MEDJUGORJEE’ la domanda che molte persone dovrebbero porsi prima di partire per recarsi in quel paesino dell’Erzegovina dove non ci sono paesaggi di qualche bellezza da ammirare, né monumenti architettonici di qualche interesse: solo colline coperte di sassi e di rovi. Eppure è un paesino nel quale si stima che a partire dal 1981 si siano recate non meno di trenta milioni di persone provenienti da ogni angolo del nostro pianeta e dove tuttora si recano forse un milione di persone all’anno. La risposta può essere articolata. Noi crediamo che dal giugno 1981 la Vergine Maria scende quotidianamente tra quei sassi per ricordare a tutti noi che se, malgrado le prove e le sofferenze, vogliamo cercare di trovare la felicità o almeno la serenità già su

questa terra, dobbiamo ritornare al Vangelo.
Di conseguenza c’è chi si reca a Medjugorje per chiedere alla Madre di Dio un aiuto, o per ringraziare, o semplicemente per curiosità, avendone sentito parlare, o avendo visto qualche trasmissione televisiva al riguardo.
La cosa più importante però non è tanto la motivazione che spinge a partire, ma il modo in cui il pellegrinaggio viene vissuto.
Allora nasce una seconda domanda: qual è lo spirito del pellegrinaggio?
Molte persone si recano a Medjugorje come gesto di fede, come espressione di omaggio a Dio e alla Vergine Maria, secondo lo spirito che ha animato i pellegrinaggi lungo tutta la storia cristiana.  Tra queste persone c’è chi intende il pellegrinaggio come un momento in cui si recitano tante preghiere parlate, cosa certamente lodevole, ma se ci si limita a questo si rischia di non cogliere tutti i benefici che se ne potrebbero trarre. Ciascuno di noi dovrebbe mettere come primo obiettivo del nostro andare a Medjugorje quello di cercare degli spazi di silenzio per entrare in  noi stessi, ascoltare il nostro cuore e chiederci: quale è il senso della mia vita? Dove sto andando? A che punto sono del mio percorso?
Perché noi abbiamo la curiosa capacità di compiere imprese straordinarie, salire le montagne più alte e di lì ammirare panorami stupendi, osservare con meraviglia il frangersi delle onde del mare sugli scogli, scrutare gli astri, ma poi non sappiamo o abbiamo paura di entrare in noi stessi e scrutare il nostro intimo, forse per il timore, conscio o inconscio, di scoprirvi il vuoto.
MEDJUGORJE 2Eppure è proprio lì che possiamo incontrare Dio.
Andando a Medjugorje, sia che saliamo sulla collina delle apparizioni o sul monte della Croce, sia che partecipiamo all’Adorazione in chiesa, non dobbiamo lasciarci sovrastare dalle parole, ma dobbiamo ricordare che Dio è amico del silenzio ed è nel silenzio che possiamo sperare di riuscire a scendere nel profondo di noi stessi, intuire la verità e vivere l’intimità con Dio.
Se non crediamo di vivere così il pellegrinaggio, sia pure con tutti i nostri limiti e le nostre distrazioni, rischiamo di sprecare una occasione importante.
[4/7, 14:08] Aurora Di Benedetto: La mia esperienza personale.
Sento il bisogno di fermare questi pensieri, che presto potrebbero essere dimenticati, su questo foglio, per testimoniare e ricordare le infinite sensazioni di gioia, di pace, di felicità, di speranza, di fratellanza, di voglia di ricambiare provate durante il pellegrinaggio a Medjugorje. Non pensavo di poter provare, in così poco tempo infinite emozioni che vanno da momenti di forte sofferenza, di paura, di dolore a momenti di gioia e amore provato verso tutti. Non potrò mai dimenticare lo sguardo pieno di gioia e amore che leggevo negli occhi dei miei compagni di viaggio. Un miracolo è avvenuto: il miracolo di una amicizia nascente e del coronamento di una vecchia amicizia...la madonnina ha suggellato un affetto che non finirà...Dire di essere stati in un luogo incantevole e pieno di spiritualità è dir poco.
Sono partita con una buona dose di curiosità, un pizzico di scetticismo, carica di sofferenza e tristezza e pian piano sono rimasta coinvolta in una atmosfera di serenità e di grande gioia che non assaporavo da molto tempo.

Alla curiosità si è sostituita, ogni giorno che passava, in maniera crescente, una sensazione di sollievo e tranquillità nell’ animo, dovuti certamente alle tante preghiere. Noi tre siamo diventati pian piano una bella famiglia che pregava Mamma Celeste.
”Grazie”per avermi fatto avvertire un amore immenso verso tutti, Cosa si può dire di più, non basterebbero fiumi di inchiostro per esprimere i benefici ricevuti sulle nostre anime, per incanto diventate più leggere, piene di speranza e gioia. Ci siamo sentiti amati tutti!!!!!!!! Abbiamo riflettuto sulla consapevolezza che senza il Signore, nel nostro cuore non si va da nessuna parte!!!!!!
Grazie,Madonnina per essere venuta !!! Grazie per essere entrata nei nostri cuori!!! Grazie per l’infinito amore che ci hai dato!!! Grazie per il messaggio che ci hai lasciato

Aurora Di Benedetto