Cotti in CastagnaCaro Vittorio il titolo è un indovinello facile che però pone interrogativi difficili. Vediamo un poco. Sarà che al di là di tutti i separatismi voglio vedere un contatto fra nord e sud, sarà che non mi sento lontano nonostante la distanza geografica, ti mando qualche noterella piemontese sul tema che ci sta più a cuore al nostro paese: le castagne, che, come vedremo, ci assicurano un bel

legame fra nord e sud. Infatti si producono sia qua, dove mi trovo, sia giù, dove campo. Sono arrivato quassù il 6 a sera u.s. e già il giorno dopo, non trovando pace tutti e due, siamo usciti io e il "pollastro" Luigi a fare una passeggiata per una via che si snoda sulla collina di Spineto piena di fitti boschi dove non mancano castagni. Non vi dico il panorama delle Alpi, se no l'amico mi rài 'ngàpo (“race” dell'altirpinia, mi fà morì!...). Li dicono selvatici questi alberi ma dal lucido e corposo frutto non mi sembrano tali, ricordando da vicino per forma la nostra palummina, (non mi bestemmiate!). Sgrondavano castagne dagli alberi sulla strada, schiacciate dalle macchine (per la verità meno che da noi che non ne lasciamo che dico...una, a pilo e pénna!). Ho notato che la gente del posto, in altre faccende affaccendate, non le raccoglieva proprio...E forse dopo ho capito perché... In una decina di giorni, ne ho fatte un sacco (tanto per dire), non vi nascondo, sempre con quel senso di timore dell'istinto rapino (ancestrale tipico del forese) anche quando non fa niente di male (raccoglievo una res nullius= di tutti e di nessuno! Ma fallo qua, in mezzo alla strada, i padroni quanto meno ti uàrdano stuòrto! Comunque se ne son visti bene altri perché i familiari si son fatti un amico: le hanno regalate (per me hanno fatto bene!). Poi un giorno Castagna cappellosiamo andati in un bellissimo posto: il laghetto di Meugliano contornato da castagni sicuramente selvatici dalla piccolezza del frutto. Un altro giorno ci hanno invitato a mangiare caldarroste (ho detto “re nnòste varòle” m'hanno guardato come fossi na bestia rara) e francamente ho assaporato l'....abisso di sapore che c'è con le nostre. Ma non l'ho fatto notare da ospite. In parole povere, quelle...povere castagne non sapevano di niente, le cèrze, più saporite! Certo che se in Piemonte le castagne "sànno" tutte così,... stanno proprio inguaiati! Detto questo però, ho fatto una scoperta. Non voglio portarla per le lunghe: a parte che qui non c'è traccia del malefico cinipede che genera le galle, le castagne di qui non sanno manco che è il balanino nè quell'altro suo cugino divoratore che le ceca quando se ne esce dopo essersi fatto quattro quintali, infatti la novità che ho notato è che queste di quassù, rispetto alle nostre, hanno ottima vista: non ne ho trovata nemmeno una cecata! Qualcosa ci deve essere. Non voglio pregiarmi di una scoperta scalporosa, ma sarebbe il caso che i nostri esperti ufficiali che si indottrinano e indottrinano di scienza nei convegni-seminari regionali, affrontino un po' questo tema di riflessione per dare una risposta non fumosa ma utile al dramma della crisi castagnale. Quanto alla festa o alle feste della Sagra, mi auguro che come per lo scorso anno abbia un successo ancora più grande! Figurarsi che la magnificenza del nostro dolcissimo rubino è nota anche quassù nelle nordiche brume! Quanto poi al fatto che mi hanno mandato via wattsapp foto di mostruosi tir pieni di castagne provenienti da chissà dove...sai che ti dico caro Vittorio? (forse ti meraviglierò in compagnia di tanti nostalgici amanti di ricordi perduti): non mi interessa dove le prendono: Spagna, Grecia, Algeria, Marocco! L'essenziale è che sono bbòne e quelle dell'anno scorso erano buonissime, "re ddo nn'erano, erano...poco me ne frego!"...come se uno dicesse di fronte a una fantastica somala: "Ma sai l'italiana è 'n'ata cosa!". Ma finiamola no poco co' 'sto razzismo classista e nazionalista! Stavòta lo dico io!

Giuseppe Marano