ors casalini 02Non ci dobbiamo più meravigliare, se mensilmente o annualmente il clima si manifesta con fenomeni eccezionali rispetto agli andamenti stagionali e regolari registrati da circa duecento anni, questi fenomeni vengono definiti di cambiamento. Da un po' di tempo, l'umanità si trova a dover affrontare uno dei più repentini cambiamenti climatici della storia della Terra. Mentre prima, molto prima questi cambiamenti si verificavano nell'arco di decine, centinaia di migliaia di anni per il mutamento dell'inclinazione e posizione dell'asse terrestre rispetto al Sole, per evoluzioni naturali che si scatenavano sopra e all'interno del pianeta (eruzioni vulcaniche, sconvolgimenti epocali dovuti all'assestamento della

crosta terrestre, caduta di grandi meteoriti). In quelle epoche, non possiamo sapere se sulla Terra esistesse già la razza umana, salvo scoprire in futuro la presenza di civiltà, anche più evolute della nostra, totalmente scomparse, per eventi che attualmente nessuno è in grado anche, di poter immaginare. Oggi il cambiamento climatico in atto, è ormai provato, che non dipende da fenomeni naturali, ma dalle nostre infinite attività. Attività svolte principalmente in immensi territori cementificati ricoperti da agglomerati urbani dove convivono decine di milioni di persone, con tutti i problemi che questo può comportare, da quello della mobilità, a quello del fabbisogno di energia per usi civili e per usi industriali a quello non meno importante delle risorse idriche. Una situazione del genere comporta in alcuni casi, vedi Pechino in Cina, ma anche in altre enormi megalopoli, un inquininamento atmosferico, che per lunghi periodi dell'anno non fa filtrare mai i raggi solari. La combustione di idrocarburi, carbone, e altri materiali, sprigiona quantità talmente grandi di anitride carbonica e di altri gas da rendere la nostra atmosfera come una cappa sotto la quale la sua temperatura non può che salire, provocando tutto quello che noi già sappiamo. Lo scioglimento dei ghiacci alle calotte polari, la fine di immensi ghiacciai sulle catene montagnose di tutta la Terra, provocheranno a breve anche l'innalzamento delle acque degli oceani e il conseguente allagamento di interi arcipelaghi e di zone costiere, abitate e sfruttate dalle popolazioni. Poi c'è il fatto che il rialzo della temperatura modificherà di molto il comportamento stagionale del tempo, con punte estreme sia per quanto riguarda le temperature, i venti e le precipitazioni. Andando di questo ors casalinipasso, senza interventi correttivi, nell'arco di poche decine di anni avremmo un rialzo medio della temperatura di alcuni gradi centigradi sufficiente a moltiplicare di diverse volte tutti gli effetti negativi che abbiamo riscontrato fino ad oggi. Basterebbe ricordare i danni che il maltempo ha fatto in Italia e nel mondo negli ultimi dieci anni, per pensare che la questione climatica non è una cosa da niente. Se non vogliamo che con il tempo, le conseguenze del cambiamento climatico, facciano enormi danni a tutta l'umanità, dobbiamo, trovare una linea comune da seguire e da rispettare. Gli esperti di tutte le nazioni spesso si riuniscono, convergono su molte cose da fare, però dopo, alcune di queste nazioni decidono per interessi propri di seguire strade diverse, fregandosene e asserendo anche che il problema è irreale o addirittura inesitente. Queste nazioni sono le più grandi e popolose del pianeta, bisognese di immense quantità energetiche, al tempo stesso, sono anche ricche di quelle materie prime essenziali per il loro sviluppo e asseto economico, fatto passare come prioritario rispetto a norme condivise sulla limitazione dell'uso di combustibili fossili a vantaggio dell'impiego massiccio di fonti energetiche alternative meno inquinanti. Nell'interesse delle future generazioni, dei nostri figli e dei nostri nipoti, abbiamo l'obbligo di fare tutto il possibile per migliorare o semplicemente mantenere accettabili le condizioni di vita su questa nostro piccolo pianeta.Graziano Casalini