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L’impresa al tempo del ‘SARS-CoV-2’ di Giuseppe De Simone

Civico 195 MUltimi mesi del 2019, ti si presenta l’occasione, pieno di entusiasmo la cogli ed intraprendi un nuovo percorso che non sai bene dove ti porterà ma non vedi l’ora di scoprirlo: scegli di avviare una tua attività commerciale.
Inizialmente devi superare alcuni piccoli ostacoli legati alla burocrazia; sprezzante non ti spaventi.
Sbloccate le pratiche, avvii quei piccoli lavori che cominciano a dare forma al tuo sogno ed inizi a sentire che le tue idee si concretizzano. Cerchi di velocizzare tutti i processi, contatti artigiani, fornitori, banche, etc.
Immagini soluzioni per tutte quelle problematiche che prevedi si possano verificare nel normale processo di realizzazione della tua “impresa”.
Ad un certo punto, proprio mentre la tua organizzazione comincia a prendere realmente forma, arriva l’imprevisto che mai avresti ipotizzato, il problema per il quale non hai preventivamente immaginato la relativa soluzione; ti arriva addosso un imprevisto che diventa nemico, un nemico infame ed invisibile che stravolge le abitudini di tutti e segna la vita di alcuni; un nemico che minaccia di colpire proprio quello a cui tieni di più: la salute dei tuoi cari e la tua.
Cominci a guardarti intorno, i Tg diventano punti fermi delle tue giornate; cerchi di tenerti aggiornato ma ti comporti da spettatore, non sei ancora consapevole della reale gravità della situazione. Inconsciamente ti senti protetto tra le tue montagne e assisti a quello che succede nelle città, attraverso la televisione, come fosse questione “lontana”.
Col passare delle settimane prendi effettivamente coscienza di quello che sta accadendo nel Paese; vedi datori di lavoro che mettono i propri lavoratori in smart-working, altri che impongono le ferie, altri che chiudono la propria attività. Si susseguono i Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri che ti dicono cosa puoi ancora fare e cosa non più; ti viene vietato di andare dai nonni (potresti essere tu l’ignaro portatore dell’infame nemico invisibile).
La testa ti si riempie di dubbi, di paure, non sai come sia meglio procedere e quel futuro che eri impaziente di vivere diventa incerto e addirittura fonte di paura. Non sei un imprenditore navigato e non sai quale sia la scelta migliore da fare per la tua impresa, ti guardi intorno e cerchi di capire cosa fare anche in base a come si comporta chi ha più esperienza di te.
Poi rifletti: anche gli altri si trovano per la prima volta a dover affrontare una situazione mai verificatasi prima e allora pensi che quella scelta fatta dal tuo collega potrebbe non essere la migliore. Rimetti in dubbio tutto.
A quel punto ho iniziato a miscelare consapevolmente il concetto di “fare impresa” col “fare l’impresa”.
Credo che in questo periodo i datori di lavoro siano passati dal “fare impresa” al “fare l’impresa”.
Credo che l’impresa dei datori di lavoro sia stata quella di riuscire a non fermare il lavoro nonostante le condizioni di estrema emergenza in cui tutti ci siamo ritrovati.
Credo che l’impresa che stanno facendo gli imprenditori sia quella di tentare di non chiudere la propria azienda, continuando a lavorare nel rispetto delle regole, riconvertendo l’azienda stessa nel fare altro o nel riavviare le attività dopo le chiusure imposte.
Credo che l’impresa degli imprenditori sia quella di far lavorare i propri dipendenti salvaguardando la loro salute e la loro sicurezza e, di conseguenza, la salute della propria azienda.
Credo che l’impresa la fanno anche i lavoratori, i lavoratori che si prodigano per salvaguardare e difendere il loro posto di lavoro e, quindi, l’azienda; i lavoratori che non si tirano indietro, che non restano a casa pur avendone la possibilità ma si recano a lavoro ogni mattina.
Credo che gli imprenditori debbano fare la loro parte, debbano “fare l’impresa”.
Ci sono imprenditori che proprio non possono ma per tutti gli altri deve valere lo stesso intento: contribuire il più possibile.
Ora stiamo lottando e serve l’apporto di tutti quelli che possono darlo, bisogna cercare di onorare le scadenze mettendo il sistema in condizioni di ripartire quanto prima. Ognuno deve fare la propria parte, tutti dobbiamo concorrere affinché il nostro Paese “faccia l’impresa”, l’impresa di uscire dalla situazione attuale nel miglior modo possibile e quanto prima.
Ho potuto ammirare imprenditori che, facendo l’impresa, hanno continuato a fare impresa.
Imprenditori che sono riusciti a garantire il proseguimento delle attività lavorative (in un modo o nell’altro) e altri che hanno riorganizzato la propria azienda facendosi trovare pronti alla riapertura delle attività.
Tenaci. Valorosi. Eroi.
L’impresa viene fatta, per fortuna, anche in campi diversi dall’imprenditoria.
Penso all’impresa che compiono i medici, gli infermieri e tutto il personale sanitario, gli operatori di pubblica sicurezza, i volontari e tutti i quali sono esposti in prima linea nell’assistere e confortare chi viene colpito da questo male; non hanno mollato, non mollano e sono sicuro che non molleranno.
Per tutte quelle persone che non hanno abbandonato il proprio posto di combattimento, che non si sono tirate indietro, che non si sono messe al sicuro e che per mesi non hanno avuto contatti con le persone a loro care, ogni ringraziamento o riconoscimento sarà sempre non abbastanza.
Il braccio armato del Signore.
E poi ci sono loro: i ricercatori.
Queste persone che ci hanno dato prima la speranza e poi il miracolo di avere un vaccino in tempi tanto rapidi da non sembrare vero. Hanno acceso la luce in fondo al tunnel quando questo sembrava non terminare più.
Quindi, tanti hanno fatto e fanno la loro parte, e se pensi che tante persone lottano per il proprio futuro e per quello degli altri, impiegando tutte le loro forze ed energie anche trascurando a volte i propri affetti, non puoi che seguire questo esempio; allora ti fai forza e spazzi via i dubbi e le paure dalla tua mente. Devi fare come loro, devi combattere e credere in quello che fai. Lo devi fare per chi sta già combattendo, lo devi fare per chi ha creduto in te, per chi ti ha aiutato e supportato, lo devi fare per le persone con le quali hai preso impegni dando la tua parola, e lo devi fare per te stesso!
Abbiamo quindi deciso, anche in questo periodo funesto, di confermare la nostra scelta: facciamo l’impresa di fare impresa.
La nostra piccola attività il 18 Gennaio 2021 apre i battenti.
Sicuramente, rispetto a tanti colleghi, noi abbiamo dovuto affrontare difficoltà diverse, ma non certo meno impegnative; sono convinto che usciremo migliorati da questo periodo, con una consapevolezza diversa del noi stessi e del mondo in cui viviamo; a quel punto potremo iniziare di nuovo a guidare e a goderci consapevolmente il viaggio.
E’ doveroso, per me, fare dei ringraziamenti; tante persone sono state presenti (ognuna per come ha potuto), ne cito solo alcune:
Mia madre Maria Rosaria Moscariello: instancabile, umile e generosa
Mia sorella Onorina De Simone: testarda, caparbia ed intraprendente
Luana : confidente, consigliera impagabile, catalizzatrice del mio stress e delle mie insicurezze
Francesco Dello Buono : comprensivo e disponibile
Contento di quello che (nonostante tutto) siamo riusciti a fare, con speranza e fiducia auguro il meglio a TUTTI.
Facciamo la nostra parte.
Forza e Onore
Giuseppe

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Giovedì, 25 Aprile 2024