella.

Oggi sembra veramente cosa di altri tempi! Trascorse in Venezia diversi anni, durante i quali le furono rivolti encomi da parte dei suoi diretti Superiori e dal Ministro degli Interni. Conobbe il collega, dott. Eugenio Rossi, commissario di Pubblica Sicurezza, divenuto poi amico, fidanzato e marito. Per effetto del nuovo inquadramento, le Ispettrici (Carriera Direttiva), a seconda del grado, precedentemente raggiunto, furono inquadrate nei Ruoli Dirigenziali o in quello dei Commissari. Fu, successivamente, trasferita presso la Questura di Benevento, dove prestò servizio per circa 5 anni ed in questa sede pensò con il marito di aumentare il nucleo familiare. Nacque, infatti, la loro figliola, Annamaria, una bellissima bambina dagli occhi azzurri come quelli del suo caro padre, Federico, che fu la gioia dei suoi genitori, dei suoceri, nonché degli zii. Gli anni trascorsero velocemente e Luisa con il marito fu trasferita, nuovamente, a Potenza, dove rimase fino all’ottobre del ’73 per poi raggiungere la Questura di Napoli. Per i particolari meriti acquisiti nel corso della carriera, le sono state conferite le seguenti onorificenze: Cavaliere; Cavaliere Ufficiale e Commendatore dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana”; Dama di Merito del Sacro Ordine Costantiniano di San Giorgio; Stella di bronzo del C.O.N.I. “Al Merito Sportivo” per Dirigenti. Quest’ultima nella qualità di Presidente del Gruppo Sportivo Fiamme Oro della Polizia di Stato. Raggiunta l’età pensionabile fu collocata a riposo con il grado di Questore. Nonostante il gravoso impegno di lavoro, che l’ha accompagnato per quarant’anni, non ha mai trascurato gli affetti familiari e, soprattutto, per i suoi cari genitori, ormai avanti negli anni, con cui ha potuto trascorrere ricorrenze e momenti di serena compagnia. Avendo rilevato dalle sorelle e dal fratello le quote della casa paterna lasciata in eredità, ha potuto godersi nei mesi estivi la sua Montella, lasciata ad appena 25 anni. In tempi ancora lontani, ha costruito la tomba di famiglia nel Cimitero di Montella, dove è stata tumulata il 3 luglio 2017 (morta in Napoli il 30 giugno a seguito di una lunga malattia).

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Dal 20 febbraio 2022 è disponibile L’ALBERO DI NESPOLE DI GIULIETTA FABBO

Dal 20 febbraio 2022 è disponibile L’ALBERO DI NESPOLE DI GIULIETTA FABBO edito dalla casa editrice PAV edizioni con sede a Pomezia Roma - 

ASSOCIAZIONE CULTURALE PAV EDIZIONI C.F. 97877850582 - P. IVA: 14714801009 Via del Sagittario 17- 00071 Pomezia (RM) - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.www.pavedizioni.it Tel 0645500855-3497512162
Comunicato stampa
Dal 20 febbraio 2022 è disponibile L’ALBERO DI NESPOLE DI GIULIETTA FABBO edito dalla casa editrice PAV edizioni con sede a Pomezia Roma ASSOCIAZIONE CULTURALE PAV EDIZIONI C.F. 97877850582 - P. IVA: 14714801009 Via
del Sagittario 17- 00071 Pomezia (RM) - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.www.pavedizioni.it   Tel 0645500855-3497512162ù
Il libro è inserito nella collana Storia di vita e può essere acquistato online sul sito dell’editore e su tutte le tradizionali piattaforme d’acquisto. Ordinabile in tutte le librerie italiane ed è destinato a tutti i lettori dai 18 ai 99 anni. L’ALBERO DI NESPOLE è un racconto di storia di vita e non potrebbe essere altrimenti vista l’intensità di ogni passaggio e le emozioni a cui l’autrice sa condurre i lettori.
LA TRAMA
L’albero di nespole racconta la storia di una famiglia in un paesino del sud Italia, che, tra devastazione sociale e decisioni imponderabili, vede caratterizzare il destino dei suoi componenti. La speranza e l’amore però, riescono ad eludere il fato e a sopravvivere nonostante le miserie umane. Un libro che ripercorre, a cavallo della II guerra mondiale, gli avvenimenti che sconvolsero l’Italia, che determinarono la ripresa del bel Paese e nel quale gli eventi bellici e il boom economico prendono forma concreta nelle vite dei protagonisti.
Biografia autore Giulietta Fabbo L’albero di nespole
PAV Edizioni  Copyright 2022
Collana: Storie di vita 1^ edizione: febbraio 2022 Isbn: 979-12-5973-235-4
Cover graphics: Claus Tamburini
Info:
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www.pavedizioni.it
Costo 14,00
GIULIETTA FABBO nasce ad Avellino il 12 gennaio 1971. È laureata in Lettere Classiche e insegna Materie Letterarie, Latino e Greco presso il Liceo Classico “Pietro Colletta” di Avellino. È sposata e ha due figli adolescenti. Appassionata di archeologia, ha pubblicato schede tecniche nel volume “NOTARCHIRICO 500.000 anni fa” a cura di M. Piperno (ed. OSANNA Venosa) e ha lavorato in qualità di archeologa preistorica presso la Soprintendenza Speciale al Museo Preistorico Etnografico Pigorini di Roma e presso l’area archeologica US Navy di Gricignano di Aversa (CE).

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MONTELLA .Incendio nella notte in piazza degli Irpini di due casette in legno per la manifestazione di "KASO FEST"

MONTELLA .Incendio nella notte in piazza degli Irpini di due casette in legno per la manifestazione di "KASO FEST" E' intervenuta la squadra dei Vigili del Fuoco di Montella . Le fiamme che hanno avvolto una delle casette, ed in parte una seconda, sono state spente mettendo in sicurezza l'area. Sul posto i Carabinieri di Montella per i rilievi di propria competenza.

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21 giugno 1972 - 21 giugno 2022 Sono trascorsi 50 anni da quel 21 giugno 1972, in cui fu inaugurata l’Agenzia di 1^ del glorioso Banco di Napoli in Montella, e sono 80 anni della sua presenza! di Mario Buttiglio

21 giugno 1972 - 21 giugno 2022 - Sono trascorsi 50 anni da quel 21 giugno 1972, in cui fu inaugurata l’Agenzia di 1^ del glorioso Banco di Napoli in Montella, e sono 80 anni della sua presenza!
Nei primi mesi del 1940, la Direzione del Banco di Napoli, presente in Avellino, dovendo effettuare in Montella alcune operazioni di incasso-cambiali, ritenne opportuno servirsi dello Studio Notarile del Dott. Ciociola Alfredo. Nel ’42, la Direzione Generale del Banco di Napoli decise di aprire una Corrispondenza per poter effettuare, oltre gli incassi delle cambiali, alcuni pagamenti di piccoli contributi statali agli agricoltori locali. La sede era ubicata in Piazza Bartoli. Dopo gli eventi bellici, la vita in paese, pian piano, si riprese, dando vita a nuove attività. Negli anni 50, iniziò il flusso migratorio verso le nazioni limitrofe, rientrando da esse nel periodo natalizio o durante quello del ferragosto. Mensilmente, quindi, arrivarono in paese rimesse di denaro per sostenere le proprie famiglie. Seguirono anni di benessere e si aprirono negozi di oggettistica, di vendita di mobili e ferramenta, di generi alimentari e macellerie ed anche l’industria del legname fu fiorente con la presenza di due segherie a pieno ritmo. Anche un’industria triestina fece la sua parte, smistando il legname sia in Italia sia all’estero. Fu aperta anche un’amplia stazione di servizio AGIP. La Direzione Generale dell’Istituto, vista la nuova e crescente economia del paese, decise di inaugurare una vera e propria “Rappresentanza” (Sportello dei giorni nostri), ottenendo dalla Banca d’Italia la concessione di esclusività sulla piazza per 25 anni. Il lavoro in banca si era sviluppato enormemente, in quanto i commercianti avevano adottato la vendita a rate con il pagamento tramite cambiali di piccolo importo. La raccolta di denaro in depositi fruttiferi era rilevante, nonostante la presenza di ben tre Uffici Postali. Gli stessi commercianti erano orgogliosi di essere correntisti del Banco di Napoli, perché, quando si recavano presso i grossisti per integrare le scorte di magazzino, presentando il carnet degli assegni del Banco, non veniva loro richiesto nemmeno un documento d’identità: “era un biglietto di presentazione!” Il 20 febbraio ’67, fui nominato Titolare con la specifica di Speciale Mandatario della Rappresentanza. Fin dal mio primo giorno, questo lavoro mi ha, letteralmente, conquistato forse anche per il mio carattere molto aperto e disponibile. Lavorai duramente, trattenendomi ogni giorno fino a tarda ora per poter svolgere tutti gli adempimenti. Erano quelli gli anni, in cui il tasso di interesse sui depositi vincolati divenne variabile, per cui ogni giorno si potevano acquisire nuovi clienti. Solitamente, nei paesi, le persone entrano più facilmente negli Uffici Postal, ma per il mio carattere aperto e perché appartenente ad una famiglia molto stimata in paese per la serietà, faceva sì che le persone entrassero in Banca senza vergogna alcuna. Alla fine degli anni ’60 ed inizio ’70, fu rinnovato l’Acquedotto Pugliese dell’Alto Calore, che da Cassano Irpino raggiunge Foggia. I lavori colossali furono portati avanti dalla DALMINE Spa e per i pagamenti settimanali dei numerosi operai occorrevano compilare centinaia e centinaia di vaglia. Dopo la chiusura dell’esercizio, dovevo precompilare i vari moduli per poterli emettere l’indomani. Anche in quella occasione la Rappresentanza è stata all’altezza della situazione, ricevendo i complimenti dall’Amministrazione della Ditta appaltatrice e dalla Direzione del Banco. Nel giro di pochi anni, la raccolta in depositi raggiunse livelli enormi, per cui, per il Regolamento del Banco, la figura dello Speciale Mandatario non poteva più gestire l’ingente giro di affari e, quindi, si rese necessario la trasformazione della stessa in Agenzia. Il 21 Giugno 1972, infatti, fu inaugurata la nuova Agenzia e la nuova sede (allora al Corso difronte alla Villa Comunale). Io fu assunto in qualità di Cassiere e la mattina del 4 ottobre dello stesso anno presi servizio presso la Filiale di Avellino. Il 1° luglio del ’97, ho concluso il mio cammino come “Bancario”!

Mario Buttiglio

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ACCA software: il leader italiano rivoluzionario nel software tecnico e BIM

ACCA software: il leader italiano rivoluzionario nel software tecnico e BIM - Guido Cianciulli, Fondatore e CEO, ACCA software  -  Il software ACCA nasce da un'idea del suo fondatore e CEO, Guido Cianciulli, che ha creato CoMet, il primo software per la stima dei costi di costruzione e la gestione del lavoro (ora noto come PriMus) nel 1989. Inizialmente chiamato dopo il suo prodotto software innovativo CoMet, l'azienda è stata successivamente designata come software ACCA.

Parlando di umili origini, il viaggio del software ACCA è iniziato in un bilocale nel comune italiano di Montella. Ma oggi l'azienda è riconosciuta come uno dei principali produttori mondiali di software e servizi BIM per i settori dell'architettura, dell'ingegneria e delle costruzioni. ACCA software è anche la prima azienda italiana ad aver lanciato sul mercato software BIM certificato IFC. >>>>>>>>>>>>> CONTINUA https://www.digitalfirstmagazine.com/acca-software-the-revolutionary-italian-leader-in-technical-software-bim/?fbclid=IwAR0Eil9RPgyJCv6QJ7qs5dKJe8GGEKMZFmIEIgLh3u0Q9dQdMBS6ZdrdYZU

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Lettera aperta Sigg.ri ,Sindaco e Consiglieri Comunali di Montella di Damiano Rino De Stefano

Lettera aperta  Ai Sigg.ri ,Sindaco e Consiglieri Comunali di Montella Ospedale di Comunità a Montella di Damiano Rino De Stefano
Alcune considerazioni Egr.i Sigg.ri,Sindaco e Consiglieri, la realizzazione dell’ospedade di Comunità nel nostro Comune ,certamente ,rappresenta un segnale di attenzione per la nostra cittadina ed un’evidente occasione di miglioramento del servizio sanitario di prossimità . Quindi è una buona notizia ed un’importante traguardo. (Da non dimenticare, contestualmente, di potenziare le strutture sanitarie esistenti). Mi sia permesso, però, di avanzare qualche dubbio sulla sua discutibile localizzazione .
A quanto è dato sapere, sarà previsto in una struttura ricompresa nel complesso Conventuale di San Francesco a Folloni, tra l’altro, destinato dai Frati, a residenza per il turismo religioso, ritiri spirituali , convegni… . Preciso che non desidero entrare nel merito della querelle riguardante il titolo di possesso dell’immobile. Una questione, sul piano strettamente giuridico,a quanto pare, non semplice da dipanare. Certamente, da un punto di vista sociale, culturale ed,ovviamente, religioso i Frati sono parte integrante di Montella da otto secoli (tra l’altro, ricorre quest’anno l’anniversario). Detto questo, ritengo utile evidenziare ,in estrema sintesi,le principali motivazioni di ordine pratico, logistico e di opportunità che farebbero propendere per una soluzione diversa.
In primo luogo, presumo che i lavori sul fabbricato, siano alquanto complessi e costosi, poiché credo si debba intervenire in maniera sostanziale, per adeguarlo da un punto di vista strutturale, dell’idoneità, della sicurezza e della funzionalità.
Inoltre ,penso occorra creare un autonomo accesso dalla provinciale, anch’esso impegnativo ed oneroso. Comunque, credo che una scelta del genere rischi di compromettere le condizioni di autonomo e funzionale utilizzo del Convento-Santuario e dell’Ospedale; nel concreto rischio di determinare una situazione di promiscuità logistica e pratica, compromettendo il dovuto rispetto della tranquillità di un luogo di cura e della sacralità di un luogo di culto. Credo sarebbe preferibile realizzare “ex novo” una struttura in un luogo idoneo, ove possano trovare sistemazione adeguata anche la Guardia Medica, il Presidio Sanitario ed il 118; ora allocati in ambienti distanti tra loro e non sempre adeguati allo scopo.Senza trascurare la possibilità di individuare qualche altro fabbricato,in paese,idoneo allo scopo.
Faccio appello ,4t5quindi,al Sig. Sindaco e all’intero Consiglio Comunale affinchè riesaminino la questione per valutare la fattibilità di soluzioni alternative all’attuale localizzazione dell’osp. di Comunità . In tal modo,secondo me,renderebbero un CONDIVISO ED UTILE servizio alla nostra COMUNITA’.Io sottoscritto, in ogni caso, dopo aver lungamente riflettuto, con questa mia, ho voluto esprimere, con convinzione, una opinione in piena libertà e pensando, esclusivamente ,all’interesse della nostra Comunità.

Grazie per l’attenzione.
Montella, 16 giugno 2022                                                  F.to DAMIANO RINO DE STEFANO

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Antonio Camuso presenta a Bagnoli Irpino libri Autonomia Meridionale

L’ Autonomia Meridionale , le storie, i protagonisti, nei tipi di Derive Approdi, presentata a Bagnoli Irpino. Bagnoli Irpino , 9 giugno 2022, ore 19.00 , presso la sede della Giovane Sinistra , in Via De’ Rogatis n 72 , la prima doppia presentazione in Irpinia dei nuovi due volumi sull’Autonomia Meridionale edita da DeriveApprodi. Dibattito con uno degli autori Antonio Camuso, ricercatore storico e attivista no global, e in diretta streaming Francesco Festa curatore della serie Autonomia Meridionale. Moderatore, il presidente di Giovane Sinistra, Antonio Di Capua.

Perché Bagnoli Irpino? Questo paese negli anni della contestazione giovanile, ospitò un intenso dibattito tra gruppi di giovani irpini desiderosi di rompere il cortocircuito tra disoccupazione- emigrazione forzata e/o asservimento al clientelismo democristiano, cercando di costruire momenti di autorganizzazione delle lotte. Oggi negli stessi luoghi altri giovani sono impegnati con i loro progetti e speranze, ad opporsi alla desertificazione e alla mercificazione di territori il cui sviluppo alternativo potrebbe generare rinnovamento e progresso sociale. Un incontro non solo letterario ma anche tra più generazioni, con uno sguardo al passato ma pensando al futuro.  Autonomia Operaia Meridionale parte prima Vol X Gli Autonomi Ed.DeriveApprodi  “…l’immutabile staticità in cui lo Stato continuava ad inchiodare il Sud, fu rotta da pratiche che ricordavano lo spettro dei briganti dell’800 a suon di contestazioni a preti , politici e padroni… sorsero collettivi autonomi e comitati autorganizzati che diedero vita a lotte e rivendicazioni che segnarono un’intera generazione…”

Autonomia Operaia Meridionale, parte seconda. Vol XI Gli Autonomi Ed.DeriveApprodi

“Il testo penetra nell’epicentro di quelle battaglie sociali, con particolare riferimento a Napoli e alla Campania, estraendone biografie e personaggi e portando alla luce la storia sconosciuta degli anni Settanta nel Meridione, lontana dagli stereotipi della falsa industrializzazione, del Sud povero, dissanguato dall’emigrazione e dalla ristrutturazione economica del Dopoguerra Alle memorie dei protagonisti il libro affianca contributi trasversali che ricostruiscono un mosaico delle lotte sociali e politiche in alcuni nodi dell’hinterland metropolitano e dell’entroterra provinciale, toccando temi e avvenimenti centrali della storia del Mezzogiorno, come il terremoto del 1980 e la ricostruzione, la lotta dei detenuti, le battaglie femministe, la lotta per il salario, il lavoro e la casa, le politiche economico-sociali meridionaliste, le lotte ambientaliste e i campeggi antinucleari, l’internazionalismo, le esperienze culturali."

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Festeggiamenti in onore del SS. Salvatore Montella

Fersteggiamenti in onore del SS. Salvatore Montella 11- 13 giugno 2022 Parrocchie di Santa Maria del Piano  e di San  Michele Arcangelo 

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Laurea Maria Chiara Giannone

“Congratulazioni a Maria Chiara Giannone, figlia di Carlo e Ada Dello Buono e sorella di Paola e Sara, per aver conseguito la Laurea Magistrale in Ingegneria della Sicurezza e Protezione Civile presso l’Università La Sapienza di Roma. Traguardo raggiunto e brillantemente superato con votazione di 110 e lode!”

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Consiglio Comunale 30 maggio 2022 ore 09.30 diretta su montella.eu

BIBLIOTECA COMUNALE - PIAZZA BARTOLI  PRIMA CONVOCAZIONE 30 MAGGIO 2022 - ORE 09:30 SECONDA CONVOCAZIONE 31 MAGGIO 2022 - ORE 09:30  SESSIONE ORDINARIA SEDUTA PUBBLICA
IN OTTEMPERANZA ALLE DISPOSIZIONI VOLTE A CONTRASTARE E CONTENERE LA DIFFUSIONE DEL VIRUS COVID-19 LA CITTADINANZA NON POTRÀ PARTECIPARE “IN PRESENZA” ALLA SEDUTA CONSI-LIARE MA POTRÀ SEGUIRE LA STESSA IN DIRETTA STREAMING SU MONTELLA.EU


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Nasce ACCA academy, formazione gratuita online e tirocinio retribuito in azienda

Nasce ACCA academy, formazione gratuita online e tirocinio retribuito in azienda Grazie all’academy di ACCA software interessante opportunità di formazione e lavoro per i giovani dai 18 ai 23 anni residenti nei paesi dell’Alta Irpinia con diploma ITIS, Geometra, Liceo Scientifico o Artistico
Con la ferma convinzione di quanto sia strategico per questo territorio offrire ai giovani una strada di formazione che produca competenze sempre più solide, accompagnandoli dalla scuola superiore al lavoro vero e proprio, nasce ACCA academy.
Si tratta di un’altra valida iniziativa di ACCA software dedicata alla formazione e alla crescita professionale dei giovani neodiplomati dell’Alta Irpinia. L’iniziativa segue nel tempo quelle dei Percorsi per le competenze trasversali e per l'orientamento (ex Alternanza Scuola-Lavoro) e delle partecipazioni e collaborazioni all'organizzazione e alla promozione di iniziative di formazione avanzata con numerosi Master Universitari in Italia.
La software-house irpina, leader italiano del software tecnico e del BIM, ha progettato percorsi formativi creando un’academy con corsi tenuti da esperti e tirocini retribuiti in azienda per offrire ai ragazzi del territorio l’opportunità di sviluppare competenze e agevolarne l’ingresso nel mondo del lavoro.
“ACCA academy è un’academy con cui vogliamo formare i giovani irpini e farli diventare tecnici d’eccellenza nell’uso delle tecnologie digitali per le costruzioni e nello sviluppo software”, dice Guido Cianciulli, CEO ACCA software.
Antonio Cianciulli, CMO & CCO ACCA software, sottolinea: “Abbiamo creato una academy online in cui stiamo spingendo i giovani che si diplomano negli istituti tecnici a fare un percorso che dia loro un diploma da giocarsi nella nostra azienda o in questo settore”.
ACCA academy
ACCA academy è rivolta ai giovani da 18 ai 23 anni, residenti nei paesi dell’Alta Irpinia con diploma ITIS, Geometra, Liceo Scientifico o Artistico.
I percorsi formativi, con corsi online gratuiti, hanno lo scopo di rafforzare le competenze, sviluppare le capacità professionali e preparare i neodiplomati per la carriera. Tre le aree di interesse coinvolte nel progetto: Programmazione WEB, Assistenza Software, Servizi Commerciali.



Pochi e semplici step per partecipare:
1. Invio del curriculum
2. Valutazione idoneità CV
3. Con CV idoneo accesso ad ACCA academy
4. Percorso formativo online
5. Esame ed attestato
6. Colloquio per selezione inserimento nel programma di tirocinio retribuito.
Costruisci insieme ad ACCA il tuo futuro professionale: clicca QUI , invia il tuo CV e iscriviti all’ACCA academy!

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ACCA riceve il Premio Industria Felix 2022

ACCA riceve il Premio Industria Felix 2022 come impresa top per performance gestionale e affidabilità finanziariaL’azienda irpina, riconosciuta per il secondo anno consecutivo come azienda tra le più competitive e affidabili d’Italia, è stata insignita dell’Alta Onorificenza di Bilancio nell’Auditorium di Città della Scienza a Napoli
Si è tenuta il 19 maggio a Napoli la 42sima edizione del ‘Premio Industria Felix’, 5° edizione Campania, che ha premiato 60 aziende meritevoli per performance gestionali, affidabilità finanziaria, inclusività, parità di genere, innovazione e miglior crescita secondo Cerved, la più grande banca dati aziendale a livello italiano.


Un riconoscimento prestigioso assegnato da un Comitato Scientifico tramite il conferimento delle “Alte Onorificenze di Bilancio” riservato alle eccellenze imprenditoriali italiane con bilanci virtuosi.
L’edizione 2022 si è sviluppata sulla base di una maxi inchiesta sui bilanci 2020 di 700.000 società di capitali realizzata in collaborazione con l’Ufficio studi di Cerved Group Spa.
L’evento di IFM è stato co-organizzato con Regione Campania in collaborazione con Cerved, Università Luiss Guido Carli, A.C. Industria Felix, con il sostegno di Confindustria, con il patrocinio di Confindustria Campania, Simest, con la media partnership de Il Sole 24 Ore e Askanews, con le partnership di Banca Mediolanum, Mediolanum Private Banking e Grant Thornton.
ACCA software, impresa virtuosa a vocazione internazionale
Anche per il 2022 ACCA software è stata riconosciuta azienda tra le più competitive e affidabili d’Italia, insignita dell’Alta Onorificenza di Bilancio come "Miglior impresa del settore servizi innovativi e tra le migliori imprese a vocazione internazionale per performance gestionale e affidabilità finanziaria Cerved con sede legale nella regione Campania".
La ricetta del successo di ACCA, considerata sempre più come modello industriale eccellente con un fatturato sempre in crescita, si fonda sulla ricerca continua, il costante investimento in tecnologia, innovazione e sviluppo di nuovi prodotti.


"Un successo di tutte le persone che lavorano in ACCA e di tutta l’Irpinia che sono la vera anima di questa azienda ormai riconosciuta come un’eccellenza mondiale".
Questo il primo commento di Antonio Cianciulli, CMO & CCO di ACCA software, secondo cui questo riconoscimento testimonia come l’azienda sia riuscita a crescere e creare valore, continuando ad investire, anche in un periodo difficile come quello della pandemia, proseguendo nel proprio percorso di aggregazione e internazionalizzazione grazie alla propria solidità e affidabilità.

"Questo riconoscimento fa riferimento al bilancio del 2020, anno per il quale nessuno avrebbe mai potuto prevedere quanto successo a livello globale. Essere premiati per i successi ottenuti in un anno così delicato non solo ci rende davvero orgogliosi, ma ci fa sentire ancora più fortunati; ci spinge a lavorare ogni giorno con sempre più entusiasmo e passione, mettendo nei nostri prodotti e nelle nostre scelte quotidiane ancora maggiore impegno e attenzione.


Ci sentiamo fortunati perché siamo stati in grado di mettere i nostri collaboratori in condizione di lavorare completamente da casa in un solo weekend, senza soluzione di continuità per loro e per i nostri clienti. Privilegio che tante aziende che operano in contesti anche diversi dal nostro non hanno avuto.
Per questo motivo questo riconoscimento ha un sapore ancora più marcato e ci dà ancora più consapevolezza: consapevolezza che abbiamo convertito in energia impiegata concretamente nell’assunzione di molti nuovi giovani e nell’investimento in ricerca & sviluppo per realizzare soluzioni ancora più innovative.”
Per Guido Cianciulli, CEO ACCA software, il riconoscimento “è motivo di forte orgoglio, che certifica l’impegno e gli sforzi per far crescere l’azienda e raggiungere importanti obiettivi puntando su ricerca, innovazione, giovani talenti e valori ESG.
La nostra è una società che dal giorno della sua nascita, oltre 30 anni fa, ha vissuto una costante espansione e affrontato molte sfide. Siamo felici di averle superate in maniera vincente e di poter mettere a disposizione dei nostri collaboratori un luogo e un metodo di lavoro gratificante, solido e affidabile, all’interno del quale crescere attraverso soddisfazioni personali e collettive.
La solidità della nostra performance è frutto di una grande attenzione e testimonia come l’azienda tutta si sia impegnata per continuare a crescere e creare valore.
Vogliamo continuare questa nostra crescita, rafforzare le collaborazioni nate in questi anni ed essere sempre più protagonisti e punto di riferimento della digitalizzazione del settore edile nel panorama italiano ed internazionale.”


Il premio Industria Felix
Industria Felix è un premio all’Italia che riparte e compete, con l’obiettivo di mettere in rete tra loro le aziende competenti, e raccontare l’Italia che continua a crescere ed a produrre eccellenze.
Il riconoscimento nasce per mettere in evidenza le aziende italiane più competitive in termini di performance gestionali e affidabilità finanziaria; le realtà sono state valutate dal Comitato Scientifico di economisti, imprenditori e manager a partire da un algoritmo che ha selezionato complessivamente circa 700.000 aziende con sede legale in Italia.
Le imprese individuate sono quelle che, nelle rispettive categorie, hanno registrato per l’anno fiscale 2020 i migliori valori di MOL, utile, ROE positivo, rapporto oneri finanziari/MOL inferiore al 50%, un delta addetti pari o crescente rispetto al 2019 e un Cerved Group Score Impact di solvibilità o di sicurezza finanziaria.

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Laurea Ginevra Pisani

Congratulazioni a Ginevra Pisani figlia di Pasquale e di Carmelina Sica (Lina) sorella di Caterina , per la seconda laurea conseguita presso L’Università di Tor Vergata MACROMEDIA DI LETTERE E FILOSOFIA . Corso di Laurea in TOURISM STRATEGY, CULTURAL HERITAGE AND MADE IN ITALY

 

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Scuola media Alcmeone Consegnati gli assegni ai vincitori delle borse di studio Giovanni Palatucci

Scuola media Alcmeone  Consegnati gli assegni ai vincitori delle borse di studio Giovanni Palatucci da parte del Referente di Crotone e dal vice Presidente Don Franco Celetta.

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Continuano gli eccezionali successi per i giovani dell'ASD Circolo Scacchistico di Montella

Nella magnifica cornice del castello medievale di Morra De Sanctis, in provincia di Avellino, si è svolta la fase interprovinciale di Avellino, Benevento e Salerno della 81a edizione del Campionato Italiano Assoluto, anno 2022. Dopo decine di partite, svolte su 5 turni di gioco, per la prima volta, dopo 12 anni dalla fondazione dell'associazione irpina, il titolo di Campione Provinciale di Avellino passa di mano dai titolati Candidati Maestri dell'ADS Avellino Scacchi ai giovanissimi dell'ASD Circolo Scacchistico di Montella.
La vittoria è ancora più grandiosa per il fatto che proprio il giovanissimo Caputo Piero, alle sue vittorie nel settore giovanile (in questa stagione agonistica 2021-22 si è classificato 1o assoluto ai campionati giovanili provinciali di Foggia, Matera-Potenza, Salerno e Avellino, e ha conquistato il titolo di Campione Regionale della Campania under 12) aggiunge il titolo Provinciale del Campionato Italiano Assoluto, di solito riservato a giocatori adulti, titolati e molto più esperti. Con questo successo, Piero, a soli 10 anni, è entrato di prepotenza tra i più giovani (se non è diventato il più giovane!) campioni provinciali della storia degli scacchi in Italia: un successo meritatissimo, conquistato sul campo, un allenamento dopo l'altro, con costanza e passione che sta permettendo ad un talento innato di manifestarsi.Per raggiungere quest’obiettivo, dopo la prima partita contro Lamagna persa per la propria
inesperienza nelle manifestazioni a tempo lungo (completamente diverse dagli eventi giovanili a lui più consoni), ha dovuto vincere con Giannattasio e Cappuccio (entrambi 2a Nazionale),
pareggiare in seconda scacchiera con il Candidato Maestro Colucci e giocarsi il tutto per tutto nell’ultimo turno, in prima scacchiera, contro il diciottenne Candidato Maestro Adinolfi con Elo FIDE pari a 2004.
“Notai Piero ad un torneo giovanile di qualificazione a maggio del 2018 a Morra de Sanctis, - Salvatore Isoldo, presidente del Comitato Regionale della Campania - non aveva compiuto ancora 6 anni e già guardava la scacchiera come un adolescente bravo. Capii subito che il suo era un gioco frutto di solo talento e non di didattica, telefonai a Marco Picariello di Montella che in quell'occasione non era presente e lo segnalai. A Montella allora c'era come oggi uno dei migliori vivai giovanili dell'Irpinia. Piero andava assolutamente seguito e fortunatamente i genitori erano dello stesso avviso. Oggi dopo due anni di pandemia ci auguriamo che possa rappresentare la Campania al Campionato Italiano Giovanile a Terrasini, ciò avverrà sicuramente sulle prime scacchiere.”
La manifestazione, fortemente voluta dal Consiglio Direttivo dell’ASD Circolo Scacchistico di Montella che ha concordato luogo, date e modalità con i vari circoli delle tre province (A.D. Pietrelcina Scacchi, A.D.S. Cafè de la Regence, A.D.S. 'Avellino scacchi', A.D.Scacchi Ongarelli e A.S.D. L'Alfiere cattivo) ha consentito ufficialmente la ripresa delle attività federali nella provincia Irpina.
La preparazione del settore giovanile dell’ASD Circolo Scacchistico di Montella, seguito dagli istruttori Giovanni Marchitto, Maria-Luisa Marano, Umberto Cardellicchio, Alessio Vena e Marco Picariello e dai professori Sessa Francesco e Ressa Giuseppe, rientra tra le attività della scuola
federale della FSI (una delle 3 scuole della Campania) e tra le attività del CENTRO CONI (si tratta della prima e unica Associazione nata per gli scacchi a ricevere questo ambitoriconoscimento dal CONI, a dimostrazione che l’ASD irpina è un vero e proprio presidio sportivo sul territorio).
“Il nostro obiettivo - conclude Marco Picariello, responsabile delle attività giovanili dell’Associazione - si svolge da sempre su due livelli: la divulgazione del gioco degli scacchi in modo che chiunque possa avvicinarsi a questo splendido gioco e poter giocare per divertimento, e l’individuazione dei giovani talenti per un sviluppo armonioso della loro capacità di gioco nel pieno rispetto delle proprie necessità psico-fisiche.”

 

 

 

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25° Anniversario della dipartita di mio padre Federico di Mario Buttiglio

10 Aprile 2022, 25° Anniversario della dipartita di mio padre Federico, Dott. Veterinario in pensione! Con questo mio doveroso ricordo desidero condividere con quanti lo hanno conosciuto e stimato questo suo tratto biografico!
Federico Buttiglio nacque a Perugia il 28 Febbraio 1904 da Mario e Luisa Vincenti. Fu figlio unico. Crebbe sano e bello con occhi celesti e capelli castano chiaro. Degli anni della sua fanciullezza non si ha alcuna notizia, ma si ritiene che furono spensierati. Dopo aver conseguito il diploma di Scuola Media,
il padre nel 1918 lo fece entrare in un collegio, dove frequentò il Liceo Classico. Furono anni difficili a causa degli eventi bellici. Visse momenti amari quando un suo compagno di collegio contrasse il Tifo e dopo pochi giorni ne morì. Si impegnò a curare con successo una conigliera dell’Istituto. Fu molto diligente negli studi e fu un bravo oratore, declamando a memoria brani di autori classici. Conseguita la Maturità Classica, si iscrisse alla Facoltà di Veterinaria presso l’Ateneo della sua città. Furono anche questi anni turbolenti per l’avvento del Fascismo e tutte le sue conseguenze. Si innamorò di una studentessa, che nei suoi ricordi nominò spesso, chiamandola col nome di “La Gigia“.
Si laureò a pieni voti, essendo con altri due colleghi il migliore di quel corso universitario. I tre, neo-laureati ed amanti dell’avventura, vollero subito impegnarsi nella loro nuova Professione per costituirsi anche una certa indipendenza dalla propria famiglia. Essendo venuti a conoscenza del “Bando di Concorso per Veterinari Condotti in Campania per le sedi di Montella, Cassano I., Bagnoli I., Volturara e Gesualdo”, si iscrissero immediatamente per poter concorrere e, sicuri della riuscita, dissero queste testuali parole: “Andiamo a vedere cosa si fa laggiù!“
L’intenzione era quella di rimanere in quelle sedi per un periodo molto breve per poi far ritorno nella loro terra d’origine. Tutti e tre risultarono vincitori e Federico raggiunse la Condotta di Montella-Cassano Irpino.
Trasferirsi da Perugia non fu cosa semplice! Lasciare i genitori, la Gigia e i gli amici fu come chiudere un capitolo della propria vita per aprirne un altro pieno di incognite! Ormai non era più il giovane esuberante, ma l’uomo pronto ad intraprendere il suo ruolo di Professionista nella Società! Giunse a Montella nel Febbraio 1928! Alloggiò presso una famiglia, che gli aveva riservato una camera senza bagno e senza alcun tipo di riscaldamento. Il freddo pungente e le nevicate abbondanti gli fecero sentire ancor di più il distacco dall’amore dei suoi genitori e della sua fidanzata. La mattina si recava presso il Municipio, dove rimaneva a disposizione per eventuali visite a domicilio o provvedeva al controllo delle carni macellate.
Era solito fermarsi presso la Farmacia del Dott. Giulio Ciociola, dove poteva incontrare altri Professionisti.
La sera, quando rincasava, si tratteneva un po’ con i proprietari della casa, riscaldandosi presso il focolare. Poi, con quel po’ di calore, affrontava il letto dalle lenzuola ghiacciate.
La sua forte costituzione gli dette la forza di andare avanti.
Superato l’inverno, quando le giornate iniziarono ad essere un po’ più tiepide, comprò una potente motocicletta (Gilera), che gli doveva servire per poter raggiungere più facilmente le masserie, sparse nelle campagne ed in montagna. Con la moto si recò spesso ad Avellino, dove per comprare l’occorrente per l’abbigliamento e per la sua professione.
Di tanto in tanto ritornò a Perugia per riabbracciare i suoi genitori ed anche la sua Gigia.
In quegli anni si rese conto che non gli sarebbe stato possibile ottenere una Condotta nei dintorni della sua città, in quanto, dominando il Fascismo, si viveva di compromessi e soprusi! Non si perse d’animo e tentò diverse volte, ma sempre inutilmente! Fu proprio allora che incominciò ad odiare Perugia! Troncò con grande dolore il fidanzamento e volle affidare la Gigia al suo più caro amico. Quando il tempo seppe guarire quella profonda ferita, la Gigia sposò proprio quel caro giovane, divenuto poi Professore Universitario.


Federico non dimenticò mai il suo primo amore e custodì, segretamente, per tutta la sua vita una fotografia della Gigia.
Nel 1933 morì la sua adorata mamma e il padre, rimasto solo, si risposò.
Convinto che non avrebbe più potuto avere il trasferimento nella sua Umbria, decise di fidanzarsi e sposarsi. Conobbe la Signorina Maria Ciociola, figlia del Notaio Alfredo e il 6 ottobre 1934 contrasse il matrimonio. Le nozze furono celebrate presso il Santuario della Madonna di Pompei, perché la sposa aveva una profonda devozione per la Vergine Santissima del S. Rosario. Furono presenti alla cerimonia pochi amici e parenti, in quanto la suocera era gravemente ammalata. Seguì una breve luna di miele, raggiungendo Roma, Firenze, Venezia e Perugia.
Abitò nello stesso appartamento, occupato dai suoceri. Il 9 Novembre 1935 nacque la loro primogenita, a cui diede il nome della sua cara madre: Luisa.
A Montella fu molto stimato per le sue capacità di Veterinario ed anche il Comandante della Stazione dei Carabinieri gli affidò la responsabilità del Reparto Equestre, dove furono presenti validissimi cavalli. Fu un bravo cavaliere e, quando doveva recarsi in montagna, spesso montò i cavalli dei pastori. Cavalcò anche di notte per ore e ore per poter raggiungere località di montagna molto lontane dal paese. Fu molto coraggioso ed affrontò diverse situazioni di vero pericolo. Non si lasciò mai corrompere! Per questo fu amato e rispettato sempre.
L’ 8 Aprile 1937 nacque la seconda bambina. a cui fu dato il nome di Angelina, nome della Suocera.
Trascorse anni sereni in quanto il servizio da Veterinario non gli dette molto da fare e potette anche ritornare con la famiglia a Perugia.
Il 29 Gennaio 1940 nacque la terzogenita a cui fu dato il nome della Cognata, sorella della moglie morta in giovane età, Giuseppa.
La gioia di questo nuovo arrivo si offuscò il 21 luglio con la morte del Suocero, che ha sempre rispettato e stimato come se fosse stato suo padre.
Ricevette dalla Confraternita del S. Rosario l’onore di poter indossare la Veste Sacra, che era stata dell’amato suocero Alfredo, Priore e benefattore per ben 40 anni.
In quell’anno fu chiamato alle armi in qualità di Ufficiale Veterinario ed assegnato alla Caserma Militare di Caserta. Dopo alcuni mesi fu collocato in congedo col grado di Tenente. Nei primi mesi del 1942, accettò l’incarico di Corrispondente da parte della Direzione del Banco di Napoli di Avellino con il compito di effettuare alcuni pagamenti prima presso lo Studio del suocero e poi in un locale adibito allo scopo, preso in affitto dall’Istituto di Credito. Incarico questo, che potette svolgere, in quanto non trattavasi di un impiego vero e proprio, senza venir meno alla sua Professione.
A causa degli eventi bellici non potette avere notizie relative allo stato di salute del padre, che nel Settembre del 1943 improvvisamente era morto.
Nei primi giorni del 1944 i Tedeschi occuparono Cassino, creando un fronte invalicabile. Tramite la Direzione Generale dell’Istituto di Credito potette ricevere una lettera, scritta da un amico in cui gli comunicava le gravissime condizioni della matrigna. Senza pensarci su due volte, organizzò la partenza e, non potendo superare il fronte di Cassino per via normale, pensò di aggregarsi a dei camionisti, che riuscivano, clandestinamente e dietro compenso, a far superare il fronte a chi ne avesse avuto bisogno. Febbricitante partì di notte da Napoli insieme ad altre persone. Dopo circa 30 km., il camionista e l’aiutante si fermarono presso un’osteria per consumare la cena. Dopo un’ora, ripresero il cammino. Federico, che aveva viaggiato con gli altri sul cassone, chiese di poter stare in cabina in quanto aveva qualche decimo di febbre. I due avevano bevuto abbastanza e, nel buio della notte nei pressi di Formia, mentre facevano una manovra per evitare una frana, urtarono un palo della rete elettrica, che, cadendo, andò a finire proprio sul posto, occupato in precedenza da lui. Federico, quindi, si era miracolosamente salvato, ma, purtroppo, la persona, che ne aveva preso il posto, morì sul colpo!
Giunti al fronte, riuscirono a superarlo e, quindi, Federico arrivò sano e salvo a Perugia. Nel frattempo la matrigna, purtroppo, era morta!
A Montella, intanto, si vissero momenti difficili, quando i Tedeschi, in ritirata, seminarono il loro cammino di morti innocenti, come i Fratelli Pascale, barbaramente trucidati! Federico con la moglie e le tre figliole fu costretto a rifugiarsi sulla collina del Monte nel Monastero attiguo alla Chiesa di S. Maria della Neve. Il 30 Gennaio 1945 nacque, finalmente, il sospirato maschio, che chiamò come il suo caro padre, Mario. L’esercito tedesco ormai era stato sconfitto e, frettolosamente, rientrò nei suoi confini, ma ciò nonostante, nel Lager di Dachau in Germania con la matricola n. 117826 moriva a soli 36 anni il Dott. Giovanni Palatucci, nativo di Montella, ultimo Questore di Fiume Italiana. Tradito da un collega, era stato arrestato in quanto era riuscito a salvare da sicura morte oltre 5.000 ebrei. Riconosciuto, poi, dalla Comunità Ebraica “Giusto fra le Nazioni” e insignito dalla Repubblica Italiana con la “Medaglia d’oro al Merito Civile”
Terminata la guerra, per alcuni anni, Federico condusse la famiglia a Perugia, dove trascorse i periodi estivi. Nel frattempo il lavoro, in qualità di Corrispondente del Banco di Napoli, si sviluppò sempre di più e la Direzione dell’Istituto di Credito decise di inaugurare una vera e propria “Rappresentanza “. Nel ’52, poiché i compiti della Rappresentanza incominciavano a richiedere più tempo, fece assumere dalla Direzione del Banco di Napoli un giovane Diplomato in Ragioneria, M.G., per poter avere un collaboratore. Nel ’55 il giovane Ragioniere fu trasferito in Roccaraso per la reggenza di una Rappresentanza dello stesso Istituto di Credito e così Federico ebbe la collaborazione delle sue figliole e in ultimo anche dal sottoscritto. La sua Professione lo assorbiva totalmente, perché, dopo gli eventi bellici, il commercio in paese stava riprendendosi e furono aperte nuove macellerie e negozi vari. Anche la Pastorizia si incrementò con l’arrivo di capi bovini, provenienti da allevamenti del Nord Italia o dall’Estero, e, quindi, il controllo per la salvaguardia di mandrie da malattie nocive anche all’uomo richiese più vigilanza in particolare per eventuali macellazioni clandestine! Anche il settore auto e il trasporto di persone a mezzo bus di linea incominciò ad incrementarsi e, quindi, gli avventori dei paesi limitrofi raggiungevano più facilmente Montella per rifornirsi di carne e di tutti i beni di prima necessità. Anche Federico, ormai, a pieno titolo, “Cittadino di Montella”, aveva raggiunto i “40 anni” di Professione e il ’69 fu collocato in pensione. Da quel Febbraio 1928 aveva dato tutto se stesso alla Professione di Veterinario per la Condotta di Montella-Cassano Irpino! Quanti felici ricordi! Quanti salvataggi di animali presso masserie sparse fra le montagne, nel cuore di notti o in inverni rigidi! Senza un attimo di esitazione, sempre pronto a tutto! Un giorno fu chiamato con urgenza presso una casa colonica dove un vitello stava morendo soffocato da una barbabietola bloccata nel condotto della trachea! I Pastori, gente veramente esperta, ricorrevano al Veterinario quando vedevano che non c’era più nulla da fare e quella volta, effettivamente, le avevano provate tutte! Giunto sul posto, Federico si tolse camicia e maglia intima e, a dorso nudo, ordinò, drasticamente, di mantenere aperta la bocca del vitello perché egli avrebbe infilato il braccio e estratto la barbabietola! Tutto si risolse in un attimo e l’addome del vitello si sgonfiò proprio come un palloncino! Il vitello riprese subito a scorrazzare libero! Un’altra volta io ero con mio padre, che si stava recando con la Lambretta presso il mattatoio per il controllo della macellazione. Lo raggiunse un uomo, tutto affannato, che lo pregò di andare subito alla sua masseria in quanto una mucca, a seguito di un parto travagliato, stava morendo! Andammo subito a casa per prendere un medicinale e via! Appena giunti, Federico chiese delle fettucce di cotone ed un gonfiatore di bicicletta! Nella stalla, vicini alla mucca moribonda, c’era la moglie con i figli dell’uomo che stavano piangendo! In quello stato di dolore non diedero peso alla richiesta di mio padre, che subito con voce forte ripetette la richiesta! L’uomo, incredulo e frastornato, corse subito a prendere quanto da mio padre richiesto! Si domandava il perché del gonfiatore! Federico, già durante gli studi universitari, aveva elaborato un certo suo procedimento proprio in simili circostanze, ma che non aveva potuto mai sperimentare! Quella volta volle metterlo in pratica!


Con il gonfiatore attraverso i capezzoli gonfiò la mammella e legò i capezzoli per non farne uscire l’aria. Poi iniettò nella vena giugulare un medicinale di una Casa Farmaceutica Tedesca e, dopo qualche attimo, quegli occhi spenti incominciavano a riaprirsi e, un attimo ancora, con un balzo la mucca si mise in piedi sana e salva! Il procedimento era risultato vincente! Il Popolo di Montella lo ha accolto appena trentenne e ha saputo amarlo e rispettarlo!
A novembre ’72 con la moglie seguì il figlio Mario in Avellino, dove potette godersi una pensione tranquilla e anche in compagnia di Pensionati, trasferitisi anche loro in Avellino con i propri cari.
La mattina, in loro compagnia, si concedeva lunghe passeggiate per il Corso e la sera usciva con la moglie, recandosi prima nella Chiesa del SS. Rosario per l’ascolto della S. Messa Vespertina e, poi, incontrandosi nuovamente con gli amici e con le rispettive mogli, passeggiava fino ad ora di cena.
Quando il 18 Settembre 1977 il figlio si sposò con la Dott. Angela Maria Maddaloni, continuò con la moglie ad abitare nella stessa casa.
Il “Signore“ gli dette una salute di ferro ed una compagna altrettanto sana nel corpo e d’animo nobile.
Fu sempre orgoglioso dei figli e dei nipoti, raccontandone sempre i loro successi. Quando ebbe l’occasione di incontrare e conoscere nuove persone, fu solito raccontare la storia della sua vita, arricchita dai tanti avvenimenti.
Il 23 Novembre 1980 alle ore 19,20, trovandosi in casa, visse con la moglie momenti veramente tragici a seguito del disastroso terremoto, che colpì tutta l’Irpinia!
Il 18 Settembre 1982 nacque il nipote, che avrebbe portato il suo nome e, sedendosi sul letto della clinica in attesa di poterlo vedere nel nido, Federico pronunziò la seguente frase :”Ora posso morire!“
Era nato l’atteso erede. Fu battezzato con i nomi : Federico, Maria, Salvatore.
Il 22 Luglio 1985 venne alla luce una bella bambina, che fu chiamata Marialuisa. Fu molto contento di questo nome, perché disse, rivolgendosi alla moglie, un po’ contrariata,:
“ Marialuisa è proprio un bel nome. Maria è il tuo nome; Luisa è quello di mia madre e della madre di nostra nuora.”
Nonostante l’età, fu molto paziente ed affettuoso, con i nipotini che gli giravano attorno e con cui parlava molto volentieri.
Il 6 Ottobre 1991, data l’età e non potendo più recarsi in Montella per partecipare alle funzioni religiose della Confraternita, si giubilò, trasferendo la Veste Sacra al figlio.
Il “Signore“ gli dette anche lunga vita ed, infatti, benché sposato all’età di 30 anni, potette festeggiare con la moglie le “Nozze di Diamante “ il 6 Ottobre 1994, circondato da figli, nipoti, generi, nuora ed amici.
Il figlio volle fare loro una sorpresa ed, infatti, fece pubblicare sulla rivista “Famiglia Cristiana“ le foto di entrambi nella sezione dedicata alle ”Nozze d’ epoca” .
Per l’età e per qualche acciacco uscì un po’ più di rado, appoggiandosi ad un bastone pregiato, che era stato del suocero. Trascorse le mattinate ed i pomeriggi, dedicandosi completamente alla lettura di riviste e giornali vari. Il primo venerdì del mese, il Padre Giovanni, Domenicano presso la Chiesa del SS. Rosario, recava loro la S. Eucarestia.
Ebbe sempre vicino la sua fedele compagna, che, mentre lui leggeva, si accaniva a risolvere i vari giochi dell’enigmistica o si dedicava al ricamo ed alla preghiera e vi rimase fino al suo ultimo giorno di vita, avvenuto a seguito di un Ictus Cerebrale nel giugno 1996. Il male gli procurò una parziale paralisi alla lingua ed agli arti inferiori. In un batter d’occhi, il sottoscritto da bancario si trasformò in un accorto infermiere, pronto a prestare tutto il suo aiuto. Non gli fece mancare nulla e, appena rientrato dalla Banca, si sedeva al suo capezzale e lui, tranquillo, riposava! Il decorso durò 6 mesi e non mancarono né le preghiere e né il conforto religioso. Agli inizi di aprile ’97 i segni funesti di un crollo si presentarono più ripetuti e, la sera del 9, i valori delle analisi, che fino al giorno precedente erano stati accettabili, precipitarono improvvisamente e lasciarono intendere che, purtroppo, non c’era più niente da fare!
Al capezzale furono presenti la moglie, le figlie, il sottoscritto, la nuora, i nipoti, che non volevano allontanarsi da quella stanza, ma, verso le 22,30 il caro Federico, ancora lucido di mente, capì che l’ora si approssimava e, con un piccolo gesto, mandò tutti a letto tranne il figlio, stringendogli la mano e sentendosi più tranquillo con lui vicino.
Quella fu l’unica volta che mi dovetti arrendere ed alzare le mani al Cielo, invocando la Divina Misericordia.
L’indomani mattina, 10 Aprile, giovedì, ore 5,45, Federico dette il suo ultimo respiro e raggiunse nella pace divina la sua tanto amata mamma ed il suo caro padre.
Gli fui accanto e volli completare il mio dovere, ricomponendolo sul letto di morte. Dopo quegli attimi penosi, quasi per incanto, il volto si distese, perché non più sofferente, e quella capigliatura bianca divenne vaporosa.
Fra le mani la corona del S. Rosario e nel taschino le immagini del SS. Salvatore, della Madonna di Pompei e di Padre Pio, che aveva sempre conservato con tanta devozione.
Anche il tempo, che nei giorni precedenti era stato piovoso e freddo, si commosse, offrendo due giornate di sole primaverile.
Il feretro fu accompagnato in Chiesa da un corteo sommesso di numerosi amici e conoscenti. Anche la Polizia di Stato, in rappresentanza del Questore di Napoli, con la presenza di Funzionari ed un picchetto d’onore con tre corone di fiori partecipò al dolore, che aveva colpito la Dott.ssa Luisa, Dirigente di Polizia. Un elicottero della P.S. sorvolò il percorso.
Sulla bara fu deposta la mozzetta della Veste Sacra, segno di appartenenza alla Confraternita, ed il cuscino di fiori, voluto dalla moglie.
Il rito funebre fu officiato da P. Giovanni e dal Cappellano Militare, nella
Chiesa del SS. Rosario, dove per ben 25 anni, seduto sul terzo banco di destra con la sua Maria, aveva assistito alle varie celebrazioni.
Nel momento della Consacrazione due squilli di tromba invitarono tutti i presenti ad un silenzioso raccoglimento.
Al termine del rito funebre, sul sacrato della Chiesa il picchetto di agenti si schierò sull’attenti per rendere onore alla salma e così, Federico ricevette il ringraziamento per aver donato la sua figlia primogenita al Corpo della Polizia di Stato.
Salutati i presenti, si partì alla volta di Montella per la S. Benedizione nella Chiesa della Libera, dove i Confrati ed amici del paese si raccolsero per dare l’ultimo saluto. Poi il feretro fu condotto al Cimitero per la tumulazione nella Cappella della Confraternita.
Dopo 25 anni, il Dott. Buttiglio ritornò in quella terra, che l’aveva accolto appena ventiquattrenne, neo laureato, ed aveva imparato ad amarlo e rispettarlo per la sua onestà e per lo zelo profuso nella sua professione.


“Serenamente, dopo una vita esemplare dedicata
alla Famiglia ed al Lavoro, si è spento
all’età di 93 anni il

Dott. Federico Buttiglio,
Medico Veterinario.

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Congratulazioni a Francesca Pico figlia di Maurizio e Antonietta Dello buono sorella di Pasquale per la laurea in Biotecnologie - Agro industriali Università La Sapienza di Roma

 

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