GIOIA MARANOSi sono svolti nella giornata di ieri i funerali di Gioia Marano, la bambina irpina che ha commosso l’intera nazione senza che fosse possibile, però, trovare un cuore adatto a lei. Gioia si è spenta venerdì primo novembre, nella festa di tutti I Santi, portando via con sé dal paese irpino quel tepore settembrino che ancora non si era arreso all’inverno.  La piccola combatteva, da due dei suoi tre anni, contro una grave cardiomiopatia. Una patologia che colpisce il muscolo cardiaco riducendone l’efficienza del cuore, il quale fatica a pompare il sangue nel resto del corpo. Gioia, ricoverata all’Ospedale Bambin Gesù di Roma da tempo, ha subìto diversi interventi e tante complicazioni, fino a ricevere nel 2018 il trapianto di cuore con un modello sperimentale artificiale: il più piccolo al mondo.
Nell’attesa di un altro “di carne”, come nella favola di pinocchio, il piccolo cuore artificiale di Gioia non ha retto e, prepotente, ha interrotto, insieme col suo battito, l’allegria zuccherina del paese in festa dopo la raccolta delle castagne. Come una doccia fredda la pioggia ha violentemente spento i carboni ardenti nei bracieri, scacciando ospiti e turisti; mentre il vento, gelido e forte, ha separato i suoni dagli strumenti, soffiando via il sorriso dai volti, per poi riunire la comunità nella piazza adiacente la chiesa Madre sotto la pioggia fitta, leggera e silenziosa di un grigio lunedì mattina.
GIOIA MARANO FUNERALI«La chiesa era gremita di persone» commenta con stato d’animo emotivamente coinvolto Don Franco, il parroco della chiesa di Santa Maria del Piano «una funzione molto partecipata. La gente è stata toccata nel profondo dalla storia di Gioia, dalla forza e insieme sofferenza di questa bimba che aspettava il trapianto di cuore. Una grande commozione univa i presenti: la comunità come un’unica grande famiglia».
Presenti alla celebrazione funebre, oltre Don Franco, tutti i parroci del paese come Don Raffaele Dell’Angelo, Don Gildo Varallo, Don Andrea Ciriello e, a presiedere l’Eucarestia, Padre Paolo, guardiano del Convento di San Francesco, il quale racconta: «Il gruppo dei giovani di San Francesco è sempre stato attento e sensibile nei riguardi di questa vicenda. Abbiamo organizzato in questi anni anche dei concerti per sostenere e stare vicino alla famiglia Marano, consolidando con quest’ultima un legame forte da parte di tutta la comunità conventuale».
«In certe occasioni – commenta commosso padre Paolo – bisogna saper controllare persino se stessi per poter riuscire a portare una parola di conforto, e per me che sono un uomo dalla lacrima facile non è affatto semplice non commuoversi dinnanzi a questa storia, ma credo che bisogna soffermarsi sull’energia che questa bambina ha generato attorno a sé, suscitando empatia e coinvolgimento. Per saper gioire bisogna diventare piccoli».
Morte e malattia turbano sempre l’animo umano, e quando sono i più giovani ad esserne colpiti ci si sconvolge anche di più, perché tutto appare irrazionale e contro natura.
Nelle parole spese per gioia Padre Paolo ricorda anche altri bambini della comunità montellese, che lottano ancora oggi per la vita, e la dolce Rosetta, la giovane che ha perso la vita, in questa primavera, in un incidente stradale proprio lungo il viale che porta al Convento di San Francesco. Ad abbracciare la famiglia di Gioia anche il sindaco Rino Buonopane che ha voluto fortemente essere presente ai funerali. Ma l'intera comunità altirpinia, che non ha mai fatto mancare il suo sostegna alla famiglia, ha voluto essere presente a ribadire che il dolore appartiene all'intera comunità . A salutare il piccolo feretro un applauso senza fine e il lancio di palloncini bianchi.